«Non avere consentito a quel bimbo di ricevere la Prima Comunione insieme ai propri compagni – scrive Claudio Ferrante, a proposito di quel parroco che ha proposto una cerimonia separata per la Prima Comunione di un bambino con disturbo dello spettro autistico – offende tutte le persone con disabilità che quotidianamente lottano contro ogni tipo di discriminazione». «Andrò a dire a quel parroco – aggiunge – di avere perso un’occasione importante, quella di insegnare a tutti i bambini, in occasione della Prima Comunione, l’importanza dell’accoglienza, dell’inclusione e del senso della vita».
La nostra Associazione [Carrozzine Determinate Abruzzo, N.d.R.] appoggia e sostiene le scelte dei genitori del bimbo che, con il loro coraggio, hanno deciso di non tacere l’episodio verificatosi a Silvi Marina (Teramo), in occasione della Prima Comunione, quando un parroco ha proposto una cerimonia separata per il loro figlio con disturbo dello spettro autistico [se ne legga già sulle nostre pagine, N.d.R.], e di dar voce al diritto all’inclusione del loro bambino e di tutti gli altri che potrebbero trovarsi nella stessa situazione.
Il fatto accaduto a Silvi è uno dei tanti episodi di discriminazione con i quali purtroppo le persone con disabilità sono abituate a convivere e lottare quotidianamente e dimostra quanto la società stia lavorando ancora poco sulla vera inclusione.
Non avere consentito a quel piccolo di ricevere la Prima Comunione insieme ai propri compagni lede il diritto e la dignità non solo sua, ma offende tutte le persone con disabilità che quotidianamente lottano contro ogni tipo di discriminazione.
Da più di dieci anni, con il progetto Sentinelle della civiltà, portiamo nelle scuole gli insegnamenti che sono propri di Papa Francesco: la diversità è una ricchezza per l’intera società e non può non destare preoccupazione il fatto che un episodio simile si verifichi proprio in quella Chiesa che deve accogliere tutti, senza distinzione alcuna.
La famiglia del bimbo ha da subito accolto le scuse del parroco e del vescovo, seppure tardive e giunte dopo il clamore mediatico. Tuttavia nessuno può mistificare la realtà parlando di incomprensione: l’intento era chiaro ed era quello di evitare che un bambino con autismo potesse disturbare la Comunione dei coetanei. Il piccolo e la sua famiglia hanno subito un atteggiamento discriminatorio profondamente doloroso.
Chiediamo dunque all’Autorità Ecclesiastica una maggiore formazione affinché episodi simili non debbano più accadere.
Come Presidente dell’Associazione Carrozzine Determinate andrò a stringere la mano e ad abbracciare quel parroco, anche per dirgli di avere perso un’occasione importante, quella di insegnare a tutti i bambini, in occasione della Prima Comunione, l’importanza dell’accoglienza, dell’inclusione e del senso della vita.
Nel prossimo anno scolastico incontreremo i compagni di scuola di quel bimbo. con il nostro citato progetto Sentinelle della civiltà , per far comprendere loro che devono avere paura dell’ignoranza e non della diversità.