Gli eventi drammatici che stanno coinvolgendo decine di migliaia di persone in Romagna e nella provincia di Bologna ci mettono di fronte all’evidenza che il cambiamento climatico non è lo scenario di un futuro ipotetico, ma un processo in atto che avanza con drammatica progressione.
I dati sono quelli di una catastrofe: 28 fiumi che straripano o rompono gli argini in una sola notte, allagando città e campagne. E poi i morti, oltre 15.000 persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni, 250 frane, l’autostrada e le ferrovie interrotte, oltre 450 strade provinciali e comunali non percorribili, decine di frazioni e comuni isolati. E ancora centinaia di attività produttive danneggiate, migliaia di ettari di campi allagati con perdita dei raccolti di una della agricolture più ricche del Paese. Al personale della protezione civile, dei vigili del fuoco, dell’esercito, delle forze dell’ordine, delle polizie locali, dei consorzi di bonifica, dei volontari impegnati nei soccorsi e nel tentativo di limitare i danni e di ripristinare in fretta condizioni minime di sopravvivenza va garantito non solo il nostro ringraziamento di oggi, ma l’impegno a non perdere più un solo minuto per avviare l’immensa opera necessaria a curare la fragilità del territorio e a dar corso a tutte le azioni indispensabili a evitare che il prossimo evento atmosferico anomalo abbia le stesse conseguenze.
Le catastrofi naturali sono largamente prevedibili. Magari non sappiamo il giorno e l’ora, ma il territorio ci dice dov’è il pericolo e che natura ha. Sappiamo che ciò che prima non era mai successo succederà di nuovo e la scienza ci ha detto da tempo cosa bisogna fare per governare le conseguenze e limitare gli impatti. Abbiamo già perso troppo tempo.
fonte: https://cgilspiapp.servizicgil.it/backend/app/news/93
fonte img in copertina: Caritas italiana