L’edizione 2022 del Rapporto sulle Politiche della Cronicità propone una fotografia dell’assistenza sanitaria in Italia raccontando il vissuto dei cittadini e l’esperienza dei presidenti delle Associazioni i dei malati cronici e rari anche alla luce delle profonde modificazioni introdotte dalla pandemia di Covid-19 e ripercorrendo la strategia di gestione e presa in carico della conicità delineata dal Piano Nazionale della Cronicità del 2016.
Le patologie croniche diventano un tema di sempre maggiore rilevanza, secondo i dati ISTAT, le più frequenti sono le cardiopatie ipertensive (18%), il diabete mellito (16%), le cardiopatie ischemiche (13%) e i tumori (12%). Inoltre, il 23,6% dei pazienti positivi al SARS-CoV2 a fine 2021 era affetto da una forma di demenza.
La pandemia da Covid-19 ha determinato prolungate interruzioni delle attività sanitarie quali screening, prestazioni ambulatoriali e di ricovero, sia in ragione del blocco delle attività ordinarie durante la prima ondata, sia per determinate sospensioni dell’attività legate alla gestione della pandemia, tutto questo ha avuto un impatto significativo sulla gestione del paziente cronico e raro, pertanto, si è reso necessario un monitoraggio delle prestazioni perse per organizzare, dove possibile, un recupero.
Nel 2021 il Ministero della salute ha coordinato la programmazione dei Piani regionali per il recupero delle prestazioni con in fondi previsti nel DL 104/2020 e DL 73/2021 per i quali è stato stanziato un fondo complessivo di 500 milioni di euro con la Legge di bilancio 2022, art. 1 commi 276-279.
La fase pandemica ha mostrato l’incapacità del SSN di continuare a rispondere alla domanda di cura dei pazienti “non Covid” e ciò ha stimolato un’intensa reazione da parte di Cittadinanzattiva ponendosi in prima linea, sin dall’inizio dell’emergenza, per tutto il periodo del lockdown e nelle fasi successive, mediante la promozione di iniziative politiche e di mobilitazione sul “ritorno alle cure” al fine di rispondere ai bisogni emersi dall’emergenza sociosanitaria legata al coronavirus e concretizzare il processo di pieno recupero delle prestazioni sanitarie arretrate.
Partendo da queste premesse e con l’obiettivo di reperire dati ed informazioni utili da poter restituire ai cittadini, a luglio 2021 è stata avviata un’indagine civica in merito al piano regionale di recupero sulle liste d’attesa e sui fondi ripartiti alle Regioni attraverso lo strumento dell’accesso civico1 . Quello che è emerso è che sono ancora tanti i ritardi delle Regioni nel recupero delle prestazioni sanitarie rinviate a causa del covid, nonostante i fondi destinati a tale scopo.
È sempre più evidente il fatto che la sanità territoriale ha assunto una nuova importanza per cui le istituzioni non possono non tenere conto del fatto che il territorio e la prossimità delle cure devono essere potenziate, supportare e adeguate alle esigenze di salute dei cittadini su tutto il territorio nazionale, in centro come in periferia senza dimenticare le tante aree interne.
Inoltre, la medicina di prossimità presume una piena integrazione unica e coordinata fra le varie componenti del territorio, quindi, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, distretti e dipartimenti di cure primarie, dipartimento di prevenzione, unità speciali di continuità assistenziale, servizi di assistenza sociale, cittadini.
Allo stesso modo l’innovazione digitale gioca ormai un ruolo strategico in numerosi ambiti e la sanità rappresenta uno dei terreni più fertili dove le tecnologie possono fare la differenza.