“Quello che emerge nel rapporto pubblicato questa mattina è in larga parte coerente con la situazione che Antigone denuncia da tempo e che avevamo avuto modo di manifestare durante la consultazione che avemmo con la delegazione, nonché con le proposte che da noi arrivano per una riforma del sistema penitenziario che guardi alla pena come elemento di risocializzazione della persona”.
Quello che emerge dal report è la situazione di sovraffollamento strutturale del sistema penitenziario italiano che, al momento della visita degli esperti del Cpt, ammontava al 114%. Una situazione per cui il Cpt ha ribadito la necessità di adottare una strategia coerente che possa assicurare che la detenzione sia veramente la misura di ultima istanza. “Da tempo Antigone chiede un incremento delle misure alternative, sottolineando come ci siano migliaia di detenuti con pene brevi, che ben potrebbero accedere a percorsi diversi dalla detenzione in carcere. Inoltre, da tempo, chiediamo che su alcuni temi, ad esempio quelli legati alle politiche sulle droghe, si proceda a una serie di depenalizzazioni così da affidare le persone con dipendenze a un percorso di cura e non a un percorso penale e detentivo”.
Pur constatando il Cpt come la vasta maggioranza delle persone incontrate nelle carceri visitate abbia affermato che il personale di sorveglianza ha tenuto un comportamento corretto nei loro confronti”,, in tutti gli istituti la delegazione ha ricevuto dai detenuti denunce di maltrattamento, violenza e intimidazioni da parte del personale di Polizia penitenziaria. “Attualmente in Italia ci sono oltre 200 persone tra agenti, operatori e funzionari indagati, imputati o condannati per violenze e torture. Questo è quindi un tema che va affrontato con priorità, senza cercare scorciatoie. Nel proprio report il Cpt sottolinea infatti come vada ancor più promosso un sistema di sorveglianza dinamica che interagisca con il sistema delle celle aperte che, forze politiche e sindacali, più volte hanno chiesto e proposto venisse eliminato, tornando di fatto ad un regime in cui il detenuto passa 20 ore su 24 chiuso nella propria cella. Un regime, quello a celle aperte, che va dunque riempito di attività e non si trasformi in ciò che troppo spesso è, ovvero un regime dove i detenuti possono passeggiare per le sezioni ma senza poter far altro. Sul tema delle violenze il Cpt ha anche redatto una specifica raccomandazione al personale medico per la corretta refertazione delle lesioni. Troppo spesso si è assistito a indagini e processi nei quali i medici erano chiamati a rispondere di omissioni nei referti a seguito di presunti o comprovati casi di violenze”.
Ancora, la delegazione del Cpt ha richiesto che il regime dell’isolamento diurno venga abolito. “Si tratta di una pena aggiuntiva che rappresenta di fatto un’aggravante per la quale, già in passato, abbiamo chiesto interventi radicali di riforma”.
Infine, ulteriore tema che emerge dalla relazione del Comitato per la Prevenzione della Tortura, riguarda la promozione di misure concrete per sviluppare un approccio specifico di genere nei confronti delle donne detenute. “Proprio sui bisogni delle donne recluse, non tenuti in giusta considerazione, si è concentrato il rapporto che Antigone ha recentemente presentato in cui, attraverso 10 raccomandazioni, si sono indicati altrettanti interventi urgenti affinché la specificità delle donne sia riconosciuta e si sviluppi per loro un modello detentivo che tenga conto dei loro bisogni, necessità e peculiarità”.