Dopo una lunga fase di dibattito preliminare e una tre giorni, non priva di contraddizioni, in plenaria a Genova presso il palazzo Ducale, la Ministra Dadone, che ha la delega alle politiche sulle droghe, il 29 novembre ha concluso la Conferenza Nazionale sulle Droghe, indetta dopo dodici anni di latitanza. Diversi gli impegni assunti che prevederebbero, se fossero mantenuti, un cambio sostanziale delle politiche attuali sulle droghe. La Rete italiana per la Riforma delle politiche sulle droghe, ha aperto da subito un dialogo critico con la Ministra accettando di partecipare ai tavoli preparatori della Conferenza, negoziando uno spazio specifico per la Riduzione del Danno e la partecipazione attiva delle Persone che Usano Droghe. Pur valutando positivamente queste aperture e la disponibilità al dialogo da parte della Ministra, abbiamo espresso le nostre critiche per la scelta di rimandare al dopo conferenza il confronto con la politica. Abbiamo organizzato, allora, un “FuoriConferenza” in cui abbiamo indicato gli indirizzi culturali e politici per cambiare l’impianto penale repressivo della legge seguendo una prospettiva alternativa basata sul governo e la regolazione sociale del fenomeno.
La Ministra ha partecipato con interesse al dibattito condividendo alcune delle nostre proposte. Le conclusioni importanti della Conferenza sono anche il risultato di questo lavoro ‘dentro e fuori’, che ci ha visti critici e collaborativi allo stesso tempo.
L’impegno più importante: la modifica della legge attuale. Gli approcci possibili sono diversi ma la prospettiva si gioca tutta dentro lo svincolo dal Codice penale delle politiche rivolte alle persone che usano droghe, restituendo loro diritti civili e di cura. Va in questa direzione il riconoscimento pieno della prospettiva della Riduzione del Danno, Livello Essenziale di Assistenza dal 2017. La Riduzione del Danno è considerata, nelle strategie europee, un pilastro delle politiche sulle droghe che si fonda sulla tutela e promozione della salute delle persone che usano droghe e sul sostegno e la valorizzazione delle loro competenze sui rischi e i danni. Per dare esigibilità a questo diritto è necessario approvare un Atto di Indirizzo della Conferenza Stato-Regioni seguendo un percorso partecipativo con gli operatori e la società civile.
Questi sostanzialmente gli assi sui quali si richiederà l’impegno post Conferenza al Governo per attivare un percorso politico-istituzionale che dovrà individuare una serie di obiettivi intermedi di cambiamento progressivo e elaborare il primo vero Piano Nazionale sulle Droghe in Italia, partecipato, realmente attuabile e uniforme tra le Regioni, lanciare la sperimentazione delle stanze del consumo, garantire l’analisi delle sostanze (drug checking), rendere residuale la carcerazione ampliando le misure alternative, definire un vincolo di spesa non inferiore al 1,5% per le politiche sulle droghe.
Accenno appena alla partecipazione inconsistente, in alcuni casi al limite della propaganda politica, del Governo e, a parte la dichiarazione isolata del Ministro Orlando che ha criticato il modello penale e il timido riconoscimento della Ministra Cartabia sulla efficacia delle misure alternative alla detenzione, ha spiccato l’incomprensibile assenza del Ministro della Salute Speranza.
Noi della Rete saremo impegnati e mobilitati affinchè governo e forze politiche garantiscano l’attuazione delle indicazioni della Conferenza Nazionale. In attesa dei tempi istituzionali necessari per un cambio organico della legge, come segnalato dal Procuratore Generale Antimafia, va approvata la proposta di legge Magi sulla lieve entità mentre accogliamo positivamente la neutralità del Governo sul giudizio di ammissibilità del Referendum sulla cannabis annunciata dal Presidente Draghi.
fonte: Il Manifesto – Fuoriluogo