Degli stranieri residenti in Italia almeno la metà sono donne. Infatti, nel 2021 sono state censite circa 2,6 milioni di donne con cittadinanza estera, un numero pari al 50,9% dell’intera popolazione straniera residente nel nostro Paese (5.030.716).
È rilevante che sin dagli anni Settanta le donne arrivino da sole per inserirsi nel mercato del lavoro, prevalentemente dei servizi, e siano quindi mosse da un progetto migratorio dall’impronta prevalentemente emancipatoria. Una presenza quella femminile che ha connotato l’Italia come Paese di immigrazione, da subito segnalatasi per un ruolo attivo e che, con il nuovo millennio, si è affermata anche sul piano quantitativo come componente maggioritaria, ma che continua a essere poco riconosciuta e considerata nella sua specificità.
Sono alcune delle informazioni evidenziate nella monografia “Le migrazioni femminili in Italia. Percorsi di affermazione oltre le vulnerabilità” pubblicata a febbraio 2023 e realizzata dall’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” e dal Centro Studi e Ricerche IDOS con l’obiettivo di rileggere l’immigrazione in Italia dal punto di vista delle donne, offrendo una visione articolata e declinata in un’ottica di genere.
Il volume presenta i contributi di molteplici autrici e autori, spaziando dalla dimensione storica all’attualità, con specifica attenzione ai flussi e alle presenze di ieri e di oggi, alle migrazioni forzate, all’inserimento occupazionale e ai percorsi di inclusione e partecipazione. Il volume e i contributi in esso presenti riflettono un approccio analitico in equilibrio tra due concetti: la “vulnerabilità” e l’“affermazione”. Questo binomio, infatti, riconosce e rimarca il protagonismo e la carica emancipatoria delle migrazioni femminili, ma allo stesso tempo sottolinea il carattere riduttivo e marginalizzante con cui si è parlato fino ad oggi delle donne nell’immigrazione italiana e mette in luce la pervasività delle condizioni di svantaggio insite nella concezione della donna migrante, esposta all’azione simultanea e intersezionale di molteplici forme di esclusione e subordinazione (connesse alle differenze di genere, status giuridico, provenienza geoculturale, condizione socioeconomica). Le narrazioni esistenti tendono a imbrigliare la rappresentazione delle donne migranti su ruoli passivi, descrivendole come soggetti subalterni, statici e “meno liberi” rispetto alle donne europee e occidentali, finendo con il minimizzare l’influenza che anche le strutture sociali ed economiche dei contesti di arrivo esercitano nell’orientarne i percorsi e nel definirne i ruoli.
L’intento degli autori è fornire una ri-lettura delle migrazioni femminili, evidenziandone i “percorsi di affermazione oltre le vulnerabilità” al fine di contribuire al pieno riconoscimento del protagonismo femminile, senza però tralasciare alcune condizioni tipiche della donna migrante, in termini di stereotipizzazione, discriminazione e svantaggio ma, al contrario, palesando i molteplici sistemi di egemonia che opprimono le donne immigrate, rendendole bersaglio simultaneo di classismo, razzismo e sessismo, rimarcando il concetto di intersezionalità delle attiviste afroamericane.
La monografia è suddivisa in cinque sezioni che approfondiscono, attraverso un’analisi plurale e multisituata, la polivalenza delle esperienze delle donne migranti, nella prospettiva di colmare sempre meglio i vuoti di comprensione e di tutela:
- I flussi e le presenze ieri e oggi
- Le migrazioni forzate
- L’inserimento occupazionale
- Percorsi di integrazione e autonomia oltre gli stereotipi
- Donna e migrante. L’esperienza di alcune “pioniere” dell’immigrazione italiana.
Alla fine del volume è riportata un’appendice statistica sulle donne straniere residenti o con permesso di soggiorno in Italia.
- una descrizione della monografia è disponibile sul sito dell’IDOSda cui è anche possibile acquistare il volume.
fonte: EpiCentro ISS
Testo scritto da: Giulia Marchetti, Salvatore Scarso, Silvia Declich, Centro Nazionale per la Salute Globale – ISS