L’attuazione della Dichiarazione ministeriale dell’ONU del 2019 è “fuori strada”. Con questo rapporto IDPC dimostra come gli obbiettivi che il segmento di alto livello della CND del 2019 non siano stati sostanzialmente raggiunti.
Fuoriluogo pubblica la traduzione del rapporto “Off Track: shadow report for the mid-term review of the 2019 Ministerial Declaration On Drugs” che valuta lo stato di avanzamento delle sfide lanciate dalla Dichiarazione ministeriale al termine del segmento ad alto livello che ha aperto la Commission on Narcotic Drugs del 2019 a Vienna. Il rapporto è pubblicato dall’International Drug Policy Consortium.
La Dichiarazione ministeriale sulle droghe del 2019 ha stabilito i principali obiettivi della comunità internazionale nell’affrontare la situazione delle politiche globali sulle droghe per un periodo di 10 anni. Attingendo a un’ampia gamma di dati e prove, nonché all’esperienza della società civile e delle comunità, questo rapporto mostra che entro il 2023 i progressi nel raggiungimento di questi obiettivi saranno scarsi, incompleti o nulli.
Ci sono poche prove che le politiche volte alla proibizione e all’eliminazione delle droghe siano state efficaci nel ridurre i mercati illegali delle droghe o nell’affrontare il loro legame con l’insicurezza umana, la violenza e la criminalità organizzata. Allo stesso tempo, è ampiamente dimostrato che il paradigma punitivo promosso dal regime globale di controllo delle droghe ha minato alcuni degli obiettivi chiave della stessa Dichiarazione ministeriale del 2019 e del più ampio sistema delle Nazioni Unite, tra cui la promozione della salute, dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile.
Rassegna delle sfide identificate nella Dichiarazione ministeriale del 2019
Sfida: Affrontare un mercato della droga in continua espansione e diversificazione.
Stato: Fuori strada
Nonostante i miliardi spesi ogni anno per frenare la domanda e l’offerta di droghe illegali, tutte le fonti disponibili indicano che, nel periodo 2019-2023, si è registrato un aumento di scala nella coltivazione illegale, produzione e del traffico di droga. Allo stesso tempo, si stima che il numero di persone che fanno uso di droghe tra i 15 e i 64 anni sia aumentato da circa 271 milioni a 296 milioni, con una persona su 17 tra i 15 e i 64 anni che ha fatto uso di droghe nell’ultimo anno. Le droghe sintetiche, i precursori e le nuove sostanze psicoattive sono proliferate, in parte come conseguenza involontaria dell’espansione delle attività di contrasto che hanno spinto i produttori a produrre sostanze nuove e più compatte che pongono una gamma nuova, più varia e spesso sconosciuta di rischi per la salute delle persone che fanno uso di droghe.
Sfida: Affrontare la criminalità organizzata, la violenza e l’insicurezza.
Stato: Fuori strada
La comunità internazionale ha fatto pochi progressi nello sviluppo di politiche basate su dati concreti per affrontare efficacemente la connessione tra mercati illegali delle droghe, criminalità organizzata e insicurezza umana. In diversi Paesi, le economie illegali della droga continuano ad alimentare violenze e conflitti acuti, in particolare nei Paesi produttori e di transito del Sud del globo. L’esempio del Messico – dove il tasso di omicidi è stato del 62,6% più alto nel 2022 rispetto al 2015 – illustra come le risposte militarizzate alimentino, anziché frenare, questa tendenza. I flussi finanziari illeciti hanno un ruolo cruciale nel collegare il traffico di droga, la criminalità organizzata e la corruzione, ma vi è una carenza di dati aggiornati e completi sulla portata del fenomeno. Inoltre, non vi è alcun segno che questo sia stato affrontato in modo efficace, anche a causa della mancanza di cooperazione tra le giurisdizioni che ospitano importanti istituzioni finanziarie e paradisi fiscali.
Sfida: Affrontare i legami tra le tecnologie digitali e i mercati illegali della droga.
Stato: Fuori strada
Proprio come nell’economia legale, negli ultimi quattro anni le tecnologie digitali sono diventate sempre più importanti nei mercati illegali delle droghe. Ciò è avvenuto in diversi segmenti della catena di distribuzione e attraverso molte tecnologie diverse, tra cui i social media, le piattaforme di messaggistica e il dark web. L’UNODC ha sottolineato che gli strumenti per misurare il ruolo delle tecnologie digitali nei mercati illegali delle droghe sono “complessi” e “impegnativi” e mancano dati affidabili. La volatilità del mercato, le cosiddette Exit scam e i successi delle forze dell’ordine potrebbero aver rallentato la crescita dei mercati darknet nel 2021 e 2022, ma le transazioni di droga sembrano essersi spostate e ampliate in altre vie digitali poco trasparenti, dove la riduzione del danno e i messaggi educativi sono più difficili da diffondere.
La sfida: Proteggere la salute delle persone che fanno uso di droghe.
Stato: Fuori strada
Non ci sono dati relativi ai decessi globali legati alle droghe dal 2019, anno in cui sono stati segnalati 494.000 decessi in tutto il mondo. Tuttavia, gli indicatori regionali e nazionali disponibili indicano un’evoluzione allarmante, in particolare in relazione all’aumento dell’uso di oppioidi sintetici, soprattutto in Nord America, nonostante gli ingenti investimenti per l’interdizione e il controllo delle droghe. Negli Stati Uniti, i decessi per overdose sono passati da 70.630 nel 2019 a 109.940 stimati per l’anno che si concluderà nel febbraio 2023. Le persone che fanno uso di droghe continuano ad affrontare rischi maggiori rispetto alla popolazione generale di contrarre malattie trasmissibili per via ematica. Il 12% delle persone che si iniettano droghe è affetto da HIV e 6,6 milioni di persone che fanno uso di droghe sono affette da epatite C, con un aumento del 18% rispetto al 2019. Sebbene il numero di Paesi con qualche forma di intervento di riduzione del danno sia leggermente aumentato, la copertura e la disponibilità rimangono molto limitate, in particolare per le persone oppresse ed emarginate. Si stima che solo una persona su cinque tra i quelle che usano droghe riceva un trattamento, con grandi disparità tra le regioni e all’interno dei Paesi. Anche la qualità rimane un problema importante, con segnalazioni diffuse di “trattamenti” non basate sulla scienza e che si affidano invece a pratiche che equivalgono a torture o maltrattamenti.
Sfida: garantire un migliore accesso ai farmaci controllati per alleviare il dolore e per le cure palliative.
Stato: Fuori strada
Continua la sconvolgente disparità di accesso ai farmaci controllati in tutto il mondo. Oltre l’82% della popolazione mondiale ha accesso a meno del 17% dei farmaci a base di morfina e c’è una differenza di 40 volte nella disponibilità di oppioidi per la gestione del dolore e le cure palliative tra i Paesi ad alto reddito e quelli a basso e medio reddito, in parte a causa dei rigidi controlli introdotti dalle convenzioni ONU sulle droghe. Una nota più positiva è che dal 2019 almeno 18 Paesi hanno adottato leggi o politiche che facilitano l’accesso ai farmaci a base di cannabis, mentre nel 2020 la cannabis è stata rimossa dall’elenco IV della Convenzione unica sulle droghe del 1961, riconoscendone così il valore terapeutico. Inoltre, in tutto il mondo esistono oltre 450 studi medici clinici sull’uso degli psichedelici per il trattamento delle malattie mentali.
Sfida: Riformare le politiche sulle droghe che violano i diritti umani.
Stato: Fuori strada
Negli ultimi quattro anni si è assistito a un’accelerazione senza precedenti nel riconoscimento dell’impatto sui diritti umani del controllo delle droghe, con un crescente numero di impegni, risultati e raccomandazioni emersi dagli organismi delle Nazioni Unite per i diritti umani. Tuttavia, l’allineamento delle politiche nazionali sulle droghe a queste raccomandazioni è stato ineguale e insufficiente. Il numero documentato di persone giustiziate per reati di droga è passato da 91 nel 2019 a 285 nel 2022. La militarizzazione e le campagne di “guerra alla droga” provocano gravi e sistematici abusi dei diritti umani, tra cui centinaia di esecuzioni extragiudiziali ogni anno. La stigmatizzazione delle persone che fanno uso di droghe resta un elemento centrale delle politiche governative in tutto il mondo, con impatti a valle sul godimento di tutti i diritti umani, compresa l’intera gamma dei diritti economici, sociali e culturali. Molti governi continuano a criminalizzare gli usi tradizionali e indigeni delle droghe. Le persone emarginate per razza, genere, classe o età sono colpite in modo sproporzionato da queste violazioni in tutti i contesti e in tutti i Paesi. Mentre gli organismi delle Nazioni Unite che si occupano di diritti umani si sono fatti portavoce di questi abusi, l’UNODC si rifiuta ancora di condannare le più flagranti violazioni dei diritti umani legate al controllo delle droghe.
Sfida: Ridurre l’uso eccessivo del carcere e delle pene.
Stato: Fuori strada
Il numero totale di persone private della libertà in tutto il mondo ha continuato a crescere negli ultimi quattro anni, passando da una stima di 10,74 milioni nel 2018 a 11,5 milioni nel 2023. Più di una persona su cinque attualmente in carcere è incarcerata per un reato di droga, senza alcun netto miglioramento dal 2019. Inoltre, si stima che tra 440.000 e 500.000 persone siano sottoposte a detenzione obbligatoria per droga, e altre migliaia sono detenute contro la loro volontà in centri di “riabilitazione” privati. Inoltre, la stragrande maggioranza dei Paesi continua a imporre sanzioni penali e di altro tipo alle persone che fanno uso di droghe. Tuttavia, dal 2019 sei Paesi e 9 giurisdizioni federali hanno adottato una qualche forma di depenalizzazione dell’uso e del possesso di droghe per uso personale, portando il numero totale di giurisdizioni depenalizzate a 66, in 40 Paesi. Paesi come Canada, Colombia, Costa Rica e Kenya hanno riformato le loro leggi sulle droghe per introdurre alcuni elementi di proporzionalità e alternative alla detenzione, e molte altre proposte sono in discussione nei parlamenti.
Sfida. La regolamentazione legale delle sostanze sottoposte a controllo internazionale.
Stato: Fuori strada
Oggi, Canada, Giamaica, Lussemburgo, Malta, Thailandia e Uruguay, oltre a 23 Stati americani, tre territori statunitensi e Washington D.C. hanno adottato regolamentazioni riguardanti coltivazione, possesso, uso e vendita di cannabis per uso non medico – oltre alla Bolivia che nel 2011 ha istituito mercati regolamentati per la coca. Altri due Paesi – Messico e Sudafrica – devono ancora attuare i mandati dei tribunali per creare strutture regolamentate. Il numero di persone che vivono in giurisdizioni con una qualche forma di regolamentazione legale è aumentato da circa 123 milioni a 294 milioni tra il 2019 e il 2023. Questa cifra è destinata a crescere, poiché i governi e le parti politiche continuano a introdurre nuove proposte. Cominciano a emergere anche progetti pilota per la regolamentazione legale di altre sostanze, in particolare psichedelici e cocaina. Nel settembre 2023, l’OHCHR è stata la prima agenzia delle Nazioni Unite a rompere il tabù della regolamentazione legale, incoraggiando gli Stati membri a considerarla come parte di un approccio alle droghe basato sui diritti umani. Tuttavia, la regolamentazione giuridica è diventata uno dei punti di divisione in seno alla CND, con l’INCB e diversi Stati membri che hanno assunto una posizione contraria rumorosa e spesso motivata politicamente.
Sfida: Affrontare la dimensione dello sviluppo dei mercati illegali delle droghe e della politica sulle droghe.
Stato: Fuori strada
Tradizionalmente, le considerazioni sullo sviluppo nella politica sulle droghe sono state limitate al concetto ristretto di “sviluppo alternativo”, con l’obiettivo finale di sradicare la droga piuttosto che di garantire uno sviluppo sostenibile. Questo è un problema importante perché la coltivazione illegale rimane concentrata in alcune delle aree del mondo più impoverite, remote e dilaniate dai conflitti. La risoluzione annuale della CND sullo sviluppo alternativo ha cercato di andare oltre questo approccio incentrato sull’eradicazione, ma i progressi sul campo restano molto limitati e il principio della “sequenza adeguata”, ovvero che si dovrebbero garantire mezzi di sussistenza alternativi prima di eradicare le colture, viene raramente seguito. La situazione è particolarmente preoccupante per le donne coinvolte nelle coltivazioni illegali. In uno sviluppo positivo, un numero crescente di Paesi e donatori sta cercando di sfruttare la coltivazione legale di piante controllate a livello internazionale per garantire mezzi di sussistenza alle comunità rurali, anche attraverso la coltivazione di cannabis per scopi medici e industriali.
Sfida: garantire una partecipazione significativa della società civile.
Stato: Alcuni progressi compiuti
La società civile, comprese le comunità interessate come le persone che fanno uso di droghe, svolge un ruolo fondamentale nella progettazione, nell’attuazione, nel monitoraggio e nella valutazione delle politiche e dei programmi in materia di droga. A livello di Nazioni Unite, negli ultimi anni si sono registrati progressi significativi nel garantire la partecipazione della società civile ai dibattiti sulle droghe; la decisione del 2023 di iniziare a proiettare le sedute della CND sulla Web TV delle Nazioni Unite rappresenta un esempio positivo. Tuttavia, il ruolo della società civile rimane un punto controverso nelle risoluzioni della CND, anche nei negoziati per la revisione intermedia della Dichiarazione ministeriale del 2019. A livello nazionale il quadro è preoccupante: lo spazio per la società civile si sta riducendo a causa di regimi autoritari, politiche sulle droghe altamente punitive, leggi sugli agenti stranieri, restrizioni sui finanziamenti e altro ancora, con conseguenti vessazioni della società civile e alti livelli di stigmatizzazione nei confronti di chi lavora alla riforma della politica sulle droghe.
Sfida: migliorare la raccolta e l’analisi dei dati.
Stato: Fuori strada
La mancanza di dati affidabili, recenti e comparabili rimane un ostacolo importante per valutare l’evoluzione e gli impatti della politica globale sulle droghe. Tradizionalmente, gli organismi di controllo delle droghe hanno misurato i progressi in termini di flussi e dimensioni del mercato, rendendo così invisibili le dimensioni della salute, dei diritti umani e dello sviluppo della situazione mondiale della droga. Il questionario del Rapporto annuale, utilizzato per preparare la Relazione mondiale sulle droghe, è stato rivisto nel 2020 con alcuni miglioramenti in termini di disaggregazione dei dati, ma la versione finale non ha riconsiderato gli obiettivi generali del controllo delle droghe. Per colmare questo vuoto, le organizzazioni della società civile hanno intensificato gli sforzi per raccogliere e sistematizzare i dati sugli aspetti chiave della politica sulle droghe, come il genere e l’incarcerazione, la disponibilità di servizi di riduzione del danno o l’allineamento delle politiche nazionali sulle droghe con le linee guida delle Nazioni Unite sui diritti umani.
Punti ciechi della Dichiarazione ministeriale 2019
In questo rapporto, l’IDPC ha identificato sette “punti ciechi”, ovvero argomenti che non si sono riflessi nelle “sfide” identificate nella Dichiarazione ministeriale del 2019. Mentre alcuni di questi argomenti sono nuovi, altri sono stati semplicemente omessi nel 2019. L’urgenza di questi punti ciechi – e la necessità di allineare meglio le politiche sulle droghe con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i diritti umani – richiede che la comunità internazionale li riconosca come aree prioritarie della politica sulle droghe per gli anni a venire:
- riconoscere il potenziale della regolamentazione delle droghe come strumento per spezzare il legame tra i mercati della droga e la criminalità organizzata.
- Riconoscere il ruolo crescente delle tecnologie di sorveglianza nelle risposte alla droga e la necessità di standard internazionali basati sull’evidenza e sui diritti umani.
- Rompere il tabù della riduzione del danno in una crisi globale della salute pubblica.
- Porre la giustizia etnica e i principi di uguaglianza e non discriminazione al centro delle politiche sulle droghe.
- Decolonizzare il regime di controllo delle droghe affrontando le tensioni tra le convenzioni sulle droghe e i diritti delle popolazioni indigene.
- Porre rimedio alla mancanza di linee guida e raccomandazioni delle Nazioni Unite sulla regolamentazione legale delle droghe in linea con la salute, i diritti umani e lo sviluppo.
- Riconoscere i danni ambientali associati alla politica sulle droghe.
Raccomandazioni per la revisione intermedia del 2024
Il Rapporto Ombra si conclude con una serie di raccomandazioni che cercano di sfruttare la revisione intermedia della Dichiarazione ministeriale sulle droghe del 2019 come un’opportunità di cambiamento per il regime di controllo delle droghe delle Nazioni Unite:
- I dibattiti e il documento finale della revisione intermedia del 2024 dovrebbero integrare gli sviluppi normativi che hanno avuto luogo alla CND, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e al Consiglio dei diritti umani dal 2019, tra cui il sostegno esplicito alla riduzione del danno, la riprogrammazione della cannabis, un nuovo linguaggio sulla discriminazione razziale nel controllo delle droghe e il principio di un’adeguata sequenzialità nello sviluppo delle alternative.
- Seguendo le raccomandazioni dell’OHCHR, il documento finale della revisione intermedia dovrebbe riconoscere la tutela della salute, dei diritti umani, dell’uguaglianza e della non discriminazione come obiettivi generali del sistema, e non ribadire gli obiettivi di eradicazione della droga.
- Il documento finale dovrebbe aggiornare l’elenco delle sfide incluse nella sezione “Bilancio” della Dichiarazione ministeriale del 2019 per incorporare i nuovi sviluppi emersi dal 2019, elencati nella sezione su “Punti ciechi” di cui sopra. Anche il piano di lavoro delle riunioni intersessionali del periodo 2024-2029 dovrebbe riflettere queste nuove sfide.
- Durante la revisione intermedia, incoraggiamo gli Stati membri a riconoscere l’esistenza di mercati legalmente regolamentati per l’uso non medico di farmaci controllati a livello internazionale e a chiedere il monitoraggio, la rendicontazione e la guida su tali mercati da parte degli organismi delle Nazioni Unite.
- Se da un lato gli Stati membri dovrebbero puntare a un documento finale adottato per consenso, dall’altro non dovrebbero esimersi dal chiedere una votazione sul testo finale per garantire l’adozione di un documento finale che inviti realmente a un cambiamento trans-formativo, anziché essere un semplice esercizio di spunta.
Raccomandazioni per la riforma strutturale del regime globale di controllo delle droghe
Gli Stati membri e gli attori delle Nazioni Unite che cercano di abbandonare il paradigma punitivo che ha caratterizzato il regime internazionale di controllo delle droghe e di trasformarlo in un sistema realmente fondato sulla salute, sui diritti umani e sullo sviluppo, dovrebbero considerare le seguenti raccomandazioni a lungo termine:
- Gli Stati membri dovrebbero istituire un meccanismo multi-stakeholder con la partecipazione della società civile, del mondo accademico e degli enti ONU competenti, responsabile di valutare le opzioni per rivedere le convenzioni ONU sulla droga al fine di aggiornare e riequilibrare il testo: (a) sancire la centralità della salute, dello sviluppo e dei diritti umani nella politica sulle droghe; (b) consentire ai Paesi di prendere in considerazione la regolamentazione legale delle droghe sotto controllo internazionale; e (c) abrogare gli impegni esistenti che vietano gli usi tradizionali delle piante classificate.
- Gli organismi delle Nazioni Unite con mandati rilevanti, tra cui l’OMS, il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo e l’OHCHR, dovrebbero elaborare linee guida e raccomandazioni basate su dati concreti su come attuare la regolamentazione legale delle droghe in linea con gli standard esistenti e le migliori pratiche in materia di salute, diritti umani e sviluppo.
- Le agenzie ONU competenti e il mondo accademico, in collaborazione con la società civile, dovrebbero aggiornare gli standard internazionali sui diritti umani e la politica sulle droghe per riflettere le ultime evidenze e le linee guida del sistema ONU, nonché includere una guida sulla regolamentazione legale delle droghe.