PROGETTAZIONE URBANA, TRASPORTO E SALUTE: la serie dedicata di The Lancet

aerial photography plaza with trees and buildings

I cambiamenti climatici, la pandemia, l’inquinamento urbano, la mobilità sostenibile e le disuguaglianze nella salute della popolazione devono essere affrontati con politiche integrate e multidisciplinari.

Una buona pianificazione urbana produce co-benefici per la salute e il benessere individuale e del pianeta. Già nel 2016, la serie Lancet sulla progettazione urbana, i trasporti e la salute richiamava l’attenzione sull’importanza delle politiche di pianificazione urbana integrate come percorso per la creazione di città sane e sostenibili proponendo una serie di indicatori di pianificazione urbana che potrebbero essere utilizzati per fare benchmark e monitorare i progressi.

In questa serie di approfondimenti, gli autori mostrano come gli indicatori possano accompagnare le decisioni su ciò che deve cambiare per realizzare città sane e sostenibili e come la ricerca possa indirizzare le politiche urbane per raggiungere la salute urbana e della popolazione. Forniscono strumenti che altre città possono utilizzare per replicare gli indicatori ed esplorano “dove andare” per creare città sane e sostenibili, in particolare alla luce della pandemia COVID-19 e dei cambiamenti climatici.

COMMENTI

===> Creare città sane e sostenibili: ciò che viene misurato, viene fatto

===> La progettazione urbana è la chiave per ambienti sani per tutti

===> Misurare ciò che conta: sostenere le città nell’affrontare le sfide del clima e della salute

===> Il futuro è urbano: le politiche di pianificazione integrata possono creare città sane e sostenibili

SERIE

Lo studio confronta le politiche per la pianificazione urbana di 25 città in 19 Paesi a reddito medio-basso, medio-alto e alto raccogliendo dati in modo sistematico riguardo gli indicatori relativi alla pianificazione urbana integrata, all’inquinamento atmosferico, all’accessibilità dei luoghi, alla distribuzione dell’occupazione, alle restrizioni relative ai parcheggi, alla progettazione, alla densità, alla distanza dai trasporti pubblici e agli investimenti nelle infrastrutture di trasporto.

L’analisi ha identificato i punti di forza, i limiti e le lacune delle politiche, consentendo di confrontare le città.

Si è riscontrato che, nonostante la retorica della politica che sostiene città sane e sostenibili, gli obiettivi politici misurabili per raggiungere questi traguardi sono pochi. Inoltre alcune politiche non sono coerenti con le evidenze della sanità pubblica, il che crea ostacoli al raggiungimento di ambienti urbani sani e sostenibili.

Questo secondo contributo illustra i risultati dello studio International Physical Activity and the Environment Network Adult (noto come IPEN) (N=11.615; 14 città in dieci Paesi) che ha indagato la relazione tra progettazione urbana, trasporti e spostamenti a piedi.

In particolare lo studio ha rilevato che i quartieri che superano circa 5700 persone per km2, 100 incroci per km2 e 25 fermate del trasporto pubblico per km2 sono stati associati al raggiungimento di uno o di entrambi gli standard associati ad un buon livello di attività fisica (almeno l’80% di probabilità di impegnarsi in qualsiasi spostamento a piedi e l’obiettivo dell’OMS di una riduzione relativa di almeno il 15% della sedentarietà attraverso gli spostamenti a piedi). Anche la vicinanza ai parchi pubblici è risultata associata a un maggior livello di attività fisica.

Questo studio ha sviluppato un quadro di calcolo degli indicatori urbani riutilizzabile e open-source che usa dati aperti per consentire analisi comparative locali e globali coerenti.

Lo si dimostra calcolando indicatori spaziali – per 25 città diverse in 19 Paesi – delle caratteristiche di progettazione e trasporto urbano che supportano la salute e la sostenibilità ambientale. Indicatori che sono poi associati ai contesti politici delle città per identificare le popolazioni che vivono al di sopra e al di sotto delle soglie critiche per l’attività fisica a piedi.

Gli autori concludono questa serie fornendo una lista di raccomandazioni indirizzata alle organizzazioni, ai decisori regionali e locali, ai cittadini, ai ricercatori e agli enti finanziatori.

Scrivono infatti “…..In un mondo in rapida urbanizzazione in cui le città, soprattutto quelle ad alto reddito, sono le principali responsabili delle emissioni di gas serra, la salute futura dell’uomo e del pianeta sarà determinata dalla nostra capacità di trasformare la pianificazione urbana per ottenere uno sviluppo e uno stile di vita sani e sostenibili….”

Azioni per la transizione verso città sane e sostenibili

Esortiamo le organizzazioni internazionali governative, non governative e professionali a

Incoraggiare tutte le città a fare benchmark e a monitorare i progressi compiuti.

  • Fornire indicazioni, strumenti e supporto tecnico per incorporare salute, sostenibilità, emissioni zero ed equità in tutte le politiche urbane, compresi gli appalti e i meccanismi di finanziamento.
  • Fare da apripista all’espansione e alla diffusione degli strumenti open-source per consentire alle città di tutto il mondo di replicare e ampliare i nostri indicatori basati sulle evidenze scientifiche e di effettuare il benchmark e il monitoraggio dei progressi ogni 5 anni.
  • Impegnarsi a investire nelle città dei Paesi a basso e medio reddito (LMIC) per sostenere l’infrastruttura dei dati e la creazione di capacità tecniche.
  • Sviluppare una serie ampliata di indicatori basati sull’evidenza che misurino le conseguenze della pianificazione urbana per la salute umana e planetaria; questi dovrebbero includere i cambiamenti nella biodiversità, nella copertura arborea, nell’isola di calore, nei livelli di abitazioni a basso reddito costruite in aree soggette a inondazioni e incendi, nella distribuzione delle infrastrutture urbane, nei livelli di criminalità, negli incidenti stradali e nelle risorse che consentono uno sviluppo sano e sostenibile.
  • Attivare un programma mondiale di citizen-science (proponiamo una sfida di 1000 città) e incoraggiare la raccolta di dati aperti, come OpenStreetMap, per migliorare la base di conoscenze e informare il processo decisionale, con particolare attenzione alle aree più povere di dati.
  • Creare team multidisciplinari con esperti di contenuti e tecnici (compresi scienziati informatici e geospaziali) per utilizzare i big data e la tecnologia in modo etico, al fine di creare indicatori replicabili e raccolti di routine.

Esortiamo i sindaci delle città e i leader dei governi regionali e nazionali a:

Trasformare la governance urbana

  • Creare un ambiente autorizzativo che incoraggi e lavori attivamente per una governance urbana integrata: orizzontalmente tra i settori e verticalmente tra i livelli di governo e le giurisdizioni.
  • Effettuare la transizione verso una governance urbana integrata, trasparente, inclusiva, responsabile e agile, per rispondere ai problemi urbani emergenti e creare città a emissioni nette zero.
  • Incoraggiare la pianificazione, il monitoraggio e il budgeting partecipativi; ascoltare le voci dei gruppi inascoltati, compresi i bambini, i giovani, coloro che vivono in povertà, le comunità indigene e altre persone emarginate.

Rafforzare i quadri politici

Sviluppare quadri politici di pianificazione urbana che siano integrati tra i vari settori e tra i livelli di governo; tutti questi quadri dovrebbero:

  • Consentire una mobilità sostenibile e creare città sane e sostenibili a emissioni zero.
  • Specificare la responsabilità e il finanziamento, con obiettivi chiari, standard misurabili e target specifici, utilizzando soglie basate su dati concreti per raggiungere i risultati desiderati.
  • Massimizzare i co-benefici per la salute umana e planetaria mitigando e adattandosi ai cambiamenti climatici.
  • Fornire un accesso equo alle risorse, alle infrastrutture e agli ambienti che favoriscono la salute.
  • Creare quartieri a 15 minuti
  • Ridurre l’esposizione dei residenti ai fattori di stress ambientale (come l’inquinamento atmosferico e acustico).
  • Incorporare standard per le dimensioni e la vicinanza di spazi verdi biodiversi e soglie minime per la copertura arborea.
  • Incorporare linee guida di progettazione sensibili alla biodiversità che riducano al minimo i danni dello sviluppo urbano.
  • Evitare lo sviluppo residenziale in zone a rischio.
  • Incorporare principi di progettazione che favoriscano la salute nell’uso del territorio e nelle abitazioni ad alta densità.
  • Attuare una politica urbana nazionale e regionale che crei capacità e coerenza nel rispondere ai problemi di salute e sostenibilità.

 Valutazione e monitoraggio dei progressi

  • Adottare (ed espandere) gli indicatori territoriali basati sull’evidenza proposti per creare un insieme coerente di indicatori di politiche e interventi a monte che permettano di valutare, monitorare e seguire nel tempo le conseguenze delle decisioni urbanistiche; questi potrebbero includere indicatori delle emissioni di gas serra, dell’inquinamento atmosferico e acustico, della biodiversità, delle chiome degli alberi e degli effetti dell’isola di calore.
  • Utilizzare gli indicatori spaziali per smascherare le disuguaglianze all’interno della città e progettare gli interventi per garantire un accesso equo alla progettazione urbana e alle caratteristiche dei trasporti che consentono stili di vita sani e sostenibili e favoriscono la salute e il benessere.
  • Misurare l’uso dei trasporti e i risultati in termini di salute e benessere di ogni città, in modo da poter monitorare le conseguenze delle politiche nel tempo e identificare e risolvere eventuali disuguaglianze in ogni città.

Monitorare l’attuazione delle politiche

  • Rendere il processo decisionale della pianificazione urbana rendicontabile, conducendo esperimenti naturali di interventi politici in collaborazione con le università; tali esperimenti dovrebbero valutare e monitorare l’attuazione delle politiche e i risultati sanitari, sociali, ambientali e di equità.
  • valutare gli effetti sulle malattie croniche, la sostenibilità, la mobilità, l’inquinamento atmosferico, le emissioni di gas serra, la biodiversità e gli effetti dell’isola di calore quando si sviluppano, finanziano o attuano politiche e interventi urbani.
  • Equipaggiare il settore sanitario per sviluppare, valutare e supportare l’implementazione di tutte le decisioni derivanti da queste valutazioni di impatto sulla salute e sull’ambiente

Esortiamo i cittadini e la società civile a:

creare e utilizzare dati aperti

  • Diventare cittadini scienziati e sostenere la crescita di fonti di dati aperti, come OpenStreetMap, che possono essere utilizzati sia per la ricerca che per l’advocacy locale.
  • Fare pressione a livello locale e nazionale affinché i governi creino città sane e sostenibili e utilizzino indicatori politici e spaziali per monitorare i progressi compiuti.
  • Chiedere attivamente di essere coinvolti in processi partecipativi per pianificare, finanziare, costruire e monitorare gli ambienti urbani.

Esortiamo gli accademici che si occupano di insegnamento e ricerca a:

  • Co-progettare ricerche rilevanti per le politiche con i cittadini e i decisori politici, compresa l’interpretazione e la traduzione dei risultati
  • Condurre esperimenti naturali di iniziative politiche volte a migliorare la salubrità e la sostenibilità delle città.
  • Studiare le città come sistema complesso
  • Colmare le lacune nella ricerca sulla pianificazione urbana e contribuire a costruire capacità nei Paesi meno sviluppati e in altri luoghi svantaggiati.
  • Condurre studi internazionali con protocolli e misure comuni per valutare le soglie per le caratteristiche dell’ambiente costruito che possono informare gli standard misurabili nelle politiche di pianificazione urbana.
  • Sviluppare e valutare l’uso di indicatori politici e territoriali a livello locale, nazionale e globale e incorporare questo lavoro nei programmi di laurea.
  • Fornire una formazione terziaria e professionale interdisciplinare sulla pianificazione di città sane e sostenibili per tutte le professioni interessate, tra cui la salute pubblica, la pianificazione urbana, la progettazione urbana, i trasporti, gli studi ambientali, l’architettura, i parchi e le attività ricreative, la geografia e la pubblica amministrazione.

Esortiamo i finanziatori della ricerca a:

  • Dare priorità a studi multisettoriali e multi-outcome (compresi disegni di studi di esperimenti naturali) che incorporino il pensiero sistemico e forniscano valutazioni complete di approcci di governance integrati.
  • Dare priorità alla ricerca nei Paesi meno sviluppati e in altri contesti svantaggiati, e alla ricerca sulle caratteristiche del design urbano e dei trasporti poco studiate e sui loro legami con la salute e la sostenibilità.

Per accedere alla serie completa

Urban design, transport, and health (thelancet.com)


Fonte testo e immagine: Disuguaglianze di Salute - A cura di Luisella Gilardi, DoRS - Centro di Documentazione per la Promozione della Salute - luisella.gilardi@dors.it
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