CORTE DEI CONTI, RAPPORTO 2023: grave deficit sanitario, spesa sociale in calo. A rischio effettiva progressività fiscale e finanziamento welfare

Con il Rapporto 2023 sul coordinamento della finanza pubblica la Corte dei conti offre al Parlamento spunti e analisi sullo stato e le prospettive delle politiche di bilancio. Il Documento, approvato dalle Sezioni riunite in sede di controllo lo scorso 17 maggio, è articolato in quattro parti. … Il Rapporto 2023 – Presentazione

Il Rapporto 2023 integrale

Il comunicato stampa

Riportiamo di seguito quattro dei capitoli del Rapporto: SPESA SANITARIA, SPESA ASSISTENZIALE, IRPEF, QUALE RIFORMA?, SPESA PREVIDENZIALE

LA SPESA SANITARIA

  1. La spesa sanitaria è oggi, dopo la difficile fase pandemica, alla ricerca di nuovi equilibri (capitolo 9). La contabilità nazionale ha di recente dato conto di un sistema che conferma, anche nel 2022, una spesa in riduzione in termini di prodotto e che assume, nelle previsioni del Governo nel DEF 2023, un profilo in continua flessione anche nel prossimo triennio. Una “normalizzazione” in attesa che i fenomeni demografici portino a nuovi incrementi.

Si tratta di un quadro che trova nei conti regionali (diversi per natura, ma essi stessi fonte della contabilità pubblica) ulteriori elementi, che consentono di chiarire il percorso e valutarne le implicazioni anche guardando oltre i soli dati contabili. Il risultato di esercizio, misurato quale differenza tra le entrate previste dallo Stato per la copertura dei LEA e le spese sostenute per l’assistenza sanitaria, si presenta in netto peggioramento. …leggi tutto il capitolo

LA SPESA PER L’ASSISTENZA

  1. Nel 2022 la spesa per l’assistenza è tornata ai livelli del 2020 (circa 67 miliardi di euro), dopo l’aumento registrato nel 2021 (+1,5 per cento). La contrazione ha interessato in particolare le prestazioni sociali in denaro (-8,4 per cento), determinata dalla riduzione delle erogazioni per altri assegni e sussidi (34 miliardi nel 2021 e circa 29 nel 2022), sebbene abbiamo inciso gli interventi a sostegno della accresciuta spesa energetica delle famiglie.

Le prestazioni sociali in natura (circa 13 miliardi) si presentano in controtendenza con un incremento significativo rispetto al 2021 (+36 per cento) riferibile sostanzialmente alle prestazioni “corrispondenti a beni e servizi prodotti dai produttori market”, passate da 5,8 miliardi nel 2021 a circa 9 miliardi nel 2022, che acquisiscono l’estensione dei bonus sociali sui prezzi dell’energia, del gas e idrici. La maggior parte di questo incremento è incluso nella voce “esclusione sociale non altrove classificata” (5 miliardi), la cui natura residuale non consente di effettuare valutazioni sulle determinanti di tale crescita (…)

La spesa del Reddito di cittadinanza (RdC) è stata di 8,3 miliardi tanto nel 2021 che nel 2022. Per il 2023, la spesa autorizzata è stata fissata in 7,8 miliardi… leggi tutto il capitolo

L’IRPEF: VERSO QUALE RIFORMA?

  1. Nei prossimi anni, le esigenze di consolidamento dei conti, nel quadro del necessario processo di riduzione del rapporto debito/Pil, avranno quale essenziale condizione di base la tenuta delle entrate pubbliche. Il Rapporto ha dunque voluto dedicare attenzione al comparto dei tributi offrendo elementi di riflessione al Parlamento e al dibattito pubblico, soprattutto nella fase di discussione del disegno di legge delega fiscale. Tre temi sono stati oggetto di analisi e approfondimenti: le prospettive di riforma dell’Irpef, la principale imposta del nostro sistema tributario; l’IVA, con la sua struttura connotata da numerose agevolazioni; e le spese fiscali (tax-expenditure). (…)

… alcune perplessità possono essere sollevate con riferimento al grado di progressività raggiungibile con tale struttura impositiva rispetto al sistema vigente; d’altra parte, la limitata estensione della base imponibile Irpef rende difficilmente sostenibile una difesa tout court dell’attuale struttura di progressività formale. Perplessità suscita anche la previsione di rendere strutturale la flat tax incrementale prevista per il 2023 per i redditi di lavoro autonomo e di impresa, e di estendere questa possibilità, con un regime simile, ai redditi da lavoro dipendente. Più in generale, considerato che le disposizioni di riordino avranno effetto limitatamente ai tipi di reddito inclusi in Irpef, viene segnalato come il problema di equità orizzontale determinato dalla limitata comprensività dell’Irpef non venga affrontato dal progetto di riforma. (…)

Il capitolo sull’Irpef (capitolo 4) esamina anche varie disposizioni del disegno di legge delega, concernenti specifiche tipologie di reddito (redditi agrari, redditi di fabbricati, redditi finanziari, redditi d’impresa), rilevando l’obiettivo di generale estensione dei regimi sostitutivi dell’Irpef, al fine di restringerne progressivamente la base imponibile. L’impiego di cedolari sembra presentarsi ora non più come un’eccezione, ma piuttosto come un carattere sistemico della tassazione dei redditi, che necessita quindi di una sua giustificazione autonoma e permanente. Ma, una volta ristretti gli ambiti di applicazione della progressività, sarà complesso confidare su di essa per realizzare un’adeguata azione redistributiva, e per definire una coerente struttura di contribuzione al finanziamento della spesa pubblica. In questa prospettiva, dunque, è necessario valutare se forme più organiche e coerenti del sistema di tassazione dei redditi possano essere raggiunte a fronte di una progressività formale più moderata ma estesa a tutte le categorie di reddito. …leggi tutto il capitolo

LA SPESA PER LA PREVIDENZA

  1. Le recenti proposte di modifica della governance economica dell’Unione europea hanno confermato come il framework di regole per la sorveglianza delle finanze pubbliche evolverà verso il controllo della spesa e della compatibilità della sua evoluzione con l’andamento del prodotto potenziale nel quadro del diverso grado di severità delle sfide che ciascun Paese ha rispetto all’obiettivo di contenimento del rapporto debito pubblico/Pil. In tale contesto assume un ruolo preminente, tra i comparti della spesa primaria finanziata nazionalmente, quella per prestazioni sociali in denaro. Ad essa, il Rapporto riserva la consueta attenzione con la disamina delle spese per la previdenza, per l’assistenza e per la sanità.

La spesa per prestazioni sociali in denaro rappresenta una delle voci del bilancio pubblico più significative. Complessivamente pari a 407 miliardi nel 2022 (21,3 per cento del Pil), secondo il DEF l’incremento nominale di tali prestazioni rappresenterà, tra il 2022 e il 2026, quasi il 90 per cento dell’aumento complessivo delle uscite correnti. Questo solo dato dà il senso di quanto il comparto sia delicato e meritevole di attento monitoraggio.

Al suo interno, un peso particolarmente rilevante è quello della spesa per la previdenza e per le pensioni in particolare (capitolo 7). Nel 2022 il dato di consuntivo delle uscite per pensioni è risultato leggermente migliore delle attese (NTI 2023-25) …leggi tutto il capitolo

fonte: Corte dei Conti

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