È ormai noto che da anni c’è una ripresa dell’emigrazione degli italiani all’estero, che si è manifestata in maniera particolarmente evidente a partire dagli anni della crisi e della recessione, ma era già iniziata in maniera silenziosa, con alti e bassi, a partire dai primi anni del secolo.
Tuttavia, attenzione e soprattutto comprensione del fenomeno, a partire dalla sua effettiva portata, sono ancora molto modeste. Si tratta di una emigrazione che in larga misura è frutto della crisi e della recessione, ma la portata e gli aspetti che la caratterizzano sembrano giustificare la tesi di un vero e proprio nuovo ciclo nella emigrazione italiana.
Per quel che riguarda l’attenzione dedicata a questa ripresa migratoria, c’è da notare una qualche sottovalutazione del fenomeno da parte dei dati istituzionali. Ma, evitando inutili polemiche con l’Istat che produce in maniera efficiente dati attendibili e ben spiegati nella loro costruzione, si possono fornire interessanti elementi di chiarimento attraverso un veloce confronto tra i dati italiani e i dati dei principali paesi di immigrazione (nell’ordine Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna e Svizzera e, a livello extraeuropeo, Australia): al riguardo, va sottolineato il fatto che i dati relativi a nuovi arrivi di italiani prodotti dagli istituti di statistica dei paesi di immigrazione sono sempre largamente superiori (in generale spesso doppi) rispetto a quelli italiani.
Il saggio di Mattia Vitiello affronta proprio questo problema, la cui rilevanza non è solo politica, ma anche scientifica. Detto per inciso, la spiegazione sta nel fatto che i dati italiani forniscono informazioni sulle cancellazioni anagrafiche (e di iscrizione all’Aire, Anagrafe degli italiani residenti all’estero), mentre i dati dei paesi di immigrazione si riferiscono in generale ai nuovi soggetti arrivati, a prescindere dalla loro cancellazione dalle anagrafi dei paesi di provenienza. Ma già secondo le rilevazioni italiane il saldo migratorio con l’estero nel 2016 ha raggiunto un livello negativo che non conosceva più dal lontano 1966. Il dato relativo al saldo migratorio con l’estero riportato dall’Istat dal 2008 al 2016 fa registrare per l’Italia una perdita netta dalla popolazione residente pari a più di 351 mila cittadini italiani …