Cambiare il Paese nel segno della giustizia sociale e della sostenibilità ambientale. La Rete Salute, Welfare, Territorio alla Giornata della Partecipazione. di Nerina Dirindin

  1. Rinforzare il welfare pubblico

Durante la pandemia, la sanità pubblica ha mostrato tutta la sua forza (grazie alla qualità e all’abnegazione dei suoi professionisti) ma anche tutta la sua debolezza (frutto di oltre un decennio di restrizioni e mancate programmazioni). Dobbiamo rafforzare la sanità pubblica e più in generale il welfare pubblico, con specifica attenzione ai territori più carenti e alle persone più emarginate.

  1. Sostenere il welfare territoriale, nei luoghi di vita e di lavoro delle persone

La pandemia ci ha ricordato che l’assistenza deve essere erogata nei luoghi di vita e di lavoro delle persone, nell’ambito del Distretto socio sanitario, privilegiando la domiciliarità (e non solo l’assistenza domiciliare), rinnovando profondamente le cure primarie e la medicina di famiglia, evitando ogni forma impropria di istituzionalizzazione e facendo concretamente lavorare insieme i servizi sociali e i servizi sanitari.

  1. I servizi sanitari hanno bisogno di personale

Il personale è la principale risorsa del Ssn, senza la quale l’assistenza non può essere erogata. Nello scorso decennio, le più volte denunciate politiche di riduzione della spesa per il personale dipendente e le negligenze nella programmazione della formazione di infermieri e medici hanno messo in ginocchio la sanità pubblica. È l’ora di superare i vincoli alle assunzioni e incentivare il rientro dalle troppe esternalizzazioni.

  1. Investimenti ordinari, non solo emergenziali e straordinari (pur importanti)

I fondi del PNRR sono fondamentali, ma il SSN deve essere strutturato in via ordinaria e stabile, con personale, luoghi di cura accoglienti, sicuri, riconoscibili e “amici” dei più fragili. Il PNRR non basta.

  1. Recuperare rapidamente chi è rimasto indietro

Durante la pandemia gran parte dei servizi sono stati ridotti o addirittura sospesi, con ricadute negative sulla salute delle persone, in particolare fra i più fragili. La ripresa delle attività fatica ora a vedersi, e i pazienti si stanno abituando a evitare le strutture pubbliche, per lo più in ristrutturazione, e a ricorrere al privato che al contrario, avendo partecipato solo marginalmente alle attività emergenziali, non ha bisogno di grandi riorganizzazioni. Il SSN deve ricostituire rapidamente l’intera gamma di offerta, a favore di chi è rimasto indietro nella pandemia e di chi era indietro già prima della pandemia.

  1. Contrastare la strisciante privatizzazione dell’offerta sanitaria

La china scivolosa della privatizzazione, fortemente voluta dai produttori profit e troppo poco contrastata da Regioni e Governi, rischia di impoverire il Paese, produrre iniquità, favorire posizioni dominanti, svilire i principi alla base della tutela della salute, compreso quello della appropriatezza delle cure e dell’indipendenza dei comportamenti dagli interessi privati.

Intervento a nome di ReteSWT e Associazione Salute Diritto Fondamentale

La RETE Salute Welfare Territorio è promossa dalle associazioni: Salute Diritto Fondamentale; saluteinternazionale.info; CoPerSaMM (Conferenza Basaglia); Sos Sanità; Lisbon Institute of Global Mental Health; Campagna PHC now or never.

Sono oltre cento le organizzazioni sindacali e sociali che hanno aderito ai due Appelli promossi dalla Rete,

  1. Finanziamenti europei per la ripresa: usarli bene. Priorità: assistenza sociale e sanitaria territoriale”
  2. “PNRR: schiaffo alla sanità pubblica, briciole alla salute”.
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