“Step up! Tackling the burden of insufficient physical activity in Europe” è il titolo del rapporto pubblicato a febbraio 2023 dall’Ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), con il supporto economico dell’Unione Europea (UE), che spiega come si potrebbero prevenire migliaia di morti premature e ridurre i costi della spesa sanitaria, aumentando la pratica di attività fisica fino a raggiungere i livelli raccomandati dall’OMS.
Nei Paesi UE, infatti, l’inattività fisica è un problema diffuso: secondo i dati dell’ultima indagine dell’Eurobarometro, il 45% delle persone intervistate ha dichiarato di non praticare mai esercizio fisico o sport e una persona su tre non raggiunge livelli insufficienti di attività fisica. Si stima che questo comportamento contribuisca all’insorgenza di milioni di casi di malattie croniche non trasmissibili (MCNT), che rappresentano un problema sia per la ricaduta sulla salute delle persone sia sul carico per i sistemi sanitari.
I benefici per l’Unione Europea
Secondo il documento OMS/OCSE, se la popolazione dell’UE aumentasse l’attività fisica ai livelli minimi raccomandati si potrebbero infatti prevenire oltre 10.000 morti premature ogni anno e si eviterebbero 11,5 milioni di nuovi casi di MCNT entro il 2050, tra cui 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari, 3,5 milioni di casi di depressione, quasi 1 milione di casi di diabete di tipo 2 e oltre 400.000 casi di diversi tipi di cancro. Raggiungere inoltre l’obiettivo di 300 minuti di attività fisica a settimana eviterebbe altri 16 milioni di casi di MCNT.
Invertire la tendenza: quali politiche funzionano?
Svolgere attività fisica vuol dire mettere in pratica un comportamento complesso, ma esiste un’ampia gamma di soluzioni per accrescere i livelli di attività fisica in tutti i gruppi di popolazione:
- programmi specifici nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nel sistema sanitario
- politiche per aumentare l’accesso alle strutture sportive
- politiche di progettazione urbana, ambiente e trasporti
- interventi di comunicazione e informazione.
Politiche volte ad accrescere i livelli di attività fisica praticati dalla popolazione avrebbero anche un impatto positivo sulla spesa sanitaria, facendo risparmiare agli Stati Membri dell’UE, in media, lo 0,6% del loro budget totale per l’assistenza sanitaria.
Il lavoro del Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute dell’ISS sulla promozione dell’attività fisica
Il Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute (CNAPPS) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) è impegnato in molteplici attività a supporto sia del monitoraggio dei livelli di attività fisica (attraverso sistemi di sorveglianza specifici per diverse fasce d’età di popolazione) sia della promozione di uno stile di vita attivo secondo un’ottica intersettoriale e multistakeholder in linea con la strategia italiana di prevenzione e promozione della salute.
Uno degli ultimi progetti realizzati è stato, per esempio, il progetto CCM 2019 “Sostegno alle attività di counselling da parte dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta per sensibilizzare e motivare sui vantaggi dell’attività fisica regolare in raccordo con l’offerta del territorio” (brevemente SMOVAtt), volto a fornire elementi teorico-metodologici e strumenti a supporto dei professionisti del territorio che si occupano di promozione dell’attività fisica.
- Il documento completo “Step up! Tackling the burden of insufficient physical activity in Europe”, sul sito dell’OCSE
- Sul sito dell’OMS Europa la notizia della pubblicazione del rapporto “Step up! Tackling the burden of insufficient physical activity”
- La pagina di Eurobarometro dedicata a Sport e attività fisica
- Per conoscere i livelli di attività fisica raccomandati dall’OMS consulta la pagina di EpiCentro dedicata
- La pagina dedicata al progetto SMOVAtt
fonte: EpiCentro ISS