MA SOLO I VECCHI MUOIONO DI COVID?: lo studio MADE Monitoraggio e Analisi dei Dati dell’Epidemia

https://epiprev.it/documenti/get_image.php?img=files/2022/blog-made/post0405/00-titolo-decessi.jpgAlcuni quesiti: Si muore ancora di Covid? E quanto oggi si muore? E si muore per Covid o solo con Covid? E muoiono solo i vecchi o anche i più giovani? Parliamone …

Sembra talvolta che ci si sia dimenticati che di Covid, ahimè, si continua a morire, certo, grazie ai vaccini, non come all’inizio della pandemia, ma purtroppo si continua a morire e non solo muoiono i vecchi. La mortalità per Covid, infatti, non ha una distribuzione per età molto diversa dalla mortalità generale, anzi per tanto tempo l’età media dei morti Covid è stata addirittura inferiore a quella del complesso dei decessi.

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Dal 24 febbraio 2020 al 1° maggio 2022 sono stati notificati 163.612 decessi attribuiti al Covid. Uno studio recente condotto da Iss/Istat ritiene che un 10% dei decessi siano decessi di soggetti positivi al Covid ma deceduti per altre cause; questo porterebbe a ritenere che i deceduti da Covid siano in realtà stati circa 150.000 (Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia – PDF).

Noi abbiamo fatto un altro possibile calcolo: In Italia nel 2021 ci sono stati 709.035 morti, cioè 1942,5 in media ogni giorno, il che significa che ogni giorno ci sono stati 3,28 decessi ogni 100.000 persone.

Considerando invece le prevalenze giornaliere dei positivi dall’inizio dell’epidemia ed applicandovi questo tasso si ottiene un totale di decessi attesi di 11.101, che corrisponde al 6,8% del totale dei decessi segnalati come Covid. Togliendo questi decessi, probabilmente non Covid, dal totale dei decessi di soggetti positivi, rimarrebbero 152.107 decessi dovuti a cause realisticamente legate al Covid.

Questo calcolo, seppur grossolano, conferma l’ordine di grandezza dei decessi non per Covid ma solo con Covid del calcolo effettuato da Iss/Istat. Considerare però una quota tra il 7 ed il 10 % di decessi positivi al Covid dovuti ad altre cause non modifica sostanzialmente il quadro della mortalità Covid.

Talvolta si pensa che la mortalità Covid sia prevalentemente di persone molto anziane, ma non è così. Confrontando le percentuali per classi di età dei deceduti Covid rispetto a quelle della mortalità generale si vede infatti che i decessi Covid, da ottobre 2021 a aprile 2022, sono di meno sotto i 30 anni e sopra i 90, ma di più tra i 30 ed i 90.

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Il grafico ha l’ordinata in scala logaritmica. Si nota innanzitutto una stabilità nella ripartizione per età tra i vari mesi passati dei decessi Covid ed una vicinanza dei valori con quelli relativi alla mortalità generale. Per meglio vedere le differenze tra le percentuali per età dei decessi covid e dei decessi generali si può osservare il grafico seguente che riporta le differenze relative, cioè quando i casi Covid sono percentualmente di più o di meno nella classe d’età.

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Si può osservare come ad ottobre 2021 i decessi Covid fossero percentualmente di più già dai 30 anni e comunque la crescita è stata maggiore nei vari mesi tra i 50 e gli 80 anni.

Calcolando l’età media dei decessi Covid negli ultimi sette mesi si osserva che questa è cresciuta ed ha ora raggiunto l’età media della mortalità generale del 2021 di 81,9 anni.

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Per calcolare la mortalità in funzione del numero di contagiati si riporta un grafico non usuale che mostra il tasso giornaliero di mortalità x 100.000 soggetti prevalenti positivi a partire dal 1° agosto 2020 e sino ad oggi.

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e si osserva che nell’inverno del 2020 il tasso sfiorava i 100 deceduti al giorno ogni centomila positivi (1 su 1.000) mentre dall’inizio del 2022 non ha superato il 20 su 100.000 ed ora è di 10 su 100.000.

Se questo è il tasso giornaliero di mortalità dei soggetti positivi, il passaggio ad una stima della letalità (CFR) lo si può ottenere moltiplicandolo per la durata media in giorni della positività che può essere calcolata come rapporto tra i casi prevalenti ed i casi incidenti come qui nel grafico rappresentato.

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La durata media sembra variare tra i 10 ed i 40 giorni e sicuramente dipende dalla proporzione di casi gravi presenti. Nel giugno 2021 il calcolo porta ad una durata addirittura di 100 giorni, ma questo dipende dal basso numero di nuovi positivi incidenti al numeratore di quei giorni e contemporaneamente ad un ancora elevata frequenza di positivi prevalenti.

Moltiplicando il tasso giornaliero per la durata della positività possiamo poi ottenere una stima della letalità, cioè la frequenza di deceduti tra tutti coloro che si sono contagiati.

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La letalità risulta elevata attorno al 3-4% nei primi sei mesi del 2021 per poi scendere ad arrivare ad oggi a circa lo 0,2%.

Accanto a questo calcolo della letalità possiamo riportarne un altro che varie volte abbiamo già presentato e che consiste nel dividere il numero dei decessi per la frequenza dei nuovi positivi di tre settimane prima, considerando in 21 giorni la latenza media tra le date delle diagnosi e quelle dei decessi. Il risultato è il seguente:

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Le due stime della letalità diversamente calcolate risultano molto simili tra di loro tranne nel periodo del giugno 2021 per le ragioni sopra evidenziate.

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e guardando in particolare solo i giorni del 2022, osserviamo un andamento simile seppur con valori un po’ differenti ma comunque del tutto coincidenti nell’ultimo mese di aprile 2022.

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Possiamo quindi ritenere che la stima attuale del due per mille della letalità sia una stima affidabile che potrebbe però aumentare se la percentuale dei soggetti positivi che vengono diagnosticati diminuisse, vuoi per l’assenza di attività diagnostica di screening capace di individuare anche i soggetti asintomatici, vuoi per il crescente uso dei test  autosomministrati che spesso non danno seguito ad una denuncia ed una registrazione della positività presso le aziende sanitarie.

Conclusione

Le frequenze dei decessi Covid pubblicate sembrano quindi aderenti alla realtà e tutt’al più possono essere corrette circa del 10% di decessi di positivi dovuti ad altre cause di morte.

La letalità comunque è nettamente diminuita negli ultimi mesi e da un 40 per mille è scesa al 2 per mille cioè venti volte di meno. Questo sicuramente è dovuto al contributo della copertura vaccinale e forse anche alla minor virulenza delle ultime varianti.

Ma la letalità da Covid non riguarda solo i soggetti più anziani, ma ha una distribuzione per classi di età simile alla mortalità generale ed anzi in piccola misura i morti hanno un’età mediamente di poco inferiore.

Non possiamo quindi ritenere che in futuro possa capitare che i decessi da Covid terminino se i nuovi contagi rimangono elevati. Al contrario se vogliamo prevenire il più possibile i decessi Covid, oltre ai vaccini ed ai loro richiami, la misura più importante rimane quella di evitare che i contagi rimangano di numero così elevato come lo sono ancora quelli di questi giorni.

Auspichiamo quindi che la responsabilità di tutti possa sostituire l’obbligo di adeguare i propri comportamenti secondo le normative. Sarà molto importante comunque continuare a monitorare la situazione per essere pronti, se si necessitasse, di ritornare a delle misure di contenimento ovvero ad aumentare la comunicazione orientata ad indirizzare appunto i comportamenti della popolazione.

FONTE: Epidemiologia & Prevenzione

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