FONDI CORRENTI SANITÀ NON BASTANO, REGIONI IN CRISI: allarme da Emilia Romagna e Toscana

“Al ministro della Salute, Roberto Speranza chiederò di allargare il fondo sanitario nazionale e quindi quello regionale. Oggi noi questa macchina la dobbiamo tenere in piedi”. Lo ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani, a margine degli ‘Stati generali della salute in Toscana’ a Firenze. “Il Covid – ha aggiunto Giani – non é più letale perché ci rendiamo conto che grazie alla vaccinazione ci sia ammala, ma si può gestire a casa, ma comunque tutto questo comporta un impegno del servizio sanitario forte quindi ci si deve rendere conto che la percentuale di risorse del bilancio dello stato da destinare alla salute pubblica deve essere più ampio. Su questo il ministro deve fare una sorta di battaglia e noi lo sosterremo”…

“Sono diventato ministro della Salute nel 2019 e il fondo sanitario nazionale ammontava a 114 miliardi di euro, nei decenni precedenti si metteva mediamente un miliardo in piu’ all’anno, alcuni anche meno, 800-900 milioni. Il fondo sanitario oggi e’ arrivato a 124 miliardi di euro, 10 miliardi in più in meno di tre anni”. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante il suo intervento al convegno ‘Stati generali della salute’. “… Speranza ha poi confermato che il Dm 71 sull’assistenza territoriale sarà approvato “entro il 30 giugno”.

Intanto però sul fronte regionale si insiste sulla necessità di veder riconosciuta la copertura dell’impegno finanziario sostenuto dalle Regioni per far fronte all’emergenza Covid-19
“Se non ci dovessero essere riconosciute le risorse che abbiamo impiegato per il contrasto alla pandemia da Covid e per la campagna di v ccinazione, almeno 400 milioni nel 2021 e, si ipotizza, altrettanti per il 2022, è chiaro che dopo il terzo anno consecutivo di questa situazione noi mettiamo veramente a rischio la tenuta del sistema”. A lanciare ancora una volta l’allarme sul futuro della sanità dell’Emilia-Romagna è l’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini, che interviene sul tema davanti ai lavoratori del settore che questa mattina hanno partecipato, a Bologna, a un presidio sotto la sede della Giunta regionale convocato dalla Fp Cgil. Alla base della mobilitazione del sindacato ci sono diversi temi, come le assunzioni, le stabilizzazioni e il salario accessorio. Problemi che, secondo Donini, in buona parte si potrebbero cominciare a risolvere se “ci venissero riconosciute le risorse necessarie” da parte del Governo. Infatti, attacca l’assessore rivolgendosi direttamente ai lavoratori, “vi pare giusto che una Regione benchmark per la sanità pubblica sia con l’acqua alla gola a causa del fatto che il Governo non ci riconosce le spese che abbiamo sostenuto per curare e vaccinare i nostri cittadini?”, e questo nonostante “il ministro della Salute, Roberto Speranza, sia sempre stato al nostro fianco”.

Da parte sua, Donini assicura che “io e il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, non ci stancheremo mai di chiedere che alle Regioni più virtuose siano riconosciute le risorse che consentano di continuare a rappresentare un’eccellenza”.

Due, secondo l’assessore, sono ora “i rischi da evitare: in primis non dobbiamo abdicare al ruolo della sanità pubblica e universalistica, concedendo in prospettiva, come alcune Regioni invece hanno fatto, ampi spazi al privato”, e in secondo luogo “non dobbiamo rinunciare all’autonomia gestionale”. In questi anni di autonomia, sottolinea infatti Donini bacchettando il Governo, “l’Emilia-Romagna è sempre stata Regione benchmark per la sanità pubblica, mentre l’unica cosa gestita a livello centrale, i finanziamenti Covid, è quella che ci ha messo in ginocchio”.

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