Credo che a tutti noi abbiano fatto orrore le immagini delle piazze di Mosca dove oggi vengono brutalmente arrestate delle persone anche perché solamente mostrano un foglio bianco di carta, simbolo di pace e invito ad interrompere i massacri in Ucraina.
Noi abbiamo un gran tesoro, l’Articolo 21 della Costituzione, che recita “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione […]”
Ma non possiamo ugualmente negare quanto ci diano fastidio le “fake news“, soprattutto quando temiamo che inducano comportamenti lesivi per noi o per la collettività, e la tentazione è spesso quello di pensare che “dovrebbero farli star zitti”.
In questi giorni da una parte si afferma sempre più frequentemente che l’epidemia sta finendo e poi invece si vedono i contagi riprendere vigore, dall’altra che la malattia è diventata banale e non richiede assistenza ospedaliera ed invece l’occupazione di posti letto aumenta o per lo meno non decresce affatto. A chi come noi che cerchiamo semplicemente di descrivere la realtà vien poi detto che vogliamo mantenere alto il terrore e non vogliamo che la gente torni a divertirsi. Le fake news di oggi sono forse meno plateali ma appunto più pericolose perché non immediatamente leggibili come tali e possono indurre comportamenti che favoriscono il lavoro del virus.
Credo si debba innanzitutto distinguere tra l’avere un’opinione e l’esprimerla, e tra l’esprimere una idea o indurre dei comportamenti. Ciascuno ha evidentemente diritto di avere tutte le opinioni che desidera, anche le più strampalate e anche se potenzialmente offensive o pericolose. Nessuno credo debba costringere a pensarla diversamente e neppure obbligare a dire come la pensa.
Se malauguratamente l’opinione di qualcuno fosse che io sia l’essere più ignobile della terra, sarei sorpreso e dispiaciuto ma certo non potrei obbligarlo a cambiare opinione, certo neppure adendo per vie legali … Ma se il meschino lo scrivesse o lo sbandierasse in pubblico certo la situazione cambierebbe. Ma ancor più grave sarebbe se il disgraziato inducesse, direttamente o indirettamente, a compiere azioni illecite e dannose nei miei confronti.
Ma il problema non è solo legale, può esserlo anche solamente di rilevanza deontologica, etica, sociale o addirittura riguardare solo il galateo! Avere ad esempio, se invitati, l’opinione che il menù faccia schifo capita spesso, ma non è certo il caso di dirlo a tavola alla cuoca che lo ha cucinato, anche se il fatto non costituisce reato e neppure peccato. Ancora, se dico ad un arbitro di calcio che non sa fare bene il suo mestiere è probabile che lui mi espella, ma certamente, poi, non può andare da un giudice a querelarmi.
Sulle vicende che riguardano la salute, le malattie, le cure. le opinioni sono veramente di qualsiasi natura! Chi ha avuto una formazione scientifica sa che si dovrebbe considerare “vero” solo ciò che è stato sperimentalmente accertato anche se sappiamo che successivamente potrebbe venire invalidato. Ma la salute, come altre dimensioni del proprio essere, non ubbidisce solo alla razionalità ma molto spesso coinvolge sentimenti, sensazioni, timori, paure, speranze, ecc. ed è quindi naturale che spesso non si riesca a far rientrare nel razionale alcune delle opinioni della gente.
Quanti, ad esempio, sono ancora oggi convinti che il Covid non esiste ed è stato inventato solo per terrorizzare la popolazione e sviarla da altre attenzioni. E quanti credono che il vaccino sia una misura di distruzione di massa o addirittura sia una scusa per “inoculare il 5G” e così poter soggiogare la società …
Che tristezza queste opinioni! probabilmente poco si può fare per aiutare chi le ha a capire che forse non sono proprio le più veritiere. Ho provato a farlo con degli amici, peraltro per lo più colti e solitamente ben informati, ma non c’è stato niente da fare: le loro opinioni erano più coriacee delle mie argomentazioni. Ma fintanto che restano delle loro opinioni o le esprimano nella loro limitata cerchia non credo che ci si debba più di tanto preoccupare per gli altri, per loro forse sì.
Ma le cose cambiano quando le opinioni diventano espressioni tese ad indurre dei comportamenti.
Ne abbiamo sentite di tutti i tipi: “Fumate! Il tabacco non aumenta il rischio di cancro: lo si dice per negare l’evidenza dei rischi ambientali e lavorativi”, “E’ inutile il preservativo! l’Aids non esiste, l’ha inventato il Vaticano per non farvi peccare”, ” Provate la coca, non è vero che crei dipendenza, anzi vi rende più sicuri di voi stessi”, ecc. ecc.
È un diritto da tutelare quello di poter esprimere delle falsità che inducono comportamenti lesivi per se e per gli altri? Sul piano legale è ininfluente se ciò avviene per ignoranza, per colpa o per dolo? Ed è ininfluente se ciò non comporta gravi danni o se addirittura può portare al decesso?
Certamente è difficile stabilire bene ciò che è vero e ciò che è falso e ciò che è lieve e ciò che è grave, ma forse bisogna cercare di riuscirci.
E poi è diverso se gridare “arbitro cornuto” lo fa uno spettatore o un giocatore, e quindi se le fake news le diffonde uno spettatore o un operatore, sia della sanità sia dell’informazione. E quindi è bene che anche le corporazioni professionali abbiano degli “arbitri” con capacità di sanzionare. Ma poi credo dovrebbe diffondersi la consapevolezza etica del grave danno che si può creare diffondendo delle fake news anche se non fossero in altro modo legalmente sanzionabili.
E se non basta il livello etico, almeno si rispetti quello del buon gusto e delle buone maniere. Un tempo nelle osterie c’era il cartello “vietato sputare” con l’indicazione delle relative sanzioni per chi l’avesse fatto. Oggi non c’è più né il cartello né, credo, le multe, ma la sanzione sociale verso chi sputa in pubblico è così forte da far si che questa abitudine un tempo diffusa ormai sia sparita.
Credo dovremmo cercare di fare altrettanto con i divulgatori di fake news: è come se sputassero in pubblico, “che schifo”, “che villani”, che “brutta gente”. Isoliamoli gli sputatori seriali! Ma attenti a non confondere la fake news con una posizione di dissenso motivata! altrimenti legittimeremmo i comportamenti dei poliziotti nelle piazze moscovite! e però non è certamente facile decidere se le motivazioni siano giuste o sbagliate, legittime o no! e questo può diventare “il vero problema”.
Quindi non crediamo che la via legale sia sempre la via più efficace per contenere la diffusione di fake news: la via principale dovrebbe essere la crescita del livello culturale, della coscienza etica ed anche, perché no, del maggior “bon ton”. Innanzitutto, quindi, le fake news sanzioniamole “socialmente”: “Ohibò!, che brutte cose dette da brutta gente… che sputino di meno!”
“Libertà va cercando ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta” (Dante, Purgatorio, vv 70-72). E Libertà è anche innanzi tutto libertà dal virus che è ciò che per cui tutti noi ha significato rinunciare sino ad oggi ad una sua parte importante.
fonte: E&P