In Italia esiste una fitta rete di esperienze autorganizzate che si battono al fine di garantire l’autodeterminazione di genere e maggiore equità nell’ambito della salute sessuale e riproduttiva.
Mentre in paesi come Stati Uniti[1], Ungheria[2] e Bulgaria[3] le riforme nell’ambito della salute sessuale, di genere e dei diritti riproduttivi tendono sempre più verso approcci conservatori e restrittivi, il 16 Febbraio 2023 il parlamento spagnolo ha approvato una riforma che offre maggiori garanzie per il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) e una legge che promuove l’autodeterminazione di genere.
La riforma spagnola prevede che l’aborto sia garantito almeno negli ospedali pubblici localizzati nei capoluoghi di provincia – istituendo anche un registro degli obiettori di coscienza – e che sia accessibile a tutte le persone che hanno compiuto 16 anni, senza necessità dell’autorizzazione dei genitori. Sebbene le tempistiche per svolgere l’IVG rimangano le medesime (aborto libero fino alle 14 settimane di gravidanza e aborto terapeutico fino alla 21esima settimana), la riforma prevede l’eliminazione della “pausa di riflessione” di 3 giorni.[4] Un altro punto saliente della nuova normativa spagnola è il riconoscimento della salute mestruale come parte del diritto alla salute, attraverso l’istituzione del congedo mestruale per persone che soffrono di dolori mestruali “invalidanti” (che a seconda della discrezione medica può durare dai 3 ai 5 giorni) e la distribuzione gratuita di prodotti per l’igiene mestruale nelle carceri, nei centri educativi e nei servizi volti al supporto di donne a rischio di esclusione. La norma prevede inoltre la promozione della salute sessuale, garantendo la gratuità di alcuni metodi contraccettivi, oltreché campagne di educazione e sensibilizzazione nelle scuole, definite come “parte dello sviluppo integrale della personalità, della formazione ai valori, basata sulla dignità della persona e con un approccio intersezionale, che contribuisca alla promozione di una visione della sessualità in termini di uguaglianza, corresponsabilità, e della diversità, nella prospettiva del piacere, del desiderio, della libertà e del rispetto, con particolare attenzione alla prevenzione della violenza di genere e della violenza sessuale.”[5]
La nuova riforma fa dunque esplicito richiamo all’approccio intersezionale, introdotto a fine anni Ottanta dalla giurista femminista afroamericana Kimberlé Crenshaw[6], e già adottato in molteplici campi della salute (tra cui l’epidemiologia sociale[7]). Questo consiste in una lente di analisi che permette di cogliere il complesso sistema di discriminazioni che, a molteplici livelli e spesso simultaneamente, agiscono sulle persone, ponendole in una condizione di maggiore svantaggio e marginalizzazione sociale.[8] Sempre nell’ottica intersezionale, nella stessa occasione il parlamento spagnolo ha approvato la tanto discussa “Ley Trans”[9]: il progetto di legge volto alla garanzia dei diritti per le persone LGBTQIA+ e per l’autodeterminazione dell’identità di genere.[10] Questa legge, oltre a introdurre misure contro fenomeni di discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere, prevede l’eliminazione dell’obbligo di fornire certificati medici per le persone che vogliono intraprendere un percorso di affermazione della propria identità di genere, consentendo a tutti gli individui al di sopra dei 14 anni[11] di cambiare il proprio genere attraverso una semplice dichiarazione amministrativa. Sebbene la ministra spagnola delle Pari Opportunità abbia sottolineato come l’approvazione di queste due norme non rappresenti un punto d’arrivo ma che “ci saranno delle resistenze per l’applicazione di questa legge”[12], entrambe queste politiche rappresentano le linee di indirizzo più progressiste nell’ambito dei diritti riproduttivi e dell’autodeterminazione di genere.
Infatti, in una recente intervista Roberta Parigiani, avvocata e attivista del Movimento Identità Trans (MIT)[13], ha sostenuto che: “Sebbene la normativa spagnola abbia dei limiti, come ad esempio il non riconoscimento delle identità non binarie, consente alle persone di autodeterminarsi nel genere fuori da tutti gli ostacoli medicalizzanti che c’erano e che ci sono sempre stati fino a quel momento nell’ordinamento spagnolo, così come anche in quello italiano”. L’attivista ha poi ripercorso come, nel contesto italiano, la Legge 164 del 1982 (che ad oggi norma i percorsi di transizione di genere) sia nata come sanatoria di tutti gli interventi chirurgici di affermazione di genere, fino a quel momento necessariamente svolti all’estero in quanto illegali. Per questo si tratta di una legge caratterizzata da una matrice intrinsecamente medicalizzante che permette la modifica del genere assegnato sui documenti solo “a seguito di intervenute modificazioni dei caratteri sessuali”[14], le quali, fino al 2015 (prima di una sentenza della Corte Costituzionale[15]) prevedevano necessariamente il ricorso a interventi chirurgici. Ad oggi, il processo di transizione rimane comunque soggetto a una valutazione giudiziaria e medica, che, a discrezione del tribunale, spesso si accompagna a una terapia ormonale e psicologica. In questo senso, al fine di garantire il diritto all’identità di genere, Parigiani ha sottolineato come il MIT, “oltre a prendere parte a numerose battaglie politiche, anche tramite la creazione di un centro di studi giuridico”, offre un servizio di assistenza alle soggettività trans e non binarie gestito da persone “pari”, volto a garantire il percorso di affermazione di genere e supporto nel caso di esposizione a violenze di varia natura.
Tuttavia, oltre all’esperienza del MIT, l’Italia gode di una fitta rete di esperienze autorganizzate più o meno istituzionalizzate che si battono al fine di garantire l’autodeterminazione di genere e maggiore equità nell’ambito della salute sessuale e riproduttiva. Ad esempio, gli Stati Genderali LGBTQIAP+& Disability, è una piattaforma nazionale che riunisce varie associazioni e persone singole per una presa di parola collettiva e dal basso sui temi dell’autodeterminazione di genere, del lavoro, della disabilità, delle neurodivergenze e dell’educazione. D’altra parte, nell’ambito dell’IVG (pratica garantita dalla Legge 194 del 1978 ma spesso ostacolata dalla presenza di numerose barriere di accesso[16]), il progetto ObiezioneRespinta promuove una mappatura collettiva nazionale di tutti i servizi (ospedali, farmacie e consultori) che ostacolano il percorso dell’aborto.[17] Similmente, il collettivo bolognese Mujeres Libres ha sviluppato una “Guida Pratica per l’interruzione volontaria di gravidanza” volta a garantire il diritto all’IVG.[18] Anche Women on Web, organizzazione internazionale oggi presente anche in Italia, offre un servizio online di assistenza all’aborto farmacologico in casa, garantendo l’accesso alla pillola abortiva a seguito di una consultazione medica online.[19]Altre esperienze di autogestione sono la Consultoria FAM di Torino, una realtà autogestita che, sperimentando dal basso la contaminazione tra i saperi medici e i “saperi situati”[20], garantisce uno spazio di ascolto, conforto e non giudizio, oltre a visite ginecologiche.[21]
L’obiettivo di queste realtà non è sostituirsi al Servizio Sanitario Nazionale ma piuttosto agire come spazi di ascolto, ripensamento e innovazione delle pratiche di salute, che attraverso la relazione e il confronto in primo luogo con le persone che frequentano questi luoghi, e con il personale che lavora all’interno dei servizi territoriali e ospedalieri, possano favorire processi di alleanza e contaminazione. Attraverso queste esperienze è infatti possibile contrastare le carenze di molti servizi che, come specificato anche da Parigiani, spesso non conoscono le caratteristiche e i bisogni delle persone trans, oltre a perpetuare violenze ginecologiche e ostetriche, come il non garantire il diritto all’IVG.
Le campagne politiche portate avanti da queste realtà contribuiscono allo sviluppo di nuove normative, che, come quelle spagnole, possano garantire il diritto alla salute sessuale, riproduttiva e all’autodeterminazione di genere, oltre a mantenere una prospettiva di lotta per la salute in un’ottica intersezionale come quella proposta dal movimento Non Una Di Meno nella giornata dell’8 Marzo.[22]
Autrici e Autori: Delia Da Mosto, Martina Consoloni, Leonardo Mammana e Francesca Zanni. Centro di Salute Internazionale, Associazione di Promozione Sociale. Centro Studi e Ricerche in Salute Internazionale e Interculturale, Università di Bologna
[1] Milano, G. (4 luglio 2022), Stati Uniti. Aborto sotto assedio. Salute internazionale https://www.saluteinternazionale.info/2022/07/stati-uniti-aborto-sotto-assedio/ [consultato il 28/02/2023]
[2] BMJ (2022) Hungary requires doctors to present women with fetal vital signs before abortion https://doi.org/10.1136/bmj.o2260
[3] Todorov, S. (21 febbraio 2023) Bulgarian Supreme Court Rules Against Transgender People’s Rights. BalkanInsight. https://balkaninsight.com/2023/02/21/bulgarian-supreme-court-rules-against-transgender-peoples-rights [consultato il 28/02/2023]
[4] Valdes, I. (16 febbraio 2023) Claves de la reforma de la ley del aborto. El Pais https://elpais.com/sociedad/2023-02-16/claves-de-la-reforma-de-la-ley-del-aborto.html [consultato il 28/02/2023]
[5] Boletín oficial de las cortes generales – Proyecto de Ley Orgánica por la que se modifica la Ley Orgánica 2/2010, de 3 de marzo, de salud sexual y reproductiva y de la interrupción voluntaria del embarazo. Disponibile a : https://www.senado.es/legis14/publicaciones/pdf/senado/bocg/BOCG_D_14_448_3888.PDF [consultato il 28/02/2023]
[6] Crenshaw, K. (1989). Demarginalizing the Intersection of Race and Sex: A Black Feminist Critique of Antidiscrimination Doctrine, Feminist Theory and Antiracist Politics, The University of Chicago Legal Forum, 1, 139-167.
[7] Mandelbaum, J. (2020). Advancing health equity by integrating intersectionality into epidemiological research: applications and challengesJ Epidemiol Community Health, 74, 761-762.
[8] Collins, P. H. (2019) Intersectionality as Critical Social Theory. Durham: Duke University Press.
[9] Valdes, I. (16 febbraio 2023). Preguntas y respuestas sobre la ‘ley trans’. El Pais https://elpais.com/sociedad/2023-02-16/preguntas-y-respuestas-sobre-la-ley-trans.html [consultato il 28/02/2023]
[10] Gobierno Espanol (2022). Proyecto de Ley para la igualdad real y efectiva de las personas transy para la garantía de los derechos de las personas LGTBI https://www.congreso.es/public_oficiales/L14/CONG/BOCG/A/BOCG-14-A-113-1.PDF [consultato il 28/02/2023]
[11] Nel caso di persone con un’età compresa tra i 14 e i 16 anni è necessario il consenso dei genitori, mentre quelle tra i 12 e i 14 anni dovranno passare per il parere di un giudice.
[12] Valdes, I. (16 febbraio 2023). El Congreso aprueba la ‘ley trans’ y la reforma del aborto. El Pais https://elpais.com/sociedad/2023-02-16/el-congreso-aprueba-la-ley-trans-y-la-reforma-del-aborto.html [consultato il 28/02/2023]
[13] Il MIT è un movimento che a partire dalla fine degli anni ‘70 di batte per i diritti delle persone LGBTQI+. Sito del Mit: https://mit-italia.it/ [consultato il 28/02/2023]
[14] LEGGE 14 aprile 1982, n. 164 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1982/04/19/082U0164/sg [consultato il 28/02/2023]
[15] Corte Costituzionale (2015) SENTENZA N. 221 https://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do?anno=2015&numero=221#:~:text=Nella%20sentenza%20del%2020%20luglio,obiettivo%20del%20mutamento%20di%20sesso%C2%BB. [consultato il 28/02/2023]
[16] Gruppo di Lavoro “Parità di Genere in Salute Pubblica” (14 settembre 2022). My body, my choice. SaluteInternazionale https://www.saluteinternazionale.info/2022/09/my-body-my-choice/ [consultato il 28/02/2023]
[17] Sito di ObiezioneRespinta https://obiezionerespinta.info/ [consultato il 28/02/2023]
[18] Mujeres Libres (ND) Guida all’Interruzione Volontaria di Gravidanza (I.V.G.). https://mujeres-libres-bologna.noblogs.org/files/2021/03/Guida-allInterruzione-Volontaria-di-Gravidanza-IVG.pdf [consultato il 28/02/2023]
[19] Sito di Women on Web https://www.womenonweb.org/it/ [consultato il 28/02/2023]
[20] Haraway, D. (2018). Manifesto cyborg. Donne, tecnologie e biopolitiche del corpo. MIlano: Feltrinelli.
[21] Pagina della Consultoria FAM: https://www.facebook.com/ConsultoriaFam/ [consultato il 28/02/2023]
[22] Non Una Di Meno (2022). 8M 2023: APPELLO VERSO LO SCIOPERO GLOBALE FEMMINISTA E TRANSFEMMINISTA! https://nonunadimeno.wordpress.com/2022/12/23/8-m-2023-appello-verso-lo-sciopero-globale-femminista-e-transfemminista/ [consultato il 28/02/2023]
fonte: saluteinternazionale.info