L’antibiotico resistenza in Europa
Il quadro sulla diffusione europea dell’antibiotico-resistenza (AR) viene fornito annualmente dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) che raccoglie i dati attraverso due reti di sorveglianza: lo European Antimicrobial Resistance Surveillance Network (EARS-Net) e la Central Asian and European Surveillance of Antimicrobial Resistance (CAESAR). Sebbene entrambe queste reti utilizzino metodi comparabili per la raccolta e l’analisi dei dati, i risultati presentati nel documento e in questa pagina provengono da sistemi di sorveglianza nazionali distinti. Si consiglia cautela quando si confrontano i Paesi in termini di modelli AR, poiché questi sono intrinsecamente influenzati da protocolli e pratiche specifici.
Gli ultimi dati raccolti sono riassunti nel documento “Surveillance of antimicrobial resistance in Europe, 2021 data. Executive summary”, pubblicato a novembre 2022 e contenente i dati relativi al 2021.
Epidemiologia dell’antibiotico-resistenza nella Regione europea dell’OMS e nell’Unione europea (UE)/Spazio economico europeo (SEE)
La rete CAESAR nel 2021 ha raccolto i dati provenienti da 16 Paesi. Di seguito una sintesi con le informazioni principali:
- considerando solo gli Stati che hanno presentato dati sia nel 2020 che nel 2021, il numero di isolati segnalati nel 2021 è risultato più alto rispetto al 2020, in particolare tutti hanno riportato numeri più elevati di Acinetobacter spp
- nei 16 Paesi la maggior parte degli isolati (69,9%) erano: E. coli (38%), Staphylococcus aureus (17,1%) e K. pneumoniae (14,8%)
- la resistenza alle cefalosporine di terza generazione e ai carbapenemi è risultata più alta in K. Pneumoniae rispetto a E. coli.
Le informazioni specifiche per Paese per ciascuna specie batterica, comprese le informazioni sulla fascia di età e sul sesso dei pazienti, sono disponibili sul sito web della Regione europea dell’OMS.
La rete EARS-Net ha raccolto i dati da 29 Paesi (gli Stati dell’UE più Islanda e Norvegia, appartenenti allo Spazio Economico Europeo). Di seguito una sintesi con le informazioni principali:
- ventotto Paesi hanno riportato dati per tutte le otto specie batteriche sotto sorveglianza EARS-Net (E. coli, K. pneumoniae, P. aeruginosa, Acinetobacter spp., S. pneumoniae, S. aureus, E. faecalis e E. faecium), mentre solo uno ha riportato i dati per tutte le specie batteriche tranne S. pneumoniae
- le specie batteriche più comunemente segnalate dai Paesi UE/SEE nel 2021 sono state: E. coli (39,4%), S. aureus (22,1%), K. pneumoniae (11,9%), E. faecalis (8,8%), E. faecium (6,2%), P. aeruginosa (6,1%), Acinetobacter spp. (3%) e S. pneumoniae (2,5%). Tra questi Acinetobacter spp. ha avuto di gran lunga il maggiore aumento annuale del numero di isolati segnalati sia nel 2020 che nel 2021
- nell’UE/SEE (escluso il Regno Unito) nel periodo 2017-2021, la maggior parte delle combinazioni di patogeno/antibiotico ha mostrato una tendenza significativamente decrescente o nessuna tendenza significativa di percentuale media di resistenza ponderata sulla popolazione. Fanno eccezione: l’aumentata resistenza di Acinetobacter sia agli aminoglicosidi che alla resistenza combinata e l’aumentata resistenza di E. coli, K. pneumoniae e Acinetobacter spp. ai carbapenemi.
Le informazioni specifiche per Paese per ciascuna specie batterica, comprese le informazioni sulla fascia di età dei pazienti e sull’andamento delle resistenze, sono disponibili sul “Surveillance Atlas” dell’ECDC e maggiori dettagli nel documento dedicato “Antimicrobial resistance in the EU/EEA (EARS-Net) – Annual epidemiological report for 2021”.
I risultati delle reti CAESAR e EARS-Net mostrano chiaramente che l’antibiotico-resistenza è diffusa nella Regione europea dell’OMS. Nonostante diversi Paesi stiano già intraprendendo misure di contrasto dell’AR e nonostante la crescente consapevolezza dell’antibiotico-resistenza quale minaccia per la salute pubblica, la disponibilità di programmi per l’IPC, la capacità microbiologica e le azioni di sanità pubblica per contrastare le resistenze rimangono insufficienti. Infatti, esaminando la capacità di sorveglianza nella Regione europea dell’OMS, il 16% dei Paesi ha riferito di aver raccolto dati sull’AR solo a livello locale e senza un approccio standardizzato.
L’impatto della pandemia di COVID-19 sull’antibiotico-resistenza
La pandemia di COVID-19 ha messo in luce le debolezze dei sistemi sanitari nazionali.
Il mondo si sta ancora adattando agli effetti di questa pandemia sulle persone e sulla salute pubblica e gli sforzi per contrastare l’AR stanno appena iniziando a trovare un equilibrio. In tutto il mondo, i governi si sono trovati di fronte alla necessità di un’azione più coordinata e partecipativa e questo ha spianato la strada a un fronte più unito contro le future minacce per la salute, inclusa l’antibiotico-resistenza.
Molti Paesi della Regione europea dell’OMS hanno segnalato più isolati di E. coli e S. pneumoniae nel 2021 rispetto al 2020. Ciò potrebbe essere correlato a un maggiore impegno nell’attività di sorveglianza dell’AR e alla crescente circolazione di agenti patogeni respiratori nella comunità dovuta alla rimozione delle misure per il controllo della diffusione del SARS-CoV-2.
Impatto dell’antibiotico-resistenza in Europa
Secondo quanto riferito dall’ECDC nel documento “Assessing the health burden of infections with antibiotic-resistant bacteria in the EU/EEA, 2016-2020”, l’AR è una delle 10 principali minacce globali alla salute pubblica che l’umanità deve affrontare: le infezioni da microrganismi resistenti costituiscono un notevole onere per la salute pubblica in termini di decessi attribuibili e numero di anni di vita corretti per disabilità (Disability Adjusted Life Years – DALYs).
Grazie a una metodologia consolidata e approvata a livello internazionale e a una forte collaborazione con le reti nazionali partecipanti, l’ECDC propone un documento che mira a fornire stime aggiornate dell’onere delle infezioni nei Paesi dell’UE/SEE nel periodo 2016-2020 e a valutare in che modo tale peso è cambiato rispetto alle stime precedenti.
Tra il 2016 e il 2020 nell’UE/SEE, vi sono state tendenze significativamente crescenti nel numero stimato di infezioni, decessi attribuibili e DALYs per 100.000 abitanti, a causa di batteri resistenti agli antibiotici, sebbene i numeri siano leggermente diminuiti dal 2019 al 2020.
È stato stimato che il 70,9% dei casi di infezioni da batteri antibiotico-resistenti erano infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA).
I maggiori responsabili del carico di malattia sono stati l’Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione, lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina e la Klebsiella pneumoniae resistente alle cefalosporine di terza generazione.
Il peso totale specifico per fascia di età era più alto nei neonati e negli anziani.
Il carico complessivo di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, in relazione alle dimensioni della popolazione, è stato stimato essere più alto in Grecia, Italia e Romania.
Consumo di antibiotici
Le informazioni sul consumo di antibiotici in Europa si basano sui dati comunicati alla rete europea di sorveglianza del consumo di antimicrobici (ESAC-Net) per il periodo 2012-2021, estratti dal sistema europeo di sorveglianza (TESSy) il 21 settembre 2022 e pubblicati nell’Annual Epidemiological Report 2021.
Nel 2021, 29 Paesi hanno comunicato dati sul consumo di antibiotici, 27 hanno riportato separatamente i dati sui consumi per i settori comunitario e ospedaliero, 1 (Cipro) ha riportato il consumo totale per entrambi i settori combinati e 1 (Germania) ha riportato solo il consumo comunitario.
Il consumo di antibiotici è espresso come numero di dosi giornaliere definite (DDD) per 1000 abitanti al giorno.
Settori comunitari e ospedalieri combinati
Nel 2021, il consumo di antibiotici per uso sistemico è stato di 16,4 DDD per 1000 abitanti al giorno (media ponderata per popolazione).
Nel periodo 2012-2021 è stata osservata una diminuzione statisticamente significativa del consumo di antibiotici per uso sistemico in 13 Paesi; una tendenza all’aumento è stata invece osservata in Bulgaria.
Comunità (cure primarie)
Nel 2021, in comunità, il consumo di antibiotici per uso sistemico è stato di 15 DDD per 1000 abitanti al giorno (media ponderata per popolazione).
Nel periodo 2012-2021 è stata osservata una diminuzione statisticamente significativa del consumo di antibiotici sistemici in 15 Paesi. Ciò valeva per tetracicline, cefalosporine e altri beta-lattamici, macrolidi, lincosamidi e streptogramine e chinoloni.
Settore ospedaliero
Nel settore ospedaliero, il consumo di antibiotici per uso sistemico è stato di 1,4 DDD per 1000 abitanti al giorno (media ponderata per popolazione).
Nel periodo 2012-2021 è stata osservata una diminuzione statisticamente significativa a livello UE/SEE in 7 Paesi.
Il consumo nella popolazione del settore ospedaliero UE/SEE è diminuito significativamente tra il 2012 e il 2021 per le penicilline e i chinoloni; tuttavia, vi è stato un aumento statisticamente significativo per le tetracicline, le cefalosporine e altri beta-lattamici, i sulfonamidi e il trimetoprim.
fonte: EpiCentro ISS