Le disabilità pongono criticità di inclusione e di atteggiamento, ma non solo per quanto riguarda le politiche, il sostegno economico, i servizi dedicati, l’adeguatezza dei luoghi di vita e l’accesso alle prestazioni. Le disabilità, infatti, pongono problemi in primis dal punto di vista sociale e psicologico in quanto ci pongono di fronte a temi che turbano le nostre coscienze, come le differenze, le sofferenze e l’emarginazione.
Per molte persone relazionarsi con una persona con disabilità – come nel caso dei ventisette “sapiens” che hanno costretto altrettanti loro simili a scendere dal treno, nonostante avessero biglietto e prenotazione [di tale vicenda si legga già anche su queste pagine, N.d.R.] -, significa sentirsi vacillare nel profondo della propria identità e riconoscere, specchiandosi nell’altro, la propria debolezza, il fatto di essere emarginati e il rischio che continuamente corriamo di essere noi stessi a confrontarci e talvolta a scontrarci con le disabilità. Da cui la lunga storia di rimozioni della realtà delle disabilità, dalla Rupe Tarpea alla segregazione dei nostri giorni in strutture separate.
La disabilità risiede nella società, non nelle persone, così come le connotazioni negative risiedono nella mente e prendono forma nelle parole.
fonte: SUPERANDO