Nelle prossime settimane il Parlamento europeo voterà sul Rapporto sugli insegnamenti tratti dalla pandemia di Covid-19 e sulla revisione della legislazione del farmaco. Il Forum Disuguaglianze e Diversità lancia una campagna a sostegno della creazione di un’infrastruttura pubblica europea autonoma e senza finalità di profitto per lo sviluppo di nuovi farmaci e vaccini
Oggi la Commissione speciale COVI del Parlamento europeo è chiamata a votare gli emendamenti al Rapporto sugli insegnamenti tratti dalla pandemia di Covid-19 e sulle lezioni per il futuro. Gli europarlamentari dovranno esprimersi in merito alla gestione di questa emergenza sanitaria globale da parte delle istituzioni europee e al loro rapporto con le aziende farmaceutiche private nella produzione dei vaccini. Il dibattito all’interno della Commissione è stato molto acceso e sono oltre 3000 gli emendamenti presentati dai parlamentari che ne fanno parte.
In occasione di questo appuntamento, il Forum Disuguaglianze e Diversità lancia con un video la campagna “Salute bene comune” che durerà fino alla votazione del Rapporto in plenaria (che avverrà indicativamente il 10 luglio), per portare all’attenzione degli europarlamentari l’urgenza di orientare maggiormente la ricerca nell’interesse pubblico e al tempo stesso sensibilizzare tutti i cittadini e le cittadine su un tema così cruciale, invitandoli a scrivere ai loro rappresentanti e a firmare una petizione.
A dare forza a questa campagna ci sono i risultati dello studio indipendente redatto su richiesta del Parlamento europeo da Massimo Florio e Simona Gamba (Università di Milano) e da Chiara Pancotti (CSIL), che con una stima inedita ha evidenziato come il rischio finanziario per la realizzazione dei vaccini sia stato assunto soprattutto dai contribuenti (30 miliardi in tutto di fondi pubblici a rischio) più che dall’industria farmaceutica (16 miliardi in tutto) che poi li ha venduti a prezzi monopolistici, pesando sulle casse pubbliche fino a dieci volte il costo di produzione.
Al grosso rischio assunto dagli Stati rispetto a quello delle imprese non ha corrisposto un diritto di comproprietà della conoscenza prodotta. Questo ha significato non permettere a terzi di produrre i vaccini per consentire di agire ovunque e nel più breve tempo possibile per arginare la pandemia e una spesa elevata per l’acquisto dei vaccini che ha gravato sulle casse dei sistemi sanitari nazionali.
Tuttavia, ancora oggi, dopo oltre 190mila morti di Covid 19 solo in Italia, l’Europa non si è ancora attrezzata per affrontare la prossima epidemia. Eppure una strada diversa è possibile. Serve una radicale scelta politica come quella di creare un’infrastruttura pubblica europea autonoma e senza finalità di profitto per lo sviluppo di nuovi farmaci e vaccini.
Una proposta fatta propria anche da alcuni membri del Parlamento che hanno presentato emendamenti al testo del Rapporto COVI, e che il Forum Disuguaglianze e Diversità ha lanciato per la prima volta nel Rapporto “15 proposte per la giustizia sociale” del 2019 e che rilancia adesso con la campagna “Salute bene comune”. Già prima della pandemia era infatti chiaro che un’impresa pubblica europea in grado di controbilanciare i grandi monopoli tecnologici privati in un settore come la salute, dove è massima l’urgenza di assicurare la giustizia sociale, fosse necessaria.
Dopo la votazione di oggi, 12 giugno, il Rapporto approderà in seduta plenaria del Parlamento europeo Inoltre in seguito il Parlamento europeo dovrà pronunciarsi sulla revisione della legislazione del farmaco. Per questo motivo, oltre alla diffusione del video, il Forum Disuguaglianze e Diversità ha inviato una lettera a tutti gli europarlamentari italiani per chiedere a ciascuno di impegnarsi a sostenere la proposta.
Per supportare la campagna tutti i cittadini e le cittadine possono inoltre firmare la petizione “Una infrastruttura europea per i vaccini, farmaci e innovazione biomedica” che ha già ricevuto la firma di importanti personalità e associazioni impegnate da anni per il diritto alla salute pubblica.