LA COVID 19 NELLA STANZA DELL’ECO: il fenomeno delle echo chambers nel web

Cosa sono le echo chambers?

«Uno spazio definito sul web nel quale le idee scambiate, essenzialmente, si confermano le une con le altre. Per esempio, può essere uno spazio di persone che hanno la stessa mentalità e che si scambiano idee politiche simili, oppure una pagina su una teoria cospirazionista. Una volta entrati in questi spazi, gli utenti scambiano informazioni molto simili, in pratica facendosi eco l’un l’altro». Così descrive le stanze dell’eco Walter Quattrociocchi, Direttore del Laboratory of Data and Complexity presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Il termine echo chamber o stanza dell’eco si riferisce, dunque, a una situazione in cui solo determinati contenuti, idee, credenze e emozioni sono condivisi, in modo tale che coloro che si trovano all’interno di questo spazio incontrano solo informazioni con cui sono già precedentemente d’accordo. I membri di una stanza dell’eco cercano e diffondono contenuti “che sono conformi alle norme del loro gruppo e tendono a rafforzare le credenze esistenti”(1) Coloro che si trovano all’interno della stanza dell’eco, quindi, non hanno una gran varietà di scelta e selezione tra un’informazione e un’altra e tendono a considerare i soggetti che non sono d’accordo con le posizioni dominanti come sbagliati, disinformati o malevoli.

Le stanze dell’eco sono quindi ambienti in cui l’opinione, le inclinazioni o le convinzioni degli utenti su un argomento si rafforzano a causa di ripetute interazioni con i pari o con fonti che hanno tendenze e atteggiamenti simili. L’esposizione selettiva e il bias di conferma, cioè la tendenza a cercare informazioni che aderiscono alle nostre opinioni preesistenti, favoriscono l’emergere delle echo chambers sui social media (2). Secondo la teoria della polarizzazione di gruppo, inoltre, una stanza dell’eco può agire come un meccanismo per rafforzare un’opinione esistente all’interno di un gruppo e, di conseguenza, spostare l’intero gruppo verso posizioni più estreme.

Il concetto di stanza dell’eco, e la relazione tra notizie e uso dei media, necessita di essere compresa nel contesto di ambienti mediatici sempre più digitali, mobili, dove la maggior parte delle persone trascorre una grande quantità del proprio tempo. Sebbene, infatti, le echo chambers possano essere anche offline, è internet che ha ampliato la nascita e lo sviluppo di nuove opportunità per l’instaurarsi di questo fenomeno, in particolare attraverso le cosiddette bolle di filtraggio (filter bubbles) algoritmiche. Per aiutarci a personalizzare la nostra esperienza online, gli algoritmi dei social media e dei motori di ricerca, suggeriscono contenuti relativi a ciò che abbiamo già consumato sulla base del fatto che ci piaceranno di più di quelli sconosciuti o non familiari. Gli algoritmi filtrano le informazioni incompatibili con le nostre preferenze, valori e attitudini, creando bolle di contenuti in linea con i nostri gusti. È stato dimostrato che le stanze dell’eco esistono in varie forme di media online come i blog, i forum e i social media (3).

Frammentazione, polarizzazione e omofilia

La letteratura sulla comunicazione di massa associa alle echo chamber e al loro funzionamento i concetti di frammentazione, polarizzazione e omofilia.

La frammentazione è il processo attraverso il quale l’informazione che prima era accessibile solo attraverso poche fonti (ad esempio, il giornale locale, i principali notiziari) è ora ampiamente disponibile su una vasta gamma di canali.

La polarizzazione “si verifica quando il pubblico diverge e viene segmentato in base a una questione o un interesse” (4) Quando il pubblico può scegliere tra molte fonti di informazione che presentano opinioni diverse, la possibilità di frammentazione e polarizzazione aumenta, creando un ambiente favorevole allo sviluppo di una stanza dell’eco.

Infine, l’omofilia si riferisce alla tendenza degli individui a interagire con coloro che credono condividano le stesse opinioni e orientamenti. Quando gli individui trovano un allineamento con gli altri, le loro convinzioni preesistenti vengono rafforzate in questi ambienti segmentati, e possono diventare dipendenti da determinate fonti per ricevere informazioni e consigli anche comportamentali, rivolgendosi solamente più ad esse.

Negli ultimi anni alcune ricerche sulla comunicazione del rischio e durante le crisi sanitarie menzionano le stanze dell’eco, ma la maggioranza degli studi su questo fenomeno è stata condotta principalmente negli ambiti dellla ricerca sui media e sulla comunicazione politica.

Perché si finisce in una stanza dell’eco?

Anche se un gran numero di studi empirici internazionali e basati su diversi tipi di analisi evidenziano come le stanze dell’eco siano meno impattanti di quanto si creda, è importante, specie quando si tratta di argomenti inerenti la salute e le situazioni di crisi sanitaria, come la recente pandemia di Covid 19, considerare chi potrebbe finire intrappolato in questi meccanismi e perché.
Per capire quali notizie e informazioni vede la gente, gli studiosi dei media prendono in considerazione l’interazione tra offerta, distribuzione e domanda dei media (5).
L’offerta di informazioni e le fonti di informazione sono cresciute enormemente negli ultimi anni grazie allo sviluppo di internet e dei social media. Ma la sola offerta di informazioni non è sufficiente per dare vita alle stanze dell’eco. E’ necessario, infatti, considerare la distribuzione e la domanda come le principali cause possibili per la loro formazione.
In termini di distribuzione, la selezione algoritmica da parte delle piattaforme digitali come i motori di ricerca e i social media, che attraverso sistemi automatizzati generano le cosiddette bolle di filtraggio, riduce la varietà di informazioni a cui le persone possono accedere, veicolando solo le notizie più coerenti con gli atteggiamenti, le idee e le attitudini degli utenti. Il terzo aspetto, la domanda, è quello che ha a che fare con la cosiddetta autoselezione, ovvero alcune persone scelgono in modo proattivo di stare nelle stanze dell’eco perché preferiscono le notizie che si allineano e rafforzano i loro punti di vista preesistenti (esposizione selettiva a informazioni coerenti con atteggiamenti, attitudini e idee) con una chiara intenzione di evitare informazioni contro-attitudinali (esposizione selettiva per evitare l’esposizione trasversale). (6)

La Covid 19 nella stanza dell’eco

La ricerca sulle stanze dell’eco nel contesto della salute pubblica, nelle epidemie e pandemie, supporta in gran parte la loro esistenza. Per esempio, diversi studi suggeriscono che le stanze dell’eco hanno influenzato le conversazioni sulla vaccinazione contro il morbillo sui social media italiani. Uno studio in particolare (7) mette in luce come il tema della vaccinazione  è caratterizzato da due echo chambers chiaramente identificabili, una formata da utenti che sostengono la vaccinazione, e l’altra formata da utenti scettici sulla vaccinazione. Non solo le due comunità hanno preferenze distinte di fonti di informazione e argomenti di attualità (con gli scettici dei vaccini che preferiscono i video su YouTube, in modo simile alle loro controparti negli Stati Uniti) (8), ma la topologia delle due stanze dell’eco differisce significativamente. Inoltre, l’interazione tra le comunità è asimmetrica, con i sostenitori del vaccino che ignorano gli scettici, mentre gli scettici sono molto critici e citano ripetutamente in negativo i sostenitori della vaccinazione. (9) Pur essendo più piccola la comunità degli scettici fa sentire la propria voce in modo sproporzionatamente grande, in particolare sul social media Twitter.

La pandemia di COVID-19 è stata una vera e propria sfida per le Istituzioni di salute pubblica e per i responsabili dell’informazione da veicolare al pubblico sui rischi e sulle raccomandazioni per prevenire il contagio e per evitare la diffusione della malattia. In questi ultimi due anni le persone hanno sperimentato un flusso costante di informazioni provenienti da fonti diverse, soprattutto online, con gradi di attendibilità e credibilità differenti. Spesso il tema della pandemia è uscito dai confini della salute pubblica diventando un argomento politicizzato e soggetto a valori e ideologie sia degli emittenti delle informazioni che dei destinatari. I pregiudizi, le credenze, il minimizzare la gravità del virus, sono stati un vero e proprio ostacolo alla circolazione di una comunicazione attendibile, efficace e credibile. È ormai universalmente accettato che all’interno delle camere d’eco gli individui non agiscono in modo razionale e critico e quindi non conta tanto l’evidenza scientifica delle informazioni, quanto il proprio sentire e l’approvazione sociale. (10) Quando le evidenze mettono in discussione il nostro punto di vista non sono valutate in modo equo, ma sono viste come ingannevoli solo in virtù del fatto che contrastano i nostri pre-giudizi e attitudini rispetto a un tema.

Mentre la ricerca sulla comunicazione del rischio generalmente supporta l’idea che un pubblico più informato prenda decisioni migliori sulla salute, il consumo e la condivisione di notizie online può dare vita alle stanze dell’eco in cui, come abbiamo visto, gli individui si espongono solo alle informazioni che sono conformi ai loro atteggiamenti e convinzioni spesso a discapito di una informazione chiara e scientificamente corretta. Nel caso specifico della pandemia di Covid 19, che ha dominato la maggior parte dei discorsi avvenuti sui social media da febbraio 2020, diverse ricerche hanno messo in luce come il tema sia stato altamente politicizzato, e che, le informazioni sul virus, comprese le indicazioni di prevenzione, sono state recepite in maniera diversa a seconda delle preferenze ideologiche e politiche dei soggetti. Quando gli argomenti diventano politicizzati, le persone cadono facilmente nelle camere d’eco, esponendosi selettivamente a contenuti con cui sono già d’accordo. E’ evidente come nel caso della COVID-19, i rischi di polarizzazione politica e di nascita delle echo chambers, alimentando la diffusione della disinformazione (11) possono avere avuto conseguenze disastrose sul piano della prevenzione e dei comportamenti di salute. Per esempio, una ricerca svolta negli Stati Uniti ha messo in luce come gli utenti conservatori tendono a diffondere sui social media narrazioni che contraddicono gli esperti di salute pubblica e le indicazioni da essi fornite (per esempio, l’obbligo delle mascherine) alimentando le cosiddette teorie del complotto (12).

Si può uscire da una stanza dell’eco?

ll meccanismo delle echo chamber, alimentato dal bias di conferma e dal bisogno di appartenenza a una rete sociale, ha sicuramente contribuito all’infodemia relativa alla Covid 19. La tendenza a non verificare l’attendibilità delle fonti e la correttezza delle informazioni condivise all’interno di una stanza dell’eco, ha consentito il proliferare di false notizie in merito al virus, alla sua nascita e diffusione e alla sua gravità con conseguenti ricadute in termini di salute e sicurezza.

Ma è possibile contrastare o almeno limitare il fenomeno?

Come utenti degli spazi digitali è fondamentale comprendere i meccanismi che stanno alla base delle echo chambers. Per fare ciò è indispensabile possedere la cosiddetta digital literacy, la capacità cioé di cercare, accedere e utilizzare le informazioni presenti sul web in modo critico e consapevole. Verificare sempre le fonti, controllare la veridicità dei contenuti prima di condividerli, contrastare la pigrizia che ci porta a ricevere le informazioni unicamente dai nostri soliti canali, sono alcune delle strategie per non rimanaìere intrappolati nelle stanze dell’eco. Christopher Seneca, in un articolo su Wired offre quattro semplici consigli per spezzare il meccanismo delle stanze dell’eco sui social media e aprirsi a una visione più ampia del panorama informativo.

Le Istituzioni e chi ha il compito di veicolare messaggi fondamentali per la salute pubblica, hanno invece il dovere di monitorare e analizzare il fenomeno delle stanze dell’eco così da elaborare modalità più efficaci di trasmissione delle informazioni, contrastando la disinformazione e il proliferare dell’infodemia.

Gli ultimi due anni e mezzo ci hanno insegnato che per accedere e usufruire di un’informazione diversificata, libera e attendibile è ormai imprescindibile essere consapevoli dei meccanismi di funzionamento dei media, avere un atteggiamento critico e uno sguardo ampio, essendo consapevoli che è facile entrare in una stanza dell’eco ma anche che, con le chiavi giuste, è possibile uscirne.

Note bibliografiche

(1) Dubois E, Blank G. The echo chamber is overstated: the moderating effect of political interest and diverse media, Information, Communication & Society, 2018

(2) Del Vicario M., et al. , Echo chambers: Emotional contagion and group polarization on Facebook, International Journal of Scientific Reports, 2016

(3) Quattrociocchi W., Scala A., Sunstein C. R., Echo chambers on Facebook, SSRN, 2016

(4) Dubois E, Blank G. The echo chamber is overstated: the moderating effect of political interest and diverse media, Information, Communication & Society, 2018

(5) Webster, J. G., The marketplace of attention: How audiences take shape in a digital age, Cambridge, 2014

(6) Arguedas A. R., Robertson C. T., Fletcher R., Nielsen R. K., Echo chambers, filter bubbles, and polarisation: a literature review, Oxford University, 2022

(7) Cossard A, Morales GDF, Kalimeri K, et al. Falling into the echo chamber: the Italian vaccination debate on Twitter, Arxiv, 2020

(8) Schonfeld J. et al., Debates about vaccines and climate change on social media networks: a study in contrasts, Humanities and social science communications, 2021

(9) https://www.newscientist.com/article/2196534-italy-bans-unvaccinated-children-from-schools-after-measles-outbreaks

(10) Motta M, Stecula D, Farhart C., How Right-Leaning Media Coverage of COVID-19 Facilitated the Spread of Misinformation in the Early Stages of the Pandemic in the U.S., American Journal of Political Science, 2020

(11) Romer D, Jamieson KH., Patterns of Media Use, Strength of Belief in COVID-19 Conspiracy Theories, and the Prevention of COVID-19 From March to July 2020 in the United States: Survey Study. The Journal of Medical Internet Research2021

(12) Levy N., Echoes of covid misinformation, Philosophical Psychology, 2021

fonte: DORS a cura di E. Tosco, Dors

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