In occasione della Settimana mondiale dell’allattamento (SAM), che si è tenuta dal 1 al 7 agosto 2023, è stato pubblicato sul sito dell’OMS Europa un contributo sulle politiche di promozione e sostegno all’allattamento attive in Norvegia.
È noto che i tassi di allattamento nella Regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono i più bassi al mondo. Alcuni Paesi sono riusciti a invertire questa tendenza attraverso una serie di politiche sociali efficienti, come la Norvegia che ha sviluppato un quadro strutturato e in costante ottimizzazione in tema di congedo parentale e sostegno all’allattamento, grazie all’attivismo dei gruppi femministi norvegesi e dei gruppi di sostegno da mamma a mamma.
In Norvegia per i genitori sono previsti dodici mesi di congedo retribuito suddivisi in una quota destinata alla mamma, una al padre o all’altra mamma e in un periodo che può essere liberamente condiviso tra i genitori. Ciascuna quota genitoriale è composta da un minimo di quindici settimane con retribuzione al 100% a un massimo di diciannove settimane con retribuzione all’80%. Le ultime tre settimane prima della nascita e le prime sei settimane dopo il parto sono riservate alla mamma. Il periodo condiviso, dalle sedici alle diciotto settimane, può essere utilizzato da entrambi i genitori. Oltre a questo congedo retribuito, ciascun genitore ha diritto a un ulteriore anno di congedo non retribuito.
La politica norvegese sulla suddivisione in tre quote del congedo parentale è stata progettata per evitare che un lungo congedo materno ostacoli la carriera professionale e la crescita salariale delle donne, promuovere la condivisione genitoriale della cura del figlio e della figlia e dei lavori domestici e favorire l’attaccamento tra padre e bambino e bambina. Tuttavia, quasi la metà delle madri, dopo il periodo di congedo retribuito, richiede un ulteriore congedo non retribuito.
Inoltre, le mamme norvegesi sul posto di lavoro hanno diritto a un’ora di pausa retribuita al giorno per allattare e in alcuni settori lavorativi, come quello pubblico, la pausa per l’allattamento è estesa fino a due ore. Nonostante ciò, per le donne che lavorano con i turni è spesso difficile avvalersi di questo diritto.
Prolungare il congedo materno
In Norvegia, è in corso un dibattito sulla necessità di estendere il congedo di maternità ad almeno trentasei settimane dopo il parto con retribuzione al 100%. Questa scelta potrebbe consentire a più madri di allattare oltre i sei mesi previsti di allattamento esclusivo, come raccomandato dall’OMS.
L’allattamento ha comprovati benefici sulla salute materna e infantile e sullo sviluppo neurocognitivo di bambine e bambini. Il latte materno è un sistema biologico complesso che risponde a tutti i bisogni di crescita sia dal punto di vista nutritivo sia di espressione epigenetica ottimale e di sviluppo del microbioma. Inoltre, i bambini e le bambine allattati hanno meno probabilità di essere sovrappeso o obesi e di ammalarsi di diabete. Per quanto riguarda la salute delle donne, è ampiamente dimostrato che allattare riduce il rischio di sviluppare un cancro al seno e alle ovaie e diversi studi hanno evidenziato effetti positivi su alcuni indicatori di salute come l’indice di massa corporea (BMI), la pressione sanguigna, la salute mentale e gli stili di vita. Questi risultati sono particolarmente evidenti nelle donne al primo parto e con poche risorse.
Non solo, l’allattamento sostiene la produzione e la sicurezza alimentare, la riduzione dell’impatto ambientale e contribuisce a ridurre le disuguaglianze sociali.
Il modello norvegese offre spunti preziosi per le politiche di protezione, promozione e sostegno dell’allattamento, indirizzate a una responsabilità genitoriale condivisa, equa e flessibile.
La speranza è che sempre più Paesi si impegnino per creare ambienti favorevoli alle madri che allattano, rendendo l’allattamento una pratica normale anche nei luoghi di lavoro. È di fondamentale importanza che i governi e i sistemi sanitari riconoscano l’allattamento una priorità per la salute e il benessere della prossima generazione.
Il progetto europeo 4E-PARENT
A gennaio 2023 è stato lanciato il progetto 4E-PARENT – “Essere padri, prendersi cura”, che si avvale di un finanziamento europeo, vede l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) capofila e la partecipazione di diversi partner: il Centro per la salute del bambino (CSB), l’associazione il Cerchio degli Uomini, l’agenzia di editoria scientifica Zadig, la società di consulenza Deep Blue, la Rete degli uomini Maschile Plurale, la rete per lo sviluppo delle bambine e dei bambini International Step by step Association (ISSA) e può contare inoltre sul supporto del Comitato Italiano per l’UNICEF, dell’Associazione culturale pediatri (ACP) e dell’Istituto Ricerca Intervento Salute (IRIS).
L’obiettivo principale del progetto è il coinvolgimento dei padri nella cura dei propri figli e figlie fin dalla nascita, in maniera concreta ed empatica. Promuovere una mascolinità accudente nella genitorialità ha numerosi esiti positivi sui piani psicofisico e sociale, sia nei bambini e nelle bambine sia nella coppia, tra cui la prevenzione della violenza domestica e la decostruzione degli stereotipi di genere.
Prevede inoltre di supportare la modifica delle politiche e delle pratiche organizzative e professionali che oggi sono un ostacolo alla genitorialità equa e condivisa, sia per le donne sia per gli uomini. In Italia, infatti, la legislazione assegna solo dieci giorni di congedo di paternità obbligatori, più uno facoltativo. Diventa, quindi, importante fare advocacy per creare un quadro politico e un ambiente di lavoro favorevole a un coinvolgimento equo dal punto di vista del genere, precoce e proattivo dei padri nelle cure genitoriali. Le azioni di 4E-PARENT prevedono la partecipazione diretta di padri e madri nella comunità, attraverso azioni di formazione, comunicazione e attivazione di reti di sostegno, con il coinvolgimento del personale del settore della salute, sociale, educativo, terzo settore ed enti locali, e di chi prende le decisioni politiche in tema di welfare e salute.
- la notizia sul sito dell’OMS Europa
- la pagina di EpiCentro dedicata al progetto 4E-PARENT e il sito del progetto.
fonte: EpiCentro