Riforma anziani non autosufficienti: il rischio di prevedere tanto e di disporre poco. di Filippo Palumbo

Gentile Direttore,

ha suscitato molto interesse l’approvazione di un provvedimento importante per gli anziani nella seduta del Consiglio dei Ministri di giovedì 19 gennaio 2023. Il comunicato di Palazzo Chigi parla di approvazione, con procedura d’urgenza, di un disegno di legge che introduce deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane.

L’obiettivo è quello di realizzare una riforma articolata e complessiva, volta ad attuare le norme della legge di bilancio 2022 e, con specifico riferimento alla categoria degli anziani non autosufficienti, a realizzare uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il provvedimento consta di 8 articoli.

Accanto alle deleghe prevede all’att. 2 che sia già istituito un nuovo organismo denominato CIPA (Comitato interministeriale per le politiche per la popolazione anziana) che assicurando una specifica governance nazionale delle politiche in favore della popolazione anziana ha il compito di coordinare gli interventi. Le deleghe per il Governo sono tre (Artt. 3,4 e 5).

Il Governo attraverso queste misure dichiara di voler muovere dal riconoscimento del diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio e dal principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente. Grazie a tale semplificazione e all’istituzione dei “punti unici di accesso” (PUA) diffusi sul territorio, si potrà effettuare, in una sede unica, una valutazione multidimensionale finalizzata a definire un “progetto assistenziale individualizzato” (PAI) che indicherà tutte le prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali necessarie per la persona anziana.

Ulteriori elementi di rilievo sono la definizione di una specifica governance nazionale delle politiche in favore della popolazione anziana, con il compito di coordinare gli interventi e promuovere:

  • misure a favore dell’invecchiamento attivo e dell’inclusione sociale, anche sostenendo il cosiddetto “turismo lento”;
  • nuove forme di coabitazione solidale per le persone anziane e di coabitazione intergenerazionale, anche nell’ambito di case-famiglia e condomini solidali, aperti ai familiari, ai volontari e ai prestatori di servizi sanitari, sociali e sociosanitari integrativi;
  • interventi per la prevenzione della fragilità delle persone anziane;
  • l’integrazione degli istituti dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) e del servizio di assistenza domiciliare (SAD);
  • il riconoscimento del diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice;
  • la previsione d’interventi a favore dei caregiver familiari.

Con alcuni aggiustamenti il testo ricalca il contenuto proposto dal precedente Governo che era stato esaminato dal Consiglio dei ministri nell’ottobre dell’anno 2022.

Qui proponiamo alcune osservazioni con riferimento a quanto già approvato e già in vigore in materia di assistenza sanitaria territoriale (assistenza distrettuale e attività dei Dipartimenti di prevenzione), cioè del DM salute n. 77/2022.

Ciò che lega le due tematiche è il fatto che i rispettivi interventi e assetti ambiscono ad essere un forte fattore di resilienza dell’organizzazione sanitaria e socio sanitaria in grado di fortificare il sistema parte fondamentale di fronte a possibili crisi emergenziali.

A suo tempo ho espresso forti perplessità relativamente al DM 77 che in parte ritengo si debbano confermare anche per questo nuovo provvedimento.

La tematica riguarda una parte cospicua della popolazione e le tre deleghe precedute dalla disposizione che istituisce il CIPA configurano una lista infinita di cose da fare.

In un arco di interventi così ampio sono inevitabili alcune dizioni generiche, ad esempio nella prima delega (art. 3) si parla di uno o più decreti legislativi per definire la persona anziana (comma 1); di interventi di sanità preventiva presso il domicilio degli anziani; di ricerca della tranquillità fisiologica e mentale ricorrendo al turismo lento, di generiche attività di screening presso il PUA.

Inevitabili anche alcune sovrapposizioni ad es. tra il CIPA (Comitato interministeriale per le politiche per la popolazione anziana) e SNAA(Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente). Si prevede che il CIPA è direttamente istituito dall’art 2 mentre il SNAA deve essere definito con la seconda delega (art. 4).

Il CIPA si configura come una sorta di Ministero di raccordo e coordinamento ma non è prevista alcuna dotazione organica dedicata (chi istruirà i provvedimenti o le questioni da esaminare?). Il SNAA dovrebbe avere natura funzionale, ma tende ad essere descritto come un sistema autonomo. Sarebbe stato meglio qualificarlo Interregionale invece che Nazionale. La precisazione che le spese per cure e assistenza sanitarie sono a carico del SSN implica che esse siano riferibili a prestazioni sanitarie coincidenti con quelle già previste nel vigente DPCM sui LEA.

Per la loro complessità attuativa vanno citati i seguenti due punti:

2. Il secondo si riferisce alle forme di sostegno ai caregiver familiari e in particolare alla certificazione delle competenze professionali acquisite che andranno posizionate rispetto ai percorsi formativi delle varie figure professionali operanti nel settore con criteri nazionali messi a disposizione dei governi regionali.

Ci sarà tempo per un esame più ampio di tutto il disegno di legge, ma già viene da ricordare che un modo di non fare programmazione e verifica è appunto quello di stilare liste infinite in cui più che decidere e disporre si fa il resoconto delle esperienze assistenziali possibili. L’architettura che complessivamente viene proposta come rete per supportare gli specifici interventi implica un livello di governo tecnico e di coordinamento a livello regionale che richiede una adesione convinta delle Regioni.

Questo richiederà che il passaggio dell’Intesa in Conferenza Unificata non sia solo formale. Per le tante altre cose la logica di prevedere teoricamente tutto e poi operativamente e finanziariamente garantire solo un numero limitato di cose crea indeterminatezza e potrebbe far nascere delusioni, nonostante i buoni propositi. . Si promuove tantissimo, si dispone molto meno.

L’Autore:

Filippo Palumbo
Già Capo Dipartimento della Programmazione sanitaria del Ministero della salute

fonte: QS Lettere al Direttore

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