Su BEN 3/2022 (Bollettino Epidemiologico nazionale è stato pubblicato l’articolo ” Focolaio di COVID-19 in un campo estivo nella Regione Piemonte (2021): descrizione, lezioni apprese e raccomandazioni per futuri campi estivi” di Christina Merakou, Martina Del Manso, Claudia Lucarelli, Daniele Petrone, Lorenzo Bandini, Paolo Fortunato D’ancona, Filippo Uberti, Anna Odone, Pierpaolo Bonamini, Fabio Castaldo, Patrizio Pezzotti
Introduzione
In Italia, dall’inizio della pandemia fino a ottobre 2022, sono stati confermati e segnalati più di 20 milioni di casi di COVID-19, con oltre 170.000 decessi (1).
Le infezioni da SARS-CoV-2 tra bambini e adolescenti causano generalmente una malattia meno grave e un minor numero di decessi rispetto a quanto succede tra gli adulti (2). Tuttavia, alcuni bambini e ragazzi hanno avuto forme gravi della malattia con conseguente decesso. Alla fine di luglio 2021, in Italia, sono stati 4.268.705 i casi confermati di COVID-19 con età inferiore ai 19 anni; di questi, 21.568 (0,5%) hanno avuto una sintomatologia che ha portato all’ospedalizzazione (sia in reparti ordinari che in terapia intensiva) e 61 (0,001%) sono deceduti (3).
La variante Delta, caratterizzata da un’elevata trasmissibilità, è stata identificata in India nel dicembre 2020 (4) e in Italia già il 20 luglio 2021 il 94,8% dei casi relativi alla popolazione generale risultava positivo per questa variante (5).
Per indagare la diffusione del virus SARS-CoV-2 in campi estivi nel periodo dal 29 luglio al 31 agosto 2021 sono state utilizzate delle stringhe di ricerca ad hoc (Coronavirus+ ”campo estivo” oppure COVID-19+ ”campo estivo”) per la ricerca attraverso Google News di articoli sui focolai in campi estivi giovanili in Italia per il periodo dal 15 luglio al 31 agosto 2021, rilevando la segnalazione di 11 focolai (6-15). La stessa ricerca è stata ripetuta in lingua inglese identificando numerosi focolai anche all’estero, come riportato dalla letteratura scientifica. In alcuni campi estivi degli Stati Uniti, in cui il tasso di attacco (attack rate, AR) primario all’interno del campo era maggiore del 40%, sono documentati: un basso tasso di vaccinazione tra i partecipanti, l’assenza di test pre e post arrivo, la suddivisione in sottogruppi con la possibilità di contatti tra ospiti appartenenti a diversi sottogruppi e il limitato uso di mascherine durante le attività comuni (16-18).
Nell’estate 2020, in tre campi estivi della Provincia Autonoma di Trento, utilizzando il sistema Janus, è stato realizzato uno studio in cui sono stati raccolti dati sui contatti reali avuti da bambini ed educatori per stimare il rischio di contagio. Il sistema di tracciamento Janus utilizza un dispositivo, facilmente indossabile dai bambini, in grado di raccogliere interazioni di prossimità (close proximity interactions) mediante misurazioni della distanza ogni 30 secondi. Lo studio ha mostrato che più lungo è il tempo di esposizione a un altro individuo e minore è la distanza interpersonale, maggiore è il rischio di esposizione. Quando, inoltre, si segue una strategia di “raggruppamento”, cioè vengono creati gruppi di soggetti che interagiscono tra loro, i contatti all’interno del gruppo sono più frequenti ma meno rischiosi rispetto ai contatti tra gruppi. In caso di cluster, i contagi potrebbero essere limitati al singolo gruppo (19).
Fonte: BEN 3 (3) 2022