L’Infermiere di famiglia. di Federico Lattanzi, Betty Perticarini

Il progetto ENhANCE, cofinanziato dall’Unione Europea, si propone di definire un  Curriculum europeo per infermiere di famiglia e di comunità e mira a colmare la distanza esistente tra le attuali competenze degli infermieri e le competenze effettivamente richieste alla luce dei profondi cambiamenti socio-demografici  della popolazione.


L’infermiere di famiglia è la figura professionale che fornisce ai cittadini gli strumenti necessari al sostegno e alla gestione domiciliare di una condizione patologica, che mira alla qualità di vita del singolo e della collettività con cui si trova a stretto contatto. L’infermiere di famiglia è il professionista sanitario che garantisce l’assistenza infermieristica a differenti standard di complessità, interagendo e collaborando con i vari professionisti attivi nel territorio e nella comunità in cui opera, con lo scopo di realizzare il welfare di comunità.  L’introduzione dell’infermiere di famiglia ha l’obbiettivo di consolidare l’organizzazione assistenziale sul territorio e promuovere una maggiore omogeneità ed accessibilità dell’assistenza sociosanitaria e sanitaria domiciliare e garantire un continuum ospedale-territorio. Il suo ruolo non si limita alla gestione del paziente pluripatologico o cronico, ma emerge come figura di riferimento per la gestione ed il miglioramento della qualità di vita di un’intera comunità, soprattutto per favorire il mantenimento di un corretto stato di salute, attraverso l’insegnamento all’adozione di adeguati stili di vita e di comportamenti. Egli, infatti, si occupa di gestione   nelle reti multiprofessionali dei processi correlati all’assistenza alle cureprimarie, si occupa di prevenzione e di promozione alla salute, nonché di educazione sanitaria.

L’infermiere di famiglia è una figura giovane; si inizia a parlare della necessità dell’inserimento in società di un professionista di riferimento infermieristico a partire dal dicembre 2014, attraverso una proposta di legge volta a modificare il decreto Balduzzi, ma viene istituito definitivamente in Italia attraverso il D.M. 23 maggio 2022, n. 77 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 22 giugno 2022 1)

Nazioni come il Regno Unito e gli Stati Uniti d’America utilizzano già da tempo figure professionali simili all’infermiere di famiglia:

  • il Public Healty Nurse per l’U.K.: una figura che presta il suo servizio in grandi comunità e si occupa degli aspetti relazionali e pratici che riguardano il mantenimento e il supporto della salute del paziente;
  • il Family Nurse Pratictioner per gli U.S.A.: che agisce in collaborazione con un medico occupandosi della salute della famiglia, ponendo le basi alla riabilitazione educativa del paziente qualora fosse richiesto e più in generale attività di supporto nell’assistenza sanitaria 2.

L’infermiere di famiglia prende in carico un certo numero di persone (e quindi nuclei familiari) di un determinato territorio. Oltre che la gestione degli aspetti assistenziali, lo scopo è quello di aiutare il soggetto stesso e la sua famiglia nell’affrontare situazioni apparentemente difficili o complesse, al fine di evitare di sottoporre il malato ad ulteriori situazioni stressanti che vadano a cagionare il proprio status di salute, garantendo una risoluzione, laddove possibile, volta a ridurre ospedalizzazioni e/o peggioramento della qualità di vita. L’infermiere di famiglia e di comunità non è una figura diffusa né conosciuta dalla comunità sebbene in alcune regioni italiane sia riuscito ad inserirsi come figura di riferimento per la salute delle famiglie.

Il nostro Paese è tra i più vecchi al mondo e necessita di un rinnovamento dell’organizzazione dei servizi offerti agli anziani, al fine di gestire e tutelare al meglio quella che rappresenta un’eccellente conquista per un popolo: la longevità.3 Il progressivo invecchiamento della popolazione, responsabile dell’aumento  del numero di individui affetti da malattie croniche, determina una serie di problematiche che richiedono un profondo cambiamento dell’approccio al paziente. Per ridurre l’impatto della cronicità sulla qualità della vita dei cittadini e sulla spesa sanitaria, l’assistenza deve essere concepita e strutturata in una logica proattiva, promuovendo la prevenzione e supportando il paziente nel percorso di cura, per evitare che sopraggiungano complicanze, instabilità clinica e disabilità.

La figura dell’infermiere di famiglia e di comunità garantisce un’assistenza infermieristica incentrata sui problemi di salute e sui bisogni della persona assistita e/o della famiglia in relazione all’età, al grado di autonomia e alla necessità di mantenere e sviluppare legami affettivi.

È il professionista della salute che riconosce e cerca di mobilitare risorse all’interno delle comunità, per la promozione della salute e del benessere nella collettività. Egli lavora con l’obiettivo di aumentare la percezione, il controllo e la propria salute nel cittadino ed è il cardine di riferimento per la popolazione in una comunità. L’infermiere di famiglia e di comunità si occupa della sfera dell’assistenza primaria diretta al paziente, con necessità pratiche, e indiretta a pazienti sani, con interventi di promozione e prevenzione della salute oltre all’educazione sanitaria.

Nello specifico:

  • collabora con l’individuo nell’identificazione dei bisogni di salute nell’ottica di una educazione terapeutica al singolo, al caregiver, alla famiglia e alla collettività in termini di promozione della salute, prevenzione delle malattie e gestione di condizioni specifiche;
  • partecipa attivamente all’organizzazione di programmi volti al mantenimento delle condizioni di buona salute attraverso campagne di promozione della salute e prevenzione primaria, secondaria e terziaria;
  • favorisce l’accessibilità e l’orientamento ai servizi per una corretta presa in carico della persona assistita;
  • promuove il coinvolgimento attivo e consapevole della collettività attraverso campagne di educazione sanitaria;
  • agisce in ambiente territoriale, generando un collegamento tra strutture ospedaliere e domicilio, esercita la sua professione in ambienti domiciliari, residenziali e istituzionali, oltre che essere a disposizione ambulatorialmente.

L’infermiere di famiglia è inserito all’interno dei servizi e delle strutture del distretto sanitario e, all’interno di questo, sicuramente nella Case della Comunità sia Hub che Spoke, operando altresì anche nei luoghi di vita e socialità locale ove si possibile agire interventi educativi, di prevenzione, cura ed assistenza 4, è il responsabile dell’assistenza infermieristica familiare e comunitaria ed assicura l’assistenza diretta grazie alla sua disponibilità continuativa e azione proattiva in ambito di una rete multidisciplinare. Pone il singolo in una visione olistica e gli garantisce continuità assistenziale all’interno della sua comunità, favorendo in tal senso il concetto di continuità assistenziale, valutato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come uno degli indicatori del buon funzionamento di un Servizio Sanitario. Il suo è un lavoro realizzato a stretto contatto con l’utente, assistito presso la sua abitazione, e le persone che compongono la sua famiglia. L’interfaccia paziente/infermiere di famiglia assume un nuovo aspetto, in cui la valenza dell’infermiere non sarà più secondaria a quella del medico, ma complementare ad essa.

L’infermiere di famiglia svolge la propria professione sia in ambito familiare attraverso interventi diretti e indiretti che hanno come destinatari la persona, le sue persone di  riferimento e la sua famiglia; sia in ambito comunitario attraverso azioni rivolte alla comunità, modificando le relazioni che hanno creato il problema generando la soluzione attraverso il welfare di comunità. Ad oggi non esiste un profilo di competenze standardizzato e riconosciuto per gli infermieri di famiglia e di comunità. Il curriculum dell’infermiere di famiglia e di comunità dovrà rimarcare le competenze dell’infermiere e sarà la base della definizione di un profilo standardizzato orientato ai risultati dell’apprendimento, siano essi formali od informali, innovativo,flessibile e modulare, orientato, sostenuto ed aggiornato dalle linee guida e normative vigenti. Per poter esercitare la professione infermieristica – infermiere di famiglia è sufficiente, a seguito della laurea triennale, collaborare con le aziende sanitarie in regime di libero professionista o essere assunti direttamente dall’azienda. Non è ancora formalizzato per legge il percorso formativo, sebbene esistano dei corsi di formazione intraziendali e dei Master universitari.

Progetto enhance

L’U.E. ha finanziato 1 mln di euro nel 2021 a favore del progetto European Curriculum for Family and Community nurse – Enhance con l’obiettivo di definire il percorso formativo utile all’implementazione delle competenze per l’infermiere di famiglia e di comunità. Tale progetto è parte integrante della strategia europea che considera l’infermiere come leader dell’assistenza del ventunesimo secolo.  La necessità di gestione del paziente a domicilio è un fenomeno in graduale incremento a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita dell’uomo e delle conseguenti numerose comorbidità oltre all’incremento delle condizioni e patologie croniche. Per questo motivo l’infermieristica di comunità è destinata a diventare predominante nell’ambito della sanità. Il progressivo trend di invecchiamento ed i nuovi bisogni di assistenza pongono le istituzioni di fronte alla necessità di rinnovare ed introdurre nuove strategie di welfare. Tra queste spicca ai primi posti la gestione domiciliare di persone affette da patologie croniche, con particolare attenzione alla qualità di vita e ai costi legati alla quotidianità. L’Unione Europea evidenzia l’importanza della famiglia e della comunità nel processo di invecchiamento e sottolinea la necessità di intervento su assistenza sanitaria primaria, prevenzione della fragilità, screening e diagnosi precoce. Il progetto fa parte di una strategia volta a ridurre i ricoveri impropri, considerando il ruolo dell’infermiere di famiglia centrale, indispensabile per il supporto al paziente e alla sua famiglia sia sotto il profilo professionale che assistenziale, riducendo così il numero dei ricoveri. 5

Conclusioni

La società italiana sofferente da imponenti cambiamenti negli ultimi decenni, ove in ambito sociosanitario risalta l’invecchiamento della popolazione, il quale determina nuovi bisogni assistenziali. Risalta come necessario e urgente per gli infermieri uno sviluppo professionale che si avvalga dell’interazione di formazione, ricerca e leadership: viene inserita, quindi, in questo contesto, la figura dell’infermiere di famiglia e comunità, presente da molti anni, ma ancora non si dà la giusta importanza e responsabilità. A lui verrà quindi richiesto di essere competente come: erogatore di assistenza, decisore, comunicatore, leader di comunità, manager. Tutte competenze che si andranno ad acquisire attraverso il processo di sviluppo delle competenze di base, cioè quelle che consentiranno all’infermiere di famiglia di essere efficiente ed efficace nell’identificare e valutare lo stato di salute ed i bisogni degli individui e delle famiglie nel loro contesto culturale e di comunità. Attualmente gli infermieri sono il più numeroso gruppo di professionisti sanitari dell’Italia (oltre 350.000) 6 e del mondo (oltre 23 milioni) 7, ciononostante è sempre più evidente la grande carenza di personale infermieristico, la necessità di intervento nelle strategie di welfare e di un percorso concordato e continuativo che accompagni la popolazione ad un miglioramento o mantenimento della qualità di vita, soprattutto rispetto al soggetto che necessita di supporto assistenziale, affinché venga garantito un sistema sanitario collegato tra ospedale e territorio ed una assistenza standardizzata e personalizzata alle necessità soggettive, in grado di rispondere al meglio ai bisogni emergenti di salute, seguendo le normative e le innovazioni vigenti. Il rinnovo dell’ideologia comune, l’inserzione di nuovi input e nuovi stimoli a favore dello sviluppo di una professione risultano oggi fondamentali. L’infermiere va supportato e stimolato all’implementazione della formazione e ricerca personali e professionali con lo scopo di migliorare il profilo di assistenza di cure del paziente. Questi elementi permettono di individuare nuove necessità, prima tra tutti lo sviluppo e la responsabilizzazione da parte del sistema di un professionista formato e pronto ad affrontare il sistema un sistema in evoluzione.

Lo sviluppo di un progetto europeo volto alla definizione di un curriculum formativo standardizzato ha lo scopo di far conoscere e diffondere la figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità affinché diventi un punto di riferimento per la costruzione di una società sana e valevole per gestione, miglioramento e mantenimento della qualità di vita.

Federico Lattanzi: Infermiere, U.O.C. Postazioni Territoriali Emergenza Sanitaria 118 – Azienda Sanitaria Territoriale di Ancona (AN)

Betty Perticarini: Infermiere, U.O.C. Medicina e Chirurgia D’urgenza – Azienda Sanitaria Territoriale di Fermo (MC)

  1. BIBLIOGRAFIA

1 Decreto-Legge del 19 maggio 2020, n. 34 convertito con modificazioni dalla Legge 17 luglio 2020, n. 77 (in S.O. n. 25, relativo alla G.U. 18/07/2020, n. 180);

2 Infermiere di famiglia, il futuro dell’assistenza. Dott. Andrea Ferretti. Pubblicato in Rivista: specializzazioni infermieristiche, 31 Oct. 2017;

3 Long Term Care. Di Manuela Creti. May 29th, 2020;

Ministero Della Salute, Decreto 23 maggio 2022, n. 77. Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale;

5 EU Programme For Education, Training, Youth And Sport. European Curriculum For Family And Community Nurse, May 31th, 2021;

6 Istat (censimento 2021), Personale Sanitario, Roma;

7 National Health Workforce Accounts, World Health Organization, 2019. Ultimi dati disponibili 2013–2018.

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