ANTI RAVE: la società civile chiede lo stralcio della norma

foto: money.it

In occasione dell’approdo in aula in Senato della legge di conversione della legge n. 274 di conversione del decreto legge n. 162/2022 – in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari per detenuti non collaboranti con la giustizia, obblighi di vaccinazione anti Covid19 e contrasto dei raduni illegali – la società civile italiana alza la voce per chiedere di stralciarne la parte contenente le norme anti rave.

In un documento rivolto a tutti i parlamentari, Forum Droghe, Antigone, CNCA, A Buon Diritto, LILA, ITARDD, Comunità di San Benedetto al Porto, Parsec, CAT, Associazione Luca Coscioni, la Società della Ragione, ITANPUD, Isola di Arran, Il Gabbiano, CGIL, LegacoopSociali, ARCI e Meglio Legale sono preoccupate per gli effetti che la norma – che punisce con pene fino ai 6 anni gli organizzatori di free party – avrà “sulla convivenza sociale, sui processi di stigmatizzazione dei giovani e delle loro espressioni culturali nel nostro Paese”.

Per le 18 organizzazioni firmatarie, impegnate per un cambio delle politiche sulle droghe e nella lotta a ogni forma di discriminazione sociale delle persone che usano droghe, il nuovo articolo 633 bis “rischia di incentivare l’organizzazione di eventi sempre più nascosti e irraggiungibili, e quindi molto più difficili da gestire attraverso gli interventi di riduzione del danno e tutela della salute pubblica e di contenimento di eventuali casi critici tra i partecipanti.” Nel documento sottolineano che non ci sono ragioni “né tantomeno emergenze di nessun tipo per un decreto anti-rave. Scorre il rischio di puntare verso l’obiettivo di criminalizzare quelle fasce giovanili che esercitano la libertà di espressione, di opinione e di aggregazione e che ricercano il divertimento al di fuori da ogni vincolo imposto dalle regole del mercato e da ogni forma di imposizione autoritaria.”

La società civile sottolinea come le normative che puniscono le feste illegali già esistano, e che “gli ultimi due rave di grandi dimensioni, tenuti a Valentano nel 2021 e a Modena nel 2022, non hanno comportato alcun problema di ordine pubblico, come è verificabile dalle tante fonti che li documentano. In entrambi i casi lo sgombero è avvenuto in forma pacifica e negoziata tra le forze dell’ordine, gli organizzatori, la mediazione dei servizi di Riduzione del Danno, il coinvolgimento attivo degli stessi partecipanti, i quali hanno provveduto anche a garantire la pulizia dei locali”. Inoltre “l’esperienza, ormai consolidata da oltre vent’anni dalle nostre reti e a livello europeo, dimostra che l’implementazione dei servizi di Riduzione del Danno e Limitazione dei Rischi a livello nazionale, prevista dai LEA, rappresenta la strategia più efficace per gestire e rendere sicuri sul piano della salute, dei possibili rischi, della gestione di eventuali situazioni critiche, i contesti nei quali si svolgono gli eventi, dai rave, alle feste legali, alle realtà del divertimento cittadine“.

Per tutte queste ragioni il documento dopo aver invitato le “forze politiche, di maggioranza e opposizione, a promuovere una discussione parlamentare aperta e laica, al di là dei pregiudizi, sulle gravi conseguenze della attuale normativa penale sulle droghe sulla convivenza sociale e a carico della salute dei cittadini e delle istituzioni detentive” chiede alle e ai parlamentari “un impegno straordinario per evitare la conversione in legge delle norme “anti-rave” contenute nel decreto 162/22″.

fonte: Fuoriluogo

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