Scrivo dalle Isole Figi e rappresento sia il Forum sulla Disabilità del Pacifico, membro dell’IDA (International Disability Alliance), sia la Federazione delle Persone con Disabilità delle Isole Figi.
Il “Pacifico blu” ospita circa un milione e 700.000 persone con disabilità e possiamo certamente dire di essere realmente in prima linea rispetto agli effetti del cambiamento climatico.
Vorrei però attirare l’attenzione di tutti sulle nostre sorelle con disabilità nel mondo, che sperimentano forme multiple e intersezionali di discriminazione e violazione dei loro diritti. Ed è quasi superfluo sottolineare che esse sono pure colpite in modo sproporzionato dai cambiamenti climatici, dai disastri naturali e dal degrado ambientale.
Rispetto ai cambiamenti climatici, ad esempio, corrono rischi maggiori di subire danni, compreso l’aumento delle violenze, e sono destinate ad incontrare sempre più barriere al sostegno, proprio a causa del loro genere, da una parte, della loro disabilità dall’altra. All’indomani di nuove calamità causate dai cambiamenti climatici, infatti, è molto probabile che esse vengano ancora una volta escluse, incontrando ostacoli per accedere ai dispositivi di assistenza, all’assistenza sanitaria, all’istruzione e ad altro ancora.
Oggi le politiche e i programmi riguardanti il clima non includono specificità né rispetto al genere né rispetto alla disabilità e se continuerà ad essere così, i rischi, per noi donne con disabilità, potranno effettivamente aumentare ancora.
Nessuna persona con disabilità, in realtà, né donne né uomini, può essere messa ai margini nelle azioni sul cambiamento climatico: siamo stufi di essere dimenticati in caso di disastri! Esortiamo quindi tutti i Governi ad adottare le misure necessarie per garantire una partecipazione significativa e un coinvolgimento attivo delle donne e delle ragazze con disabilità e delle loro organizzazioni rappresentative nella progettazione, nell’attuazione, nel monitoraggio e nella valutazione delle politiche e dei programmi in materia di clima, disastri e ambiente e in tutti i processi decisionali pertinenti, prestando particolare attenzione alle donne e alle ragazze con disabilità dei gruppi sottorappresentati e più emarginati.
Gli Stati che hanno ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità sono obbligati a garantire che tali persone possano partecipare efficacemente e pienamente alla vita politica e pubblica su base di uguaglianza con gli altri. E quando si tratta del nostro movimento, conosciamo tutti il motto Niente su di Noi senza di Noi. Non può esserci dunque momento più urgente di questo per il nostro coinvolgimento, come donne e ragazze, come persone con disabilità e come femministe che lottano per il bene del nostro pianeta.
Per approfondire i temi riguardanti le donne con disabilità, oltre a fare riferimento al lungo elenco di testi pubblicati da “Superando” presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, suggeriamo di accedere, nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa), alle Sezioni Donne con disabilità: quadro teorico di riferimento, Donne con disabilità e La violenza nei confronti delle donne con disabilità.
Per approfondire invece la materia delle persone con disabilità di fronte ai vari tipi di emergenze, è possibile accedere al testo intitolato Soccorrere tutti significa soccorrere meglio (a questo link), al cui fianco vi è il lungo elenco dei contributi pubblicati da “Superando” in questi anni.
fonte: Superando