Le ragazze e la scienza
L’Italia è al 114esimo posto su 156 paesi per la partecipazione femminile al lavoro, secondo i dati del Global Gender Gap Report 2021, con un forte peggioramento dopo la pandemia, che ha colpito più le donne degli uomini.
Nell’istruzione, la situazione delle donne è migliore rispetto a quella degli uomini (per risultati scolastici o partecipazione universitaria, per esempio), ma sono poche le ragazze nei campi scientifici e tecnologici e ciò implica, negli anni seguenti, minore occupazione e minori salari.
Per promuovere la partecipazione delle ragazze allo studio in questi ambiti, si svolge da anni un programma educativo dal nome Coding Girls, promosso dalla Fondazione “Mondo Digitale”, sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, con il supporto dell’ambasciata Usa in Italia e di Microsoft. Il programma è nato nel 2014 e mira ad aumentare l’interesse delle nuove generazioni verso le materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria, matematica), ma, soprattutto, ad aiutare le giovani studentesse ad avere fiducia nella scienza.
Coding Girls oggi coinvolge 15 mila studentesse in 24 città o province. Nonostante la sua importanza, per vari anni il programma non è stato valutato in modo rigoroso. La prima valutazione è stata effettuata nel 2020-2021 dall’Impact Evaluation Unit (Ieu) del Collegio Carlo Alberto per la città di Torino.
La valutazione del programma
Per valutare gli effetti del programma, abbiamo suddiviso in modo casuale un campione di classi terze e quarte di scuole secondarie di Torino. Metà delle classi ha iniziato il percorso di Coding Girls nel mese di dicembre 2020 e lo ha terminato a marzo 2021, mentre l’altra metà delle classi ha iniziato a marzo per concludere entro la fine dell’anno scolastico. I due gruppi di classi (prima/dopo marzo 2021) erano bilanciati in termini di proporzione di classi terze e quarte e di appartenenza alle diverse scuole. Le interviste sono state effettuate durante il primo e l’ultimo incontro del programma, attraverso una web-survey somministrata dai docenti.
Per stimare gli effetti del programma, abbiamo confrontato le risposte del questionario finale di ragazze e ragazzi del primo gruppo di classi (che avevano concluso il percorso a marzo 2021) con le risposte del questionario iniziale del secondo gruppo di classi (che iniziavano il percorso a marzo 2021). Una volta concluse le interviste iniziali, abbiamo anche potuto constatare che non solo le classi erano bilanciate, ma anche gli individui che vi appartenevano avevano caratteristiche simili: stessa proporzione di ragazze e ragazzi, stesso background familiare in termini di istruzione e lavoro dei genitori.
I risultati mostrano che il programma ha avuto un effetto positivo su diversi aspetti: si è osservata infatti una crescita significativa nell’abilità di programmare, una maggiore propensione a intraprendere un percorso universitario e, in particolare, a scegliere un indirizzo Stem. È stata rilevata un’importante riduzione nei più diffusi stereotipi legati al mondo Stem e alla condizione occupazionale femminile (impatto negativo sul fatto che gli uomini siano più portati per le materie Stem, aumento della consapevolezza che le donne tendono a essere pagate meno degli uomini, e così via). Si è infine osservata una maggiore consapevolezza del fatto che le misure di lockdown legate all’emergenza sanitaria Covid-19 abbiano aggravato le condizioni lavorative femminili.
Sulle conoscenze, gli effetti del trattamento sono per lo più omogenei tra ragazze e ragazzi, ma non è così per alcuni altri aspetti importanti.
Coding Girls ha reso ragazze e ragazzi, ma soprattutto questi ultimi, più consapevoli della questione di genere: nelle interviste il 46 per cento dei ragazzi era d’accordo con l’affermazione “Gli uomini sono in media più portati per le materie Stem”, mentre solo il 28 per cento delle ragazze lo era. Il programma porta il livello di consapevolezza dei ragazzi allo stesso livello di quello delle ragazze.
Coding Girls ha influito sulle scelte universitarie più per i ragazzi che per le ragazze: solo per i primi aumenta in modo significativo la volontà dichiarata di iscriversi a un percorso universitario Stem. A cosa può essere dovuto un risultato così diverso? Un’ipotesi è che le ragazze arrivino alla terza/quarta superiore già con una decisione chiara al riguardo e che sia più difficile far loro cambiare idea sull’indirizzo. Infatti, nel questionario 87 ragazze su 100 erano già intenzionate a intraprendere un percorso universitario, mentre lo erano solo 68 ragazzi su 100.
Mondo Digitale ha integrato questi risultati nella programmazione delle prossime edizioni di Coding Girls. Per l’attuale anno scolastico, per accordi precedenti con le scuole, il programma continuerà comunque a interessare le classi terze e quarte, ma con un focus particolare sulle occupazioni lavorative che si aprono con percorsi universitari Stem. Nei prossimi anni scolastici, invece, verrà proposto un percorso con le stesse finalità a ragazze più giovani.
Scelte per diminuire il divario di genere
Gli ultimi dati del ministero dell’Università mostrano che qualcosa sta cambiando nelle scelte di universitarie. Nell’ultimo anno, si nota un aumento dell’immatricolazione delle ragazze in alcune materie Stem e un boom delle ragazze nell’informatica. Tra queste materie, crescono quelle più applicate, come architettura e ingegneria, anche se le ragazze restano comunque solo un sesto rispetto ai ragazzi iscritti a questi corsi. L’auspicio è che i progetti previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che mirano ad ampliare i curricula degli studenti, attraverso un rafforzamento dell’apprendimento di discipline Stem e di competenze digitali, sostengano questa crescita e una riduzione delle disparità di genere.
fonte: lavoce.info