La promozione della salute mentale è una questione al centro delle finalità del Forum salute mentale e vive da tempo una condizione di grande criticità e isolamento, soprattutto perché mancano riscontri e interlocuzioni del mondo della politica e delle Istituzioni. Un’opportunità per verificare quale rilevanza sia riconosciuta ai problemi che ci appassionano, se, quanto e come siano presi in considerazione e trattati è data dalla presentazione agli inizi del corrente anno alla Camera dei Deputati delle mozioni nelle quali i Gruppi parlamentari illustrano le proprie posizioni sullo stato e i problemi del Servizio sanitario nazionale.
– La mozione del Movimento 5 Stelle a prima firma dell’on. Gilda Sportiello, sottolinea la necessità, fra le altre, dell’’implementazione di ulteriori setting territoriali, quali salute mentale, dipendenze patologiche, neuropsichiatria infantile e l’assistenza psicologica di base”. Particolare importanza è assegnata al Consultorio “ luogo multiprofessionale di prevenzione e assistenza primaria e di tutela socio-sanitaria attraverso un supporto multidisciplinare alla persona, alla coppia e alla famiglia, in tutte le varie fasi del suo evolversi e crescere come nucleo; il consultorio avrebbe dovuto essere messo in condizioni di poter rispondere in maniera personalizzata, attraverso consulenze e prestazioni specialistiche, a tutte le problematiche connesse alla sessualità, all’infertilità e alla contraccezione, alla gravidanza, alla nascita e post partum, all’interruzione volontaria di gravidanza, alla menopausa, ai problemi andrologici, al disagio psicologico e al disagio familiare, alla ludopatia e alle dipendenze, ai fenomeni di bullismo, al disagio dei giovani, all’integrazione culturale di immigrati”.
Posto che la legge n. 833 del 23 dicembre 1978, istitutiva del Servizio sanitario nazionale, “ha dato all’Italia la patente di uno dei migliori sistemi di salute pubblica al mondo, la sostenibilità economica del Servizio sanitario nazionale non può e non deve passare attraverso una compressione del diritto alla salute e non può passare attraverso la riduzione di risorse economiche e umane, né può tradursi in una privatizzazione di fatto”.
Ciò premesso, il Movimento 5 Stelle chiede, fra le altre cose, al Governo di investire adeguate risorse sulla formazione dei medici e del personale sanitario, programmando e ridefinendo percorsi formativi in relazione ai fabbisogni futuri di professionalità mediche e sanitarie e ai fabbisogni di assistenza alla popolazione, in particolare incrementando e valorizzando le figure professionali che operano sul territorio (punto 11); di adottare iniziative volte a dare completa e capillare attuazione alla legge n. 405 del 1975 sui consultori quali presidi indispensabili per l’integrazione socio-sanitaria e di prevenzione, garantendo che siano dotati di risorse economiche adeguate e di professionisti in grado di realizzare un approccio multidisciplinare compiuto. (punto 27)
Nessun riferimento ai DSM.
La mozione Azione – Italia viva- Renew Europe, prima firmataria l’on. Elena Bonetti, critica la riforma del Titolo V che ha comportato la creazione di 21 Sistemi sanitari regionali con situazioni di continui deficit, un alto livello di frammentazione ed eterogeneità, e differenze notevoli sia per quanto riguarda l’accesso alle cure sia per la qualità dell’assistenza sanitaria.
L’esperienza della pandemia ha messo in evidenza la necessità di strutture un servizio di prevenzione e cura nell’ambito della salute mentale e di supporto anche di carattere psicologico nelle patologie gravi, con particolare riferimento a disturbi del comportamento alimentare; in tale contesto, è urgente attuare la legge 7 aprile 2022, n. 32 (cosiddetto «Family Act»), che all’articolo 2, comma 2, lettera d), prevede «ulteriori misure di sostegno e contributi vincolati alle famiglie per le spese sostenute per i figli con disabilità, con patologie fisiche o psichiche invalidanti, compresi i disturbi del comportamento alimentare, ovvero con disturbi specifici dell’apprendimento o con bisogni educativi speciali, comprese le spese di cura e di riabilitazione e per attività terapeutiche e ricreative svolte da soggetti accreditati, fino al completamento della scuola secondaria di secondo grado». La mozione chiede al Governo di “portare avanti un piano strutturato di servizi territoriali per la presa in carico della salute mentale, anche in collaborazione con il sistema scolastico ed educativo, e ad adottare i decreti attuativi di cui alla legge n. 32 del 2022 per il rimborso alle spese sostenute dalle famiglie per i figli con disabilità, con patologie fisiche o psichiche invalidanti, compresi i disturbi del comportamento alimentare, ovvero con disturbi specifici dell’apprendimento o con bisogni educativi speciali, comprese le spese di cura e di riabilitazione svolte da soggetti accreditati” (punto 12).
Per la mozione di Fratelli d’Italia, primo firmatario l’on. Luciano Ciocchetti ,
- è necessario il rafforzamento delle strutture diagnostico-terapeutiche soprattutto per patologie ad alta complessità clinica ed assistenziale come la malattia di Alzheimer; si sottolinea la situazione, aggravata con la pandemia, “in cui sono costretti ad operare all’interno dei dipartimenti di salute mentale, sottoposti a condizioni drammatiche acuite da problematiche sociali ed economiche che rendono sempre più difficile l’erogazione delle prestazioni necessarie; occorrono iniziative concrete e immediate sul territorio per ricucire la rete pubblica dei DSM, sempre più sfilacciata, al fine di poter realizzare una salute mentale comunitaria, in grado di dare risposte integrate ai diversi aspetti biologici, psicologici e sociali”. I sottoscrittori impegnano il Governo a sostenere e promuovere protocolli di accoglienza, presa in carico e cura avanzata per le persone con disabilità intellettiva e relazionale all’interno dei percorsi sanitari e sociosanitari affrontando altresì in modo determinato i problemi della salute mentale, anche attraverso una riorganizzazione sul territorio e per le emergenze, e avviando un percorso concreto che consenta alle regioni di attuare fin dal 2023 un piano straordinario di assunzioni, secondo gli standard per l’assistenza territoriale dei servizi di salute mentale (punto 5); a prepararsi all’arrivo di nuove soluzioni terapeutiche per il trattamento di patologie attualmente senza cura e ad alta prevalenza e disagio sociale come l’Alzheimer, attuando nuovi modelli di identificazione precoce dei pazienti e presa in carico da parte delle strutture specializzate e creando strumenti di fast track per l’accesso ai farmaci innovativi (punto 26).
La mozione del Partito Democratico, primo firmatario l’on. Marco Furfaro,
– dichiara di opporsi alla proposta di una autonomia differenziata in materia sanitaria che cancellerebbe il nostro il Servizio
sanitario nazionale (Ssn), “tradendone i principi di universalità, equità e solidarietà, per cui tutti i cittadini, indipendentemente da origini, residenza e censo devono essere curati allo stesso modo con oneri a carico dello Stato, mediante prelievo fiscale su base proporzionale”;
– dichiara importante “ridare slancio ai consultori istituti con la legge n. 405 del 1975 quali servizi sociosanitari integrati di base, con competenze multidisciplinari per attuare gli interventi previsti a tutela della salute della donna, delle persone in età evolutiva e in adolescenza, delle coppie e delle famiglie” inserendoli a pieno titolo nella riorganizzazione territoriale prevista dal PNRR e dagli atti attuativi”;
– registra “tra le tante nefaste conseguenze della pandemia di COVID-19 l’aumento del disagio psicologico nelle persone più fragili e tra i giovani, “un problema urgente di cui solo un Servizio sanitario nazionale rafforzato con risorse e professionalità può farsi adeguatamente carico”;
– afferma che “il benessere psicologico deve diventare un obiettivo fondamentale per il nostro Servizio sanitario nazionale, perché è un requisito fondamentale per la qualità della vita individuale, sociale e per la salute” e che a tale scopo vanno adottati programmi centrati sulla scuola come luogo dello sviluppo della persona e sui servizi sociali come strumenti di un welfare inclusivo;
– sostiene il diritto al sostegno psicologico e alla psicoterapia e per garantire tale diritto, “occorre dotare il Paese di una rete di prevenzione e promozione psicologica pubblica”
– impegna il Governo a salvaguardare e potenziare su tutto il territorio nazionale l’universalità, l’uguaglianza e la qualità delle prestazioni di cura ed assistenza erogate dal Servizio sanitario nazionale (punto 1); ad aggiornare, al fine di garantire l’effettiva tutela della salute mentale quale componente essenziale del diritto alla salute, i livelli essenziali di assistenza di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, 12 gennaio 2017, privilegiando percorsi di cura individuali in una prospettiva di presa in carico della persona nel complesso dei suoi bisogni, per una piena inclusione sociale secondo i principi della «recovery» e sulla base di un processo partecipato (punto 27) ; ad adottare iniziative per sviluppare la rete dei consultori familiari quali servizi territoriali, di prossimità, multidisciplinari, fortemente integrati con altri presidi socio-sanitari e caratterizzati da un approccio olistico alla salute, a tutela della salute della donna, degli adolescenti, della coppia e della famiglia diffusi sull’intero territorio nazionale e orientati ad attività di prevenzione e promozione della salute (punto 28).
La mozione di Alleanza Verdi e Sinistra, prima firmataria l’on. Luana Zanella afferma che:
– la pandemia da Covid ha comportato la diminuzione della speranza di vita, ha inciso pesantemente sul disagio psicologico tra le ed i giovani;
– i servizi di psichiatria (sic!) in Italia presentano da anni numerose criticità, negli anni scorsi si è assistito ad un calo dei dipartimenti, passati da 183 a 141, così come si registrano in calo i posti letto, ridottisi di 400 posti, una percentuale del 10 per cento; così come si assiste ad una carenza del personale che produrrà tra 2 anni la mancanza di mille psichiatri e circa 10 mila tra infermieri e altro personale; le risorse, anch’esse in calo sono ampiamente sotto la media europea, destiniamo il 2,9 per cento del Fondo sanitario mentre in sede di Unione europea si indica una percentuale del 10 per cento; contestualmente in corso una riduzione anche degli utenti passati dai 850 mila del 2017 ai 730 mila del 2020, una riduzione non dovuta certo ad una diminuzione delle patologie mentali, anzi, i problemi di salute mentale risultano in crescita costante e il Covid ha ulteriormente incrementati;
– l’emergenza legata alla pandemia ha posto ancor più in evidenza come la salute di territorio abbia bisogno di una profonda riorganizzazione, nell’ottica di un sistema integrato che metta al centro le persone e le comunità, attraverso la promozione dei servizi sanitari e sociosanitari di prossimità nella logica del lavoro di rete dei presidi territoriali.
Sulla base di tali premesse la mozione impegna il Governo:
– a garantire che il Servizio sanitario nazionale pubblico e universalistico sia tale in piena attuazione della legge n. 833 del 1978, nonché dell’articolo 32 della Costituzione, in particolare adottando iniziative volte a prevedere un finanziamento del Fondo sanitario nazionale in linea con la media delle risorse stanziate dai Paesi dell’Unione europea, assicurando un livello di risorse che garantiscano l’effettiva erogazione dei livelli essenziali di assistenza uniforme su tutto il territorio nazionale e la loro ulteriore implementazione (punto 1);
– a recedere dall’intervento normativo in materia di autonomia differenziata e al contempo ad assumere tutte le iniziative necessarie, anche di aumento delle risorse economiche, al fine di garantire uniformità dei livelli delle prestazioni e universalità al diritto alla salute in coerenza con il dettato costituzionale (punto 2);
– ad adottare le iniziative di competenza volte a istituire l’Agenzia nazionale per la salute mentale, come proposto dalla Società di neuropsicofarmacologia, dalla Società italiana di psichiatria, dalla Società di neuropsichiatria infantile e dalla Federazione dei dipartimenti delle dipendenze, allo scopo di coordinare le risorse e indirizzarle in maniera adeguata secondo criteri di evidenza scientifica, al fine di applicare in tutte le regioni in maniera uniforme i protocolli diagnostico-terapeutici, anche sostenendo e avviando campagne capillari per affermare il concetto di prevenzione in tutta la popolazione;
– ad assumere iniziative ed individuare adeguate risorse economiche per la completa e uniforme, sul territorio nazionale, attuazione della legge 29 luglio 1975, n. 405, che ha istituito i consultori come servizi sociosanitari integrati di base, con competenze multidisciplinari, determinanti per la promozione e la prevenzione nell’ambito della salute della donna e dell’età evolutiva.
Nota di commento: la rassegna delle mozioni parlamentari sui problemi aperti nel SSN ci dice quanto partiti politici e parlamentari siano lontani dalle questioni che ci inquietano e appassionano. Allo stato delle cose, se nei luoghi dove si decide non aumentano la voglia di capire e sapere, l’unica speranza che resta al movimento per la salute mentale è che al Servizio sanitario nazionale siano garantite vita e prosperità e che si potenzino i Consultori famigliari.
fonte: numero 2/2023 di Psicoterapia e scienze umane