Sessualità delle donne con disabilità: se sono questi i linguaggi e i contenuti “contemporanei”, poveri noi! di Sonia Veres

In riferimento alla puntata n. 104 del seguitissimo podcast Muschio Selvaggio* dello scorso 14 novembre, oggi, alla vigilia del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ci sembra il momento giusto per ribattere alle gravi affermazioni che sono state fatte in quella trasmissione, alla quale hanno preso parte Fedez, conduttore e padrone di casa, Luis Sal, co-conduttore e spalla del primo e, come ospite, Emanuel Stoica, tiktoker molto seguito che usa una carrozzina elettrica.

Vogliamo in particolare soffermarci sul linguaggio violento usato contro le donne con disabilità, nonché su alcune gravi inesattezze riguardanti i sussidi economici in àmbito di disabilità.

Intorno al minuto 46, Emanuel Stoica fa una serie di considerazioni sul Disegno di Legge n. 1442, concernente la sessualità assistita per le persone con disabilità, e Fedez si lascia andare ad una esternazione morbosa: «Parlavamo di disabili donne che vogliono essere scopate!». Risate in studio.
Emanuel risponde a mo’ di battuta: «Almeno non dice “stai ferma”», facendo riferimento al fatto che una donna con disabilità motoria si muoverebbe poco e non potrebbe eventualmente sottrarsi a un rapporto sessuale. Altre risate.
Interviene Luis chiedendo dove sia il limite nello scherzare su tali questioni. Emanuel e Fedez concordano sul fatto che «è Emanuel il limite», presumibilmente nel senso che, se lo dice lui, questo tipo di affermazioni si possono fare.
A questo punto ribattiamo che il “limite” non è una singola persona con disabilità, non è che se quella ti autorizza, allora puoi denigrare una categoria di persone.  Ma soprattutto le donne con disabilità non vogliono “farsi scopare”, al massimo scopano. Alimentare lo stereotipo che la sessualità delle donne con disabilità sia “cosa d’altro mondo” è gravissimo. Una battuta del genere funziona solo se si sposa lo stereotipo secondo cui le donne con disabilità non avrebbero una vita sessuale attiva e corrisposta. Infine, scherzare sul sesso non consensuale, in una società in cui le persone con disabilità sono per statistica maggiormente vittime di abusi sessuali, rientra in quella “cultura dello stupro” che moltissime realtà lavorano con fatica per
contrastare.

Passiamo alla parte riguardante i sussidi economici. Intorno al minuto 5, Emanuel afferma che «una persona disabile ha più vantaggi rispetto al 80% degli italiani», dichiarazione pericolosa e fuorviante perché dà l’idea che la persona con disabilità sia privilegiata quando, invece, non lo è. Al minuto 19 aggiunge: «Quando tu, prendi più di 1.000 euro al mese chi ti dà voglia di trovare un posto di lavoro?».
Ebbene, vogliamo assolutamente rimarcare che:
– La pensione di invalidità e l’indennità di accompagnamento aiutano a malapena una persona con disabilità a coprire i costi extra legati alla disabilità. Ci sono ad esempio ausili extra che non sono da Nomenclatore Tariffario, così come riparazioni degli stessi e/o di carrozzine, medicinali specifici, automobili attrezzate, case accessibili e/o adattate ecc. ecc. Qualora poi la persona non sia autosufficiente, dovrà pagarsi l’assistenza necessaria. Parliamo di un costo di circa 5.000 euro mensili per una persona che ha bisogno di assistenza continuativa (con più assistenti che si suddividono il lavoro). Fondi specifici per l’assistenza ce ne sono (contributi “Vita Indipendente”), ma variano da Regione a Regione e non sono assolutamente sufficienti. Quindi le persone con disabilità che non abbiano moltissime disponibilità economiche sono costrette a farsi assistere dai propri cari, senza avere scelta.
– Trovare un lavoro da persona con disabilità è difficilissimo a causa della discriminazione. Non è assolutamente questione di «stare a casa per prendere la pensione». Qualche altro dato per l’anno 2022 (fonte INPS): la pensione di invalidità (per 13 mensilità), in presenza di redditi personali inferiori a 17.050,42 euro, comporta un assegno di 291,98 euro al mese; solo in caso di redditi personali inferiori a 8.590,27 euro o a 14.675,70 euro, se cumulati con quelli del coniuge, è previsto un aumento fino a un massimo di 660,79 euro al mese (quindi l’aumento c’è solo in alcuni casi specifici, cioè in situazioni di assoluta povertà). L’indennità di accompagnamento (12 mensilità) è di 525,17 euro e viene erogata senza alcun limite di reddito né personale né coniugale.

Quello che sostiene Emanuel, dunque, ci preoccupa e non poco: sono tantissime le famiglie in difficoltà, i sussidi economici per la disabilità in Italia sono tra i più bassi d’Europa, le famiglie con membri disabili sono a maggior rischio di povertà ed esclusione sociale e/o mediamente più povere; inoltre molte persone con disabilità non riescono ad uscire dal proprio nucleo familiare se non supportati dalla famiglia d’origine (leggasi, molto benestanti).
La cosiddetta Legge sul “Dopo di Noi” [Legge 112/16, N.d.R.], nata per affrontare la questione, è molto problematica già dal nome (visto che si dà per scontato che le persone disabili possano vivere in modo indipendente solo dopo la morte dei loro familiari), oltre ad avere moltissime lacune.

Chiediamo cortesemente che Muschio Selvaggio, Emanuel e le persone coinvolte prendano posizione e correggano le informazioni sbagliate e soprattutto si assumano la responsabilità delle battute infelici; lo devono alla comunità disabile e a tutte le donne, ma anche a quegli uomini che si dissociano da un linguaggio abilista e sessista.

*Podcast dedicato a temi di cultura e società con ospiti diversi ad ogni puntata, caratterizzato da momenti di approfondimento, serietà, gioco e imprevedibilità. È condotto da Fedez, insieme a Luis Sal.

Il presente contributo di Sonia Veres è stato già sottoscritto da decine di persone (se ne veda l’elenco a questo link), il cui numero continua ad aumentare anche mentre scriviamo.

fonte: superando.info

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