Il 15 dicembre la Corte Costituzionale si pronuncerà su una istanza di un magistrato di Tivoli che ha sostenuto l’illegittimità della legge 81 del 2014 che ha stabilito la chiusura degli Opg. La Corte con l’Ordinanza 131/2021 ha posto 14 quesiti al Governo sulle questioni aperte allo scopo di avere tutti gli elementi per una decisione che si preannuncia difficile e contrastata.
La legge che ha determinato il superamento della istituzione totale più ignobile è stata approvata sull’onda dello sdegno civile provocato dalla visione dell’orrore che si praticava quotidianamente nei sei Opg, decisa dalla Commissione Marino del Senato e condivisa dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il limite della legge è stato quello di operare una vera rivoluzione senza toccare il Codice Penale, il Codice Rocco fondamento del regime fascista.
Vale la pena raccontare l’episodio da cui nasce il ricorso. Un poveraccio, si reca a colloquio dal Sindaco di Tivoli per chiedere i buoni pasto, armato di una confezione di cartone di vino. La discussione trascende e l’emarginato lancia contro il sindaco, senza colpirlo, il contenitore. Invece di essere ascoltato e aiutato, viene prosciolto dai gravissimi reati compiuti per incapacità di intendere e volere e per la pericolosità sociale decisa sempre sulla base di una perizia psichiatrica, viene previsto il suo internamento in una Rems.
Nelle Rems del Lazio in quel momento non c’era posto e così il magistrato coglie al balzo l’occasione per denunciare l’intollerabilità del sistema del numero chiuso e per sostenere il ritorno della gestione della Giustizia e della presenza della polizia penitenziaria.
Nessun commento.
Se la Corte Costituzionale accogliesse il ricorso, torneremmo al manicomio giudiziario, cancellando una prova di civiltà e di umanità. Forse troverà un modo ambiguo per uscire dall’impasse, suggerendo pratiche per risolvere le inevitabili contraddizioni.
In ogni caso occorre un intervento radicale che, partendo dalla rivoluzione gentile, costruisca una riforma coerente. La soluzione elaborata dalla Società della Ragione è stata presentata da Riccardo Magi alla Camera dei Deputati (proposta di legge n. 2939) per eliminare il doppio binario e far prevalere il diritto al giudizio. La responsabilità è terapeutica e il destino non dovrà essere il carcere, ma la possibilità di misure alternative individualizzate.
La Corte Costituzionale deve scegliere. Noi non torneremo all’inferno.
fonte: L’Espresso