Secondo l’UNCTAD (la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo) la guerra in Ucraina non sta creando soltanto una visibile crisi umanitaria, ma anche un forte peggioramento delle prospettive dell’economia mondiale – in particolare, per i paesi in via di sviluppo e quelli meno sviluppati.
L’ultimo rapporto dell’UNCTAD, pubblicato il 16 marzo 2022, mostra come il conflitto stia causando un forte aumento dei prezzi di cibo, carburante e fertilizzanti, oltre che una pericolosa volatilità finanziaria. Tutto ciò si collega ad un rapido disinvestimento nello sviluppo sostenibile su scala globale.
Secondo il segretario generale dell’UNCTAD Rebeca Grynspan, questi shock all’economia mondiale “minacciano i guadagni ottenuti nella ripresa dalla pandemia di COVID-19 e bloccano il percorso verso lo sviluppo sostenibile”.
Le due “C” fondamentali: Cibo e Combustibili
In particolare, la preoccupazione abbonda nel settore delle materie prime, soprattutto per quanto riguarda cibo e combustibili. L’Ucraina e la Russia sono attori preponderanti nei globali nei mercati agroalimentari globali, rappresentando il 53% del commercio mondiale di olio di girasole e semi e il 27% del commercio mondiale di grano.
L’attuale conflitto è particolarmente allarmante per i paesi in via di sviluppo. Ben 26 paesi africani importano più di un terzo del loro grano dai due paesi in guerra; per 17, la quota è oltre la metà.
“L’aumento dei prezzi di cibo e carburante influenzerà i paesi più vulnerabili, mettendo sotto pressione le famiglie più povere che spendono la maggior parte del loro reddito per il cibo, provocando difficoltà e fame”, ha affermato Grynspan.
Rischio di disordini civili
Il rischio di disordini civili, carenza di cibo e recessioni indotte dall’inflazione, non può essere escluso. Ciò diventa ancora più evidente dato lo stato fragile dell’economia globale e dei paesi in via di sviluppo a causa della pandemia di COVID-19.
“Gli effetti a lungo termine dell’aumento dei prezzi alimentari sono difficili da prevedere”, afferma il rapporto, “ma un’analisi UNCTAD sui dati storici fa luce su alcune possibili tendenze preoccupanti”. I cicli delle materie prime agroalimentari, ad esempio, hanno coinciso con importanti eventi politici, come le rivolte per il cibo del 2007-2008 e la Primavera araba del 2011.
Aumenti delle tariffe di trasporto
Le misure restrittive sullo spazio aereo, l’incertezza degli appaltatori e le preoccupazioni per la sicurezza stanno complicando tutte le rotte commerciali che attraversano la Russia e l’Ucraina. I due paesi sono una componente geografica chiave dell’Eurasian Land Bridge, la “nuova via della seta”.
Nel 2021, 1,5 milioni di container di merci sono stati spediti tramite rotaie dalla Cina all’Europa. Se le merci attualmente trasportati su rotaie tramite container venissero aggiunte alla domanda di trasporto marittimo Asia-Europa, ciò costituirebbe un aumento dal 5% all’8% in una rotta commerciale già congestionata.
“A causa dei maggiori costi del carburante e degli sforzi di reindirizzamento, ci si può aspettare che l’impatto della guerra in Ucraina porti a tariffe di trasporto ancora più elevate”, afferma il rapporto. Tali aumenti avrebbero un impatto significativo sulle economie e sulle famiglie del mondo intero.
Nel 2021, l’UNCTAD ha simulato che l’aumento delle tariffe di trasporto durante la pandemia ha aumentato i prezzi globali dell’1,5%, “con effetti particolarmente sovradimensionati in economie vulnerabili come piccoli stati insulari in via di sviluppo, stati in via di sviluppo senza sbocco sul mare e paesi meno sviluppati”.
Fonte: Centro Regionale (europeo) di Informazione per le Nazioni Unite