Nel febbraio 2018 nasceva il Forum Disuguaglianze e Diversità con l’intento di mettere al centro del dibattito pubblico le disuguaglianze, non ritenendole inevitabili conseguenze della sempre rincorsa e auspicata crescita economica bensì minaccia concreta per una società prospera e coesa.
Avevamo deciso di dare vita a un soggetto che mettesse al centro del dibattito pubblico le disuguaglianze, non ritenendole inevitabili conseguenze della sempre rincorsa e auspicata crescita economica bensì minaccia concreta per una società prospera e coesa. Minaccia contro la quale abbiamo cercato di dare in questi anni un contributo di pensiero e di azione.
Sin da quel primo evento di presentazione la cifra della nostra organizzazione è stata quella di mettere l’accento non solo sulla denuncia ma anche sulla proposta.
Abbiamo prodotto informazioni e proposte contro le disuguaglianze, costruito alleanze con tante altre realtà, creato numerosi momenti di confronto, seguendo sempre le bussole della competenza, dell’autonomia e della radicalità. Abbiamo sempre tenuto conto della necessità di abbracciare la complessità delle questioni e i diversi punti di vista poiché per disegnare e mettere a terra politiche e azioni contro le disuguaglianze c’è bisogno dell’apporto di una pluralità di attori, pubblici, privati, sociali e della cittadinanza attiva.
Siamo stati, siamo e continueremo ad essere un luogo collettivo. Sia perchè i report, i documenti, gli eventi, sono sempre prodotti a partire da riflessioni condivise dal coordinamento e dell’Assemblea del Forum, sia perchè quando immaginiamo un “futuro più giusto” parliamo sempre di una collettività che insieme migliora la propria esistenza. A partire dal ruolo dei e delle più vulnerabili, lasciati indietro e troppo spesso colpevolizzati/e per la loro stessa condizione, da un senso comune contrario alla giustizia sociale ma ahinoi molto diffuso.
Sappiamo che nel nostro paese c’è un fermento molto forte a tutti i livelli – privato, pubblico e della cittadinanza attiva – ma sappiamo anche quanto la politica progressista da tempo non sia in grado di dargli voce e rappresentanza. Ce lo dicono, ancora una volta, le ultime elezioni che ci consegnano la fotografia di un paese che non va più a votare perché non convinto che esista un’alternativa di giustizia sociale e ambientale.
Come abbiamo scritto nel Resoconto dell’ultima Assemblea “siamo anche tornati a prendere atto che la nostra missione e quelle di altre simili reti resterà monca nei suoi effetti di sistema finché un simile partito non tornerà a svolgere la funzione centrale in ogni democrazia, di raccordo fra società e istituzioni” e che è “irragionevole pensare di ignorare quei processi politici, di attendere che avvengano (o non avvengano) senza apportarvi un contributo”.
Nel caso del ForumDD siamo quindi convinti che il nostro ruolo sia quello di “un portatore di mattoni e della coesa architettura concettuale che li contiene, insomma di ciò che dal nostro punto di vista dovrebbero costituire un bel pezzo dell’armatura di quel partito che non c’è”. Un lavoro che porteremo avanti insieme alle attività di Ricerca, Proposta, Advocacy nazionale e Accompagnamento sul campo, nonché all’avviamento della Scuola per la giustizia sociale e ambientale che ha il duplice obiettivo di rafforzare le capacità delle e degli agenti di cambiamento e di ricercare e sperimentare forme di cambiamento del senso comune.
“Noi non possiamo vincere perché è il potere che vince sempre. Noi al massimo possiamo convincere – scriveva Franco Basaglia nella raccolta dalle conferenze brasiliane – Nel momento in cui convinciamo, vinciamo, cioè determiniamo una situazione di trasformazione difficile da recuperare”.