UPB, AUDIZIONE LEGGE BILANCIO: sanità, tensione per il SSN, rischio disavanzi regionali

La Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), Lilia Cavallari, è intervenuta oggi in audizione presso le Commissioni Bilancio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, riunite in seduta congiunta nell’ambito delle audizioni preliminari all’esame del disegno di legge di bilancio 2024-2026. Di seguito una sintesi della memoria presentata dalla Presidente dell’UPB.

Il quadro macroeconomico e i rischi all’orizzonte

Il contesto in cui si inserisce il disegno di legge di bilancio appare fragile e incerto, soprattutto con riferimento al quadro globale. L’economia internazionale è scossa da una nuova guerra in Medio Oriente, che mina le prospettive economiche mondiali e che ha già avuto prime ripercussioni sui mercati, esponendo il sistema economico internazionale a shock difficilmente prevedibili e potenzialmente molto rilevanti. Nelle scorse settimane è aumentata la volatilità dei mercati delle materie prime energetiche (fig. 1); la produzione di gas di Israele è modesta ma la chiusura precauzionale dell’impianto del Tamar può indirettamente ripercuotersi sull’offerta di gas naturale liquefatto all’Europa. Le tensioni geopolitiche sono in continua e rapida evoluzione, da esse possono scaturire nuovi shock macroeconomici avversi anche in tempi molto brevi …leggi tutto su UPB

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Comunicato stampa

dal capitolo: Sanità

Gli interventi previsti per il settore sanitario sembrano confermare il ritorno alle impostazioni precedenti la fase di emergenza sanitaria, quando il SSN, pur presentando una spesa contenuta sia in termini pro-capite, sia in rapporto al PIL e buoni indicatori di salute, appariva sottoposto a forti tensioni. A un quadro a legislazione vigente caratterizzato da un tendenziale ridimensionamento della quota di risorse allocate alla sanità pubblica nel medio periodo vengono aggiunti alcuni finanziamenti volti, da un lato, a ripristinare approssimativamente uno scenario a politiche invariate e, dall’altro lato, ad affrontare le emergenze più immediate. Non si assiste ancora a quel potenziamento strutturale del SSN che sembrava essere diventato un obiettivo condiviso nella fase dell’emergenza sanitaria.

Il DDLB prevede un incremento del fabbisogno sanitario nazionale standard di 3 miliardi nel 2024, 4 nel 2025 e 4,2 nel 2026 e l’attuazione di una serie di misure. Sulla base delle poche informazioni disponibili, gli stanziamenti appaiono prudenziali per il 2025 e il 2026, mentre per il 2024 non si può escludere una maggiore spesa superiore all’incremento del finanziamento. Tra l’altro anche la revisione dei tetti della spesa farmaceutica, cui la Relazione tecnica non attribuisce effetti di bilancio, potrebbe assorbire risorse del SSN per circa un centinaio di milioni.

Sommando agli importi tendenziali indicati nella NADEF il maggiore finanziamento assicurato dal DDLB emerge che la quota di spesa sanitaria corrente sul PIL nel 2024 tornerebbe sui livelli del 2019, l’anno precedente quello in cui si è diffusa la pandemia, quando era pari al 6,4 per cento. Nel 2026 tale quota scende di un decimo di punto, anche perché non sono ancora finanziati i rinnovi contrattuali per il triennio 2025-27.

Nel 2024 gli incrementi di spesa riguardano principalmente: gli aumenti relativi al triennio di contrattazione che si concluderà nel prossimo anno; l’incentivo economico per l’erogazione di prestazioni aggiuntive; l’incremento delle risorse per acquisire servizi privati, attraverso le modifiche dei tetti e budget di spesa previsti per le singole voci di acquisto; la revisione del sistema di remunerazione delle farmacie.

Per il biennio 2025-26 sono incrementate le risorse soprattutto per potenziare il personale dell’assistenza territoriale (in deroga al tetto di spesa, che non viene rivisto), per aggiornare i livelli essenziali di assistenza (LEA) e per perseguire gli obiettivi prioritari e si amplifica l’impatto di altre misure adottate già dal 2024. Il rafforzamento del personale dunque è previsto solo dal 2025 e a esso sono destinate risorse inferiori a quelle concesse per acquisire prestazioni dal settore privato accreditato.

Alcuni fattori concorrono al rischio che nel 2024 possano emergere disavanzi nei bilanci dei Servizi sanitari regionali (SSR). Oltre alle differenze tra i maggiori finanziamenti assegnati dal DDLB e le misure ivi previste, vi è l’eventualità che gli oneri di tali misure risultino superiori alle stime della Relazione tecnica con riguardo ai tetti della spesa farmaceutica. In secondo luogo, nel prossimo anno, grazie all’approvazione delle tariffe delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e dell’assistenza protesica, i nuovi LEA, introdotti nel 2017, diverranno esigibili. In terzo luogo, resta aperto il contenzioso con le imprese che forniscono dispositivi medici al SSN sui rimborsi a queste richiesti, pari a metà dello sforamento del tetto di spesa imposto dalla legge (il cosiddetto pay-back). Nel biennio 2025-26 poi andranno finanziati con nuove risorse i contratti per il triennio 2025-27. Ulteriori difficoltà, in tutto il periodo di programmazione, potrebbero sorgere in relazione alle carenze di personale sanitario. Infine va considerata l’incertezza su una nuova ripresa dei prezzi dei beni energetici e il loro eventuale impatto per il settore sanitario.

Da un confronto internazionale su dati OCSE relativi a Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito si evince che la spesa sanitaria a parità di potere d’acquisto è aumentata nel 2020 e nel 2021 sia a prezzi correnti, sia a prezzi costanti, sospinta dall’emergenza sanitaria, mentre nel 2022, a fronte di un’ulteriore crescita in termini nominali in tutti i paesi tranne il Regno Unito, si osserva ovunque, con l’eccezione della Spagna, una riduzione in termini reali, particolarmente accentuata nel Regno Unito (-6 per cento), che ha registrato il maggiore aumento nel biennio precedente (+19 per cento), e in Italia (-4 per cento), dove, al contrario, si era verificato il minore incremento (+6 per cento).

Se si volesse calcolare l’evoluzione del potere d’acquisto della spesa sanitaria in Italia nell’anno in corso e nel triennio di programmazione si osserverebbero variazioni negative nel 2023, nel 2024 e nel 2026, ma dati i limiti di questo esercizio appare più rilevante esaminare la questione attraverso un approfondimento sulle singole voci di spesa. In questo caso emerge come la recente fiammata inflazionistica abbia colpito la spesa sanitaria principalmente attraverso l’incremento dei costi per alcuni specifici acquisti di beni e servizi. A ciò si è fatto fronte attraverso le risorse specificamente assegnate, anche se la copertura del maggiore onere nel 2022, rispetto all’anno precedente, è stata diversa per le differenti Regioni (in seguito il criterio di riparto è stato modificato).

Tuttavia, il controllo mantenuto sulle altre voci di spesa ha implicato situazioni di sofferenza per il personale (perdita di potere d’acquisto) e pressioni per aumenti del fatturato da parte delle industrie del settore e dei fornitoriPotrebbe essersi verificato anche qualche effetto sulle quantità di beni e servizi sanitari che il SSN ha potuto acquistare per erogarli ai cittadini. Le risorse addizionali destinate al SSN dalla manovra per il 2024 coprono le remunerazioni dall’incremento dei prezzi solo in parte e offrono di fatto qualche risposta alle richieste del settore privato, agendo principalmente sul fatturato (tranne che per le farmacie) e cercando così di favorire l’ampliamento delle prestazioni.

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