Il mondo, già impreparato a fronteggiare la pandemia Covid-19, oggi non riesce a trovare una via d’uscita. Che col vaccino sembrava a portata di mano. Il caso esemplare dell’Inghilterra.
“La risposta globale alla pandemia di Covid-19 si è rivelata uno dei più grandi fallimenti politici e scientifici della nostra storia recente”. Era il pensiero di Richard Horton, direttore di Lancet, autore del libro “The Covid-19 Catastrophe”, scritto al tempo della prima ondata della pandemia (e uscito anche in Italia nella traduzione del Pensiero Scientifico Editore). Le cose andarono storte soprattutto nel Regno Unito a causa delle scelte scellerate del governo Johnson, la prima e più clamorosa quella di optare inizialmente per la strategia dell’immunità di gregge. Fu Graham Medley, principale advisor scientifico del governo a illustrarla: “Bisogna incoraggiare l’epidemia controllata di un largo numero di popolazione al fine di generare l’immunità di gregge”. L’ordine di grandezza di tale immunità doveva raggiungere il 60% della popolazione. L’Imperial College di Londra fece subito le stime dell’impatto di questa strategia: con una mortalità dell’1% del 60% di una popolazione di 66 milioni di abitanti l’applicazione di quella strategia avrebbe provocato 400 mila morti e travolto con i malati gravi il NHS”. “Molti nostri cari moriranno” affermò cinicamente Johnson all’inizio della pandemia nel marzo 2020. Poi fu lo stesso Johnson a rischiare di morire, avendo trascorso due settimane in rianimazione.
Anche per questo la strategia del governo cambiò radicalmente: l’epidemia doveva essere arginata con misure di lockdown sempre più dure, come quelle introdotte a seguito della seconda ondata, quando emerse la variante “inglese”. Lockdown più vaccinazione di massa ridussero drasticamente il numero dei contagi e dei morti. Da marzo sono state progressivamente revocate le varie restrizioni con l’obiettivo di eliminarle completamente il giorno 19 luglio, denominato per questo “Freedom Day” (il giorno della liberazione). Ma, come si può notare nella Figura 1, la fase delle riaperture della società è coincisa con l’irruzione di una nuova variante proveniente dall’India, la variante Delta, che ha fatto impennare, a partire da giugno, il numero dei contagi giornalieri (fino a oltre 50 mila) e anche quello dei decessi (dagli 0 decessi del 1° giugno ai 96 decessi registrati il 20 luglio).
Figura 1. Regno Unito. Andamento dei contagi (grafico rosso) e dei decessi (grafico bianco) giornalieri. Dosi totali di vaccino somministrate (linea verde). Dati aggiornati al 20 luglio 2021.
Fonte: Johns Hopkins University.
L’inaspettata e violenta circolazione della nuova variante del coronavirus non ha prodotto alcuna modifica nei piani del governo, che anzi ha riesumato la strategia del raggiungimento dell’immunità di gregge da ottenere aggiungendo alla parte della popolazione immunizzata col vaccino un’altra parte di popolazione (prevalentemente più giovane) da immunizzare tramite l’infezione naturale. I 50 mila contagi giornalieri (con la previsione di 100 mila nel mese di agosto) sono così funzionali alla strategia del governo – e quindi benvenuti. E ancora una volta Il primo ministro Johnson non ha fatto mancare la prova del suo rinnovato cinismo affermando che “Purtroppo dobbiamo abituarci a un aumento di morti per Covid”.
Con una lettera pubblicata il 7 luglio su Lancet[1] e sottoscritta dai maggiori esponenti della comunità scientifica britannica (e non solo) si denuncia come “pericolosa e immorale” la strategia del governo. Secondo gli esperti l’esposizione incauta di milioni di persone agli effetti acuti e a lungo termine del virus Sars-COV-2 al fine di ottenere una maggiore immunità della popolazione è “non etica e non scientifica”. I motivi della denuncia sono riassunti in 5 punti:
- La libera trasmissione del virus colpirà soprattutto i bambini e i giovani che hanno già grandemente sofferto. I dati del governo mostrano che all’inizio di luglio il 51% della popolazione totale era completamente vaccinata e il 68% aveva ricevuto la prima dose di vaccino. Anche considerando che circa il 20% della popolazione non vaccinata è protetta per precedenti infezioni di Sars-COV-2 rimangono senza protezione nel Regno Unito più di 17 milioni di persone. Dato l’alto livello di contagiosità della variante Delta milioni di persone saranno infettate, e centinaia di migliaia di loro soffriranno di malattie a lungo termine e di disabilità.
- L’alto tasso di trasmissione tra i bambini e i giovani produrrà effetti distruttivi nell’attività scolastica.
- La strategia del governo di far circolare liberamente il virus rappresenta un terreno fertile per lo sviluppo di varianti resistenti al vaccino.
- Anche se la gravità clinica delle nuove infezioni (che, come detto, colpiscono soprattutto i più giovani) è inferiore rispetto a quella delle prime ondate, ciononostante sono in aumento i ricoveri e anche i decessi. La pressione sugli ospedali si rifletterà ancora una volta sui tempi di attesa dei pazienti non-Covid, con enormi difficoltà a farsi curare dal NHS.
- Sono le comunità più fragili e deprivate a essere colpite dalla diffusione incontrollata del virus. Sono i poveri ad essere le prime vittime: se sono contagiati temono di andare in isolamento e di perdere il lavoro.
La raccomandazione dei firmatari della lettera è questa: rimandare la riapertura completa fino a quando a tutti, compresi gli adolescenti, sarà offerta la vaccinazione e il livello di copertura vaccinale risulterà sufficientemente alto e fino a quando non saranno attuate nelle scuole le necessarie misure di mitigazione come l’aereazione delle aule e il distanziamento tra gli alunni (anche riducendo il numero degli alunni per classe). Fino ad allora dovranno rimanere in vigore le classiche misure di sanità pubblica tra cui in primo luogo l’obbligo di indossare le mascherine negli spazi confinati, anche per i vaccinati.
E in Europa? In Italia?
La circolazione della variante Delta ha infranto l’illusione che un po’ di vaccinazioni e la bella stagione avrebbero spazzato via il virus e restituito ai cittadini l’agognata “normalità”. Un’illusione che ha accumunato tutti i paesi dell’Unione Europea (e anche gli USA e il Canada) che a giugno hanno riaperto quasi tutto e a luglio hanno dovuto registrare una significativa riaccensione epidemica. I picchi più alti di numero di contagi si sono registrati in Olanda, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro e negli ultimi giorni anche in Francia. Italia, Germania e Belgio hanno al momento picchi più bassi, ma com’è avvenuto in passato, l’allineamento ai livelli più alti è solo questione di tempo. I paesi dell’UE hanno tassi di copertura vaccinale abbastanza simili: la percentuale di popolazione vaccinata completamente contro Covid-19 sta tra il 40 e 50% (Figura 2). Poiché solo la vaccinazione completa garantisce un’alta protezione contro la variante Delta è ancora molto vasta la percentuale di popolazione europea esposta al rischio d’infettarsi. Vale quindi anche per i governi dell’UE la denuncia che gli esperti hanno rivolto al governo Johnson: è pericoloso e immorale “riaprire” prima di aver vaccinato la quasi totalità della popolazione.
In Europa la vaccinazione anti-Covid procede a rilento. In Francia la decisione del presidente Macron di consentire l’accesso ad attività collettive solo ai soggetti immunizzati (Green Pass) ha dato la scossa: in tre giorni si sono prenotate oltre 3 milioni di persone, per lo più giovani: lo stesso numero di appuntamenti registrati nelle tre settimane precedenti. In Italia la strategia del governo Johnson – quella di lasciare circolare liberamente il virus – è condivisa da due partiti, Lega e Fratelli d’Italia, contrari alla vaccinazione degli under40 (e all’applicazione estesa del Green Pass). Difficile prevedere quanto tempo ci vorrà per raggiungere l’obiettivo della copertura vaccinale dell’80%.
Figura 2. Percentuale di popolazione vaccinata contro Covid-19, al 19 luglio 2021.
E nel Mondo?
Alla fine dello scorso aprile è stato calcolato che l’80% dei vaccini disponibili è andato ai paesi più ricchi (con il risultato deludente che abbiamo visto), mentre quasi niente è arrivato ai paesi più poveri (come si può constatare dalla parte inferiore della Figura 2). Una situazione globale “pericolosa e immorale”, come quella locale, descritta all’interno dei paesi.
Bibliografia
- Gurdasani D, Drury J, Greenhalgh T, et al. Mass infection is not an option: we must do more to protect our young. Lancet 2021. Published Online July 7, 2021 https://doi.org/10.1016/ S0140-6736(21)01589-
fonte: saluteinternazionale.info