Sul nuovo numero E&P 2022, 46 (3) maggio-giugno
Non so, lettore, come trascorri queste settimane di nuova guerra in Europa. A me capita più e più volte al giorno di scorrere le notizie cercando segni di una svolta positiva o, drammaticamente incupendomi, soffrire per ogni richiamo di aggravamento delle ostilità o per l’invio di nuove armi oppure per il rientro della guerra atomica nel campo del possibile. Le sconvolgenti immagini del conflitto che i media propongono accompagnano e forzano la continua ricerca di notizie.
Ma come ci dice Sandro Colombo con il suo contributo, altre e sconvolgenti immagini ci mancano, relative ad altri terribili teatri di guerra come Yemen, Afganistan o Etiopia, crisi ora dimenticate, dove gli aiuti internazionali sono in riduzione perché richiamati dalla guerra a noi, per immagini, così vicina. L’invasione russa dell’Ucraina e il rilancio della spesa per armamenti, seguendo e accompagnando l’evento pandemico di COVID19, sconvolgono le aspettative economiche del mondo e, nello specifico del nostro Paese, riducendo lo spazio per il sostegno a politiche di welfare: la spesa sanitaria pubblica è attesa per il 2025 al 6,2% del PIL, un valore “addirittura inferiore a quello pre-pandemia”, ci dice il severo, ma bel editoriale di Nerina Dirindin, lasciando forse al lettore l’amaro in bocca di un futuro ancora difficile. È in frangenti come questi che dovremmo ricordare che l’Italia ha superato momenti anche più drammatici nel corso della storia. Da parte nostra, alle difficoltà rispondiamo con l’impegno a fornire apporti costruttivi nel campo della sanità pubblica, per rendere i servizi più accessibili ed efficaci anche negli anni a venire: è quanto suggerisce l’editoriale di Claudio Maria Maffei sul riordino dell’assistenza ospedaliera in Italia al tempo del PNRR che – a partire dalla rivalutazione del Decreto ministeriale (DM) 70 del 2015 – descrive e critica il nuovo decreto.
Jessica Battagello et al. auspicano il superamento delle barriere che generano differenze nella partecipazione ai programmi specifici di screening per il tumore alla cervice uterina tra donne italiane (56,4%) e immigrate (38,5%, tra le donne del Centro-Sud America, con un rischio di tumore circa il doppio delle italiane).
Annibale Biggeri et al. tornano sull’uso del p-value, altri autori indagano su amianto, o su casi di inquinamento ambientale e partecipazione, o ancora intorno a COVID-19: Manuela Tamburro et al. sui fattori prognostici negativi in Italia; nelle Rubriche, Giulia Solazzo et al. spiegano che non tutti i virus vengono per nuocere, Enzo Ferrara, intervistando Andrea Cittaglia, propone interessanti riflessioni sulle RSA e sulle drammatiche esperienze negli anni della pandemia, Lucia Miligi e Carolina Mensi puntano il dito sul “bias di genere” negli studi sui tumori professionali.
L’impegno della rivista, specialmente in questo periodo, è di prestare attenzione al mondo che ci circonda, di riflettere criticamente sugli strumenti e i metodi che caratterizzano la nostra disciplina e di stigmatizzare le politiche di guerra che fanno male alla salute. A questo proposito, E&P invita lettori e lettrici a firmare la lettera aperta dell’Associazione italiana di epidemiologia al Governo italiano sull’urgenza di proteggere l’Italia e il mondo dalla minaccia nucleare e aderendo al Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW).
fonte: E&P