Il 20 aprile è la giornata mondiale della cannabis. Trae origine dall’abitudine di alcuni studenti di una cittadina vicino a San Francisco, San Rafael, che decisero di ritrovarsi alle 4:20 del pomeriggio per fumarsi una canna insieme. Da lì il codice 420 e la sua trasposizione nel calendario anglosassone in 4/20, 20 aprile, ormai riconosciuto globalmente come il cannabis day.
L’intenzione degli antiproibizionisti italiani era quella di celebrarla con il lancio della campagna per il Sì al referendum cannabis. La decisione della Corte costituzionale ha mandato in fumo i preparativi. Ciononostante, oggi un webinar internazionale che si terrà alle 4:20 del pomeriggio, tornerà a insistere sulle necessità di conquistare la regolamentazione legale di coltivazione e uso della pianta proibita.
Il Comitato promotore del referendum, ispiratore dell’incontro, ritiene che la decisione della Consulta sia viziata da un errore di fatto nella lettura del Testo Unico sulle droghe e da un’interpretazione arbitraria, superficiale e datata degli obblighi derivanti dalle Convenzioni dell’Onu sulle droghe. Per questi motivi è stato avviato il percorso per un ricorso contro la decisione che, con il coinvolgimento di esperti costituzionalisti, sfocerà anche in proposte di riforma organica dell’istituto referendario. In modo da poter “tornare alla Costituzione” in occasione di eventuali – se non probabili – future raccolte firme anche sulle droghe.
Oggi la Società Civile rifletterà sia sul senso delle convenzioni sulle droghe, a partire da quella del 1961, con la presentazione del lavoro di Kenzi Riboulet Zemouli (vedi la rubrica di Grazia Zuffa il 30 marzo scorso), sia sulle iniziative a livello regionale e nazionale. Così un gruppo di ONG europee sta lavorando per lanciare una Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) volta a intervenire sulle normative quadro a livello dell’Unione Europea, come la decisione quadro 2004/757/GAI e la direttiva 2017/2103 del Consiglio e del Parlamento europeo. L’obiettivo è costruire una cornice che faciliti la regolamentazione legale della cannabis.
Del resto dopo Malta, anche Lussemburgo e Germania sono già sulla strada della regolamentazione legale. In Italia siamo ancora fermi, con la proposta Magi-Licatini sulla ridefinizione dei fatti di lieve entità relativi alla detenzione di sostanze stupefacenti e sulla coltivazione di 4 piantine insabbiata da mesi in Commissione giustizia della Camera. Pur calendarizzata in Aula per giugno, il testo base del Presidente della Commissione e relatore Perantoni non sembra oggi avere la forza per essere votata dalla Camera dei deputati in tempo per avere una minima possibilità di passare dalle forche caudine del Senato entro la fine della legislatura. E questo nonostante le parole di Enrico Letta e Giuseppe Conte, che sembrano aver lasciato del tutto insensibili i rispettivi gruppi parlamentari.
Si parlerà anche di Stati Uniti: approvato il MOREAct dalla camera bassa del Congresso, si attende sia il suo approdo al Senato che la presentazione da parte dello Speaker democratico Chuck Schumer del Cannabis Administration & Opportunity Act (CAOA), la proposta che nelle intenzioni del Senatore “finalmente metterà fine alla proibizione federale della cannabis e affronterà la sua eccessiva criminalizzazione in un modo organico”. Annunciata per fine aprile, la presentazione è stata rinviata ad agosto, sia per affinare le proposte “con la collaborazione di quasi una dozzina di commissioni del Senato e il contributo di numerose agenzie federali” che per provare a coinvolgere anche qualche senatore del Partito Repubblicano, i cui voti saranno fondamentali in un’aula divisa 50 a 50.
Il webinar, promosso da Associazione Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, EUmans, la Società della Ragione, Antigone, VOC e CRAINN, si potrà seguire on line su fuoriluogo.it/420cannabisday2022
fonte: il manifesto – Fuoriluogo