Riforma sanitaria nelle Marche: la retrocessione della prevenzione. di Franco Pesaresi

Il Servizio Sanitario nazionale è organizzato in tre grandi aree:

  1. Prevenzione collettiva e sanità pubblica;
  2. Assistenza distrettuale;
  3. Assistenza ospedaliera.

Lo stabilisce la L. 833/78 e lo ribadisce l’art. 1, comma 6, del D. Lgs. 502/1992. I Livelli essenziali di assistenza (LEA) sono organizzati conseguentemente. Il DPCM 12/1/2017 sui LEA proprio con l’art. 1 rammenta che questa è l’organizzazione e che i LEA garantiscono i servizi in queste tre aree di offerta[1]. Anche il testo del DPCM è organizzato seguendo queste tre aree di intervento.

I contenitori delle tre aree che devono essere organizzate e governate sono, come è noto:

  1. Il dipartimento di prevenzione;
  2. Il distretto sanitario;
  3. L’ospedale.

La Giunta Regionale delle Marche che recentemente[2] che ha  presentato al Consiglio regionale la proposta di legge concernente la nuova “Organizzazione del servizio sanitario regionale” su questi decisivi aspetti  sembra non conoscere o non condividere il quadro normativo nazionale.

Infatti, la proposta di legge regionale, nel presentare l’organizzazione delle aziende sanitarie territoriali (AST),  all’art. 23 (comma 6),  dispone che  la stessa AST “si articola in:

  1. a) distretti;
  2. b) dipartimenti;
  3. c) uno o più presìdi ospedalieri.”

Attenzione: si dice che tra le articolazioni dell’Azienda sanitaria vi sono tutti i dipartimenti e non il Dipartimento di prevenzione. Il Dipartimento di prevenzione è uno dei diversi dipartimenti dell’Azienda sanitaria. Questo aspetto è poi confermato dal resto dell’articolato di legge.

Questa organizzazione prevista dalla proposta di legge comporta che tra le tre macro aree di organizzazione della sanità scompaia l’area della prevenzione ridotta ad uno dei tanti dipartimenti.

Gli estensori della proposta di legge non hanno compreso che il Dipartimento di prevenzione, diversamente dagli altri dipartimenti, non è l’articolazione di qualcosa di più grande (per esempio l’ospedale)  ma è il contenitore organizzativo obbligatorio preposto ad erogare tutte le prestazioni di prevenzione per il territorio. Una delle tre aree di intervento da prevedere obbligatoriamente a cui spetta la stessa dignità e lo stesso rilievo delle altre aree organizzative che sono il distretto sanitario e  l’ospedale, come previsto dalle leggi statali.

E’ stato un errore? Le norme nazionali sull’organizzazione sanitaria sono così conosciute, soprattutto per gli addetti ai lavori, che mi sentirei di escluderlo. Ma se così fosse bisognerebbe correggere la proposta di legge prevedendo il Dipartimento di prevenzione tra le articolazioni principali delle Aziende sanitarie territoriali (al posto della parola “dipartimenti).

La cosa sarebbe più preoccupante se invece si è trattato di una scelta deliberata;  cioè la scelta di retrocedere l’area della prevenzione da una delle tre articolazioni principali ad uno dei numerosi dipartimenti esistenti in modo da sminuirne l’importanza strategica.

Qualcuno potrebbe dire per una operazione di questo tipo, così discutibile, mancherebbe il movente. In realtà un possibile movente c’è ed è il finanziamento che ogni regione dovrebbe garantire ai Dipartimenti di prevenzione per le loro attività di prevenzione. Attualmente, la regione Marche spende circa la metà di quello che dovrebbe per le attività di prevenzione e dover adeguare la propria spesa ai parametri nazionali significherebbe reperire risorse che la Giunta Regionale potrebbe preferire erogare ad altri settori. Retrocedere i Dipartimenti di prevenzione significherebbe toglierli dalla prima linea e dall’evidenza delle macro aree permettendo alla regione di finanziarli più liberamente (e cioè meno di quel che dovrebbe).

Vediamo i dettagli della spesa per la prevenzione nelle Marche.

La spesa per la prevenzione nelle Marche

Nel 2010 il Patto per la salute 2010-2012 ha stabilito la corretta allocazione della spesa sanitaria nei tre macro-settori: prevenzione 5%, territorio 51% ed ospedale 44% della spesa complessiva.

Da allora il parametro non è più cambiato e la spesa delle regioni ha cercato di avvicinarsi sempre più a tali parametri ed oggi in Italia tali indicatori sono molto vicini a quanto raccomandato soprattutto per quel che riguarda la percentuale della spesa per l’assistenza territoriale e per l’assistenza ospedaliera (Cfr. Tab. 1).

La Regione Marche, invece, è molto lontana dai parametri indicati nazionalmente[3]. La spesa per la prevenzione è poco più della metà (2,8%) di quella indicata dalle norme nazionali, la spesa per l’assistenza territoriale è molto più bassa (-16%) di quanto raccomandato e la spesa ospedaliera è molto più alta (+17%)  (Cfr. Tab. 1).

Tab. 1 – Spesa  sanitaria in % ripartita nelle 3 macro aree: prevenzione, territorio, ospedale

  % SPESA
  Prevenzione Territorio ospedale
Patto per la salute 2010-2012 5% 51% 44%
Italia 4,3% 52,1% 43,6%
Marche 2,8% 44,7% 52,6%

Fonte: ns elaborazione da Bilanci aziende sanitarie Marche, MEF (Open data), Patto per la salute 2010-2012. I dati italiani e della Regione Marche si riferiscono al 2019.

Siccome la tendenza a cui dovrebbe tendere la regione Marche dovrebbe essere quella di adeguarsi alle norme nazionali questo vorrebbe dire assegnare annualmente almeno 80 milioni in più alla prevenzione, almeno 230 milioni in più all’assistenza territoriale e sottrarre conseguentemente oltre 300 milioni dall’assistenza ospedaliera.

Intanto, a causa dei pochi finanziamenti di cui gode il Dipartimento di prevenzione ha ridotto radicalmente  le attività di prevenzione ed opera quasi sempre in “modalità sopravvivenza” come la vicenda del Covid-19 ha ampiamente dimostrato.

Un riequilibrio della spesa sanitaria è assolutamente necessario per far funzionare tutto il sistema sanitario. Gli squilibri e le difficoltà sono evidenti e sono sotto gli occhi di tutti. La pandemia li ha evidenziati ancor di più.

Qualche valutazione

La retrocessione dei Dipartimenti di prevenzione da articolazione principale delle aziende sanitarie, insieme ai distretti e all’ospedale, ad uno dei tanti dipartimenti aziendali suscita grande preoccupazione perché la prevenzione è una delle attività fondamentali del Servizio sanitario nazionale ed è l’aspetto più importante per la salvaguardia della nostra salute.

Semmai ce ne fosse bisogno, la recente vicenda del Covid-19 ha dimostrato ancor di più l’importanza ed anche l’inadeguatezza dei nostri Dipartimenti di prevenzione che vanno invece rinforzati e non retrocessi.

Per cui la proposta di legge regionale va modificata collocando i Dipartimenti di prevenzione al ruolo che spetta loro con la conseguente valorizzazione delle attività di prevenzione che sono le uniche che possono prevenire le malattie e mantenerci sani dotando i Dipartimenti di prevenzione delle risorse necessarie per svolgere adeguatamente tutte le loro attività.

Bibliografia

Regione Marche, D.G.R. 4/7/2022, n. 847: Proposta di legge concernente la nuova “Organizzazione del servizio sanitario regionale”. In Consiglio Regionale ha assunto la denominazione di PDL n. 128/2022.

[1] DPCM 12/1/2017: Art. 1.

  “1. Il Servizio sanitario nazionale assicura, attraverso le  risorse finanziarie pubbliche e in  coerenza  con  i  principi  e  i  criteri indicati  dalla  legge  23  dicembre  1978,  n.  833  e  dal  decreto legislativo 30 dicembre  1992,  n.  502,  e  successive  modifiche  e integrazioni, i seguenti livelli essenziali di assistenza:

  1. a) Prevenzione collettiva e sanità  pubblica;
  2. b) Assistenza distrettuale;
  3. c) Assistenza ospedaliera.”

[2] il 4 luglio 2022

[3] I dati della regione Marche si sono calcolati nel modo seguente: la ripartizione della spesa nelle tre grandi voci è stata effettuata dall’ASUR (DG Asur 70/21) a cui si sono aggiunti  alla sola area ospedaliera i costi (desumibili dai bilanci 2019)  delle tre aziende ospedaliere ( AO università Ancona, Marche Nord, INRCA Ancona).

fonte: https://francopesaresi.blogspot.com/2022/07/riforma-sanitaria-nelle-marche-la.html 

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