L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ha presentato martedì 6 dicembre 2022, al Ministero della Salute, la nuova Edizione del Programma Nazionale Esiti (PNE 2022)
Sintesi dei risultati
Nel 2021, si è registrata una lieve ripresa delle ospedalizzazioni (500 mila ricoveri in più rispetto al 2020), ma i volumi rimangono comunque al di sotto dei livelli prepandemici: 1 milione e 200 mila ricoveri in meno rispetto al 2019, che si sommano a 1 milione e 700 mila ricoveri non effettuati nel 2020.
Il numero di ricoveri urgenti è stato inferiore al valore atteso sulla base dei trend prepandemici: -10% per l’infarto miocardico acuto (circa 11.300 ricoveri in meno) e -6% per la frattura di femore (circa 5.800 ricoveri in meno).
La tempestività di accesso ai trattamenti urgenti rimane al di sotto degli standard assistenziali in oltre la metà delle strutture italiane: la proporzione di pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica entro 90 minuti dal ricovero è stata in media del 50,6%, mentre la proporzione di anziani con frattura di femore operati entro 48 ore è stata in media del 48,6%. In entrambi i casi, la soglia prevista dal DM 70/2015 è del 60%. Si evidenzia una grande variabilità intraregionale, superiore a quella interregionale, per quanto riguarda l’angioplastica primaria; permane invece una grande variabilità sia tra regioni che intraregionale per gli interventi su frattura di femore. Si registrano, inoltre, significative differenze di genere, con condizioni di svantaggio a carico delle donne per l’angioplastica coronarica e degli uomini per gli interventi su frattura di femore.
La mortalità a 30 giorni da un episodio di infarto si è leggermente ridotta nel 2021 rispetto al 2020 (7,7% vs. 8,4%), con riavvicinamento al trend prepandemico (valore atteso pari a 7,3%). La mortalità a 30 giorni dal ricovero per frattura di femore è rimasta stabile rispetto al 2020 (6,4% vs. 6,6%), ma è comunque più elevata rispetto al periodo prepandemico (5,1% nel 2019). Nel caso dell’infarto, l’utilizzo delle variabili cliniche aggiuntive ha consentito di modificare significativamente il ranking delle strutture nella metà delle 357 valutate per questo indicatore.
Per quanto riguarda i ricoveri programmati, si è evidenziato nel 2021 un parziale recupero sul 2020, ma permane uno scostamento dai livelli precedenti (-16% rispetto al 2019).
Per gli interventi di bypass aorto-coronarico isolato, si è registrata una riduzione di 1.900 ricoveri rispetto all’atteso; nel biennio 2020-2021, lo scostamento complessivo rispetto al trend è stimabile in circa 5 mila ricoveri. I 2/3 degli interventi sono stati effettuati in strutture al di sotto della soglia prevista dal DM 70/2015 (200 interventi/anno).
In area muscolo-scheletrica, si evidenzia una significativa ripresa delle attività programmate rispetto al 2020 (soprattutto in ambito privato), con un aumento di 18 mila interventi di protesi d’anca e 14 mila interventi di protesi di ginocchio. Rimane tuttavia un gap rispetto ai livelli prepandemici: nel biennio 2020-2021, la perdita complessiva rispetto al trend è stimabile in circa 27 mila interventi di protesi d’anca e 39 mila interventi di protesi di ginocchio.
Per le attività chirurgiche “a ciclo breve” (come la colecistectomia laparoscopica), rimane particolarmente penalizzata la modalità di ricovero in day surgery, in forte ascesa nel periodo 2015-2019 e ridottasi nel 2021 del 31% rispetto al trend.
Permane una marcata inappropriatezza in ambito materno-infantile, ad esempio nel ricorso al taglio cesareo: nel 2021, solo il 14,1% delle maternità con meno di 1.000 parti/anno e il 69,7% di quelle con volumi superiori a 1.000 hanno fatto registrare proporzioni in linea con il DM 70/2015. Si mantengono, inoltre, basse proporzioni di parti vaginali dopo pregresso cesareo, con valore mediano a livello nazionale pari a 6,7% e marcato gradiente Nord-Sud.
L’assistenza in ambito oncologico ha fatto registrare nel 2021 importanti segnali di ripresa. Ad esempio, le ospedalizzazioni per tumore maligno della mammella, che nel 2020 si erano ridotte dell’11% (circa 6 mila interventi in meno rispetto all’atteso), sono tornate ai livelli prepandemici. Per quanto riguarda la concentrazione della casistica, il 74% degli interventi è stato effettuato in unità operative che hanno rispettato la soglia prevista dal DM 70/2015 (in aumento rispetto al 67% del 2020). Se si considera il volume per operatore, la quota di interventi effettuati da operatori esperti (≥50 interventi/anno) è pari al 70%.
Il documento è prevalentemente dedicato all’assistenza ospedaliera, ma sono contenuti anche tre altri focus:
- L’ASSISTENZA TERRITORIALE: Ospedalizzazioni evitabili
- LE DISUGUAGLIANZE NELL’ASSISTENZA SANITARIA: Differenze legate al genere. Differenze legate alla cittadinanza
- MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ E AUDIT
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fonte: Agenas