Intervista a Erri De Luca, di Simona Ciaramitaro su Collettiva
Erri De Luca, quanto e perché il decreto si connota come pericoloso e liberticida?
Criminalizzare raduni musicali giovanili indica volontà di dotarsi di strumenti per vietare e penalizzare qualunque altra manifestazione. Se neanche un pacifico appuntamento festivo è ammesso, allora si può vietare tutto a proprio arbitrio. C’è in più una protervia, un sopruso contro la gioventù, addirittura identificata e schedata in massa perché riunita in una manifestazione musicale. Le maggioranze parlamentari arrivano a far leggi che sono atti osceni in luogo pubblico. Ricordo quella che incriminava per concorso in immigrazione clandestina il pescatore che salvava un naufrago. Questo governo uscito come un pupazzo a molla dalla scatola elettorale, esordisce nella maniera più chiara”.
È la sua intenzione, minacciare qualunque assembramento. Sarà compito della Corte Costituzionale valutare la conformità della futura legge con gli articoli della Carta
Decreti come questo aumentano la tensione sociale?
La tensione sociale aumenta per il peggioramento delle condizioni economiche. Siamo in una forma di economia di guerra, con inflazione e scarsità di materie prime. Questa legge annunciata contribuisce a inasprire i termini del disagio sociale.
Quali sono i danni culturali che il nuovo governo di centrodestra può fare, o che ha già iniziato a fare?
Non potrà fare granché per indifferenza congenita verso l’argomento cultura. Non sa che farsene. Comunque la base culturale di una società è la scuola, compromessa come istituzione già da precedenti governi.
Si può prevedere una reazione netta e compatta dei cittadini?
Al momento non prevedo reazioni collettive. La compostezza sobria e responsabile delle migliaia di giovani che hanno subìto l’interruzione forzata del loro appuntamento mi segnala un atteggiamento remissivo della società civile.
Il sindacato dei lavoratori può avere un ruolo decisivo nel contrastare la deriva autoritaria e sovranista?
Il sindacato tutela i lavoratori e già questo compito è messo a continua e dura prova. Non può svolgere anche supplenza di un’azione che spetta agli organismi politici. Alla massima espressione di protesta sindacale, lo sciopero generale, si potrà ricorrere al termine di un percorso conflittuale con le controparti. Questo governo è una controparte, non un mediatore tra sindacati e imprese.