VACCINAZIONE CONTRO COVID-19 NELLE COMUNITÀ RESIDENZIALI IN ITALIA: XVI Rapporto ISS Covid19

Il documento analizza le caratteristiche dei diversi contesti residenziali presenti a livello nazionale al fine di fornire una serie di indicazioni per supportare l’implementazione delle strategie per la vaccinazione degli ospiti residenti e degli operatori coinvolti.

È questo l’obiettivo del Rapporto ISS COVID-19 n. 16/2021 “Vaccinazione contro COVID-19 nelle comunità residenziali in Italia: priorità e modalità di implementazione ad interim” pubblicato l’8 luglio 2021 dall’Istituto Superiore di Sanità.

Le comunità residenziali (comunità socio-assistenziali – RSA per anziani; strutture per disabili e per persone con problemi di salute mentale; carceri; centri di prima e seconda accoglienza per stranieri e per italiani; centri di recupero per le dipendenze patologiche; case di alloggio per persone con HIV/AIDS; case famiglia; comunità religiose), sono accomunate da un elevato livello di rischio dell’infezione da SARS-CoV-2, individuale e collettivo, in conseguenza delle condizioni strutturali e di coabitazione, e, pertanto, rappresentano una priorità per il raggiungimento degli obiettivi della campagna di vaccinazione anti COVID-19.

Nonostante le differenze evidenziate, sono stati individuati alcuni elementi comuni tra i quali importanti aspetti operativi oltre che l’opportunità di valutare e integrare nuovi modelli di servizi di prossimità nell’ottica di un servizio sanitario che metta la persona con un bisogno assistenziale al centro del sistema.

In particolare: la necessità di sviluppare modelli di decentralizzazione dei servizi preventivi; l’opportunità di intercettare quei segmenti di popolazione che più difficilmente accedono al servizio sanitario; la necessità di adeguare l’intervento alle caratteristiche specifiche della popolazione (inclusi gli aspetti legati alla comunicazione e informazione).

… La pandemia di COVID-19 è stata recentemente assimilata ad una sindemia, cioè all’azione sinergica di più fattori, quali la distribuzione iniqua di patologie cronico-degenerative e determinanti socioeconomici di salute nella popolazione, e dell’infezione da SARS-CoV2, nel peggiorare le conseguenze di ciascuna condizione.6 Azioni volte a contrastare l’epidemia in corso dovrebbero inserirsi nella più ampia cornice della lotta alla disuguaglianza in salute, anche attraverso l’inclusione delle popolazioni e dei gruppi maggiormente vulnerabili.

In questo quadro, la vaccinazione nelle comunità residenziali costituisce un elemento necessario al raggiungimento dei presupposti di equità previsti dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG), degli obiettivi della campagna di vaccinazione di massa e dell’articolo 32 della Costituzione Italiana.

L’inclusione delle comunità residenziali nel piano vaccinale nazionale, pertanto, offre l’occasione per intercettare quegli individui all’interno della popolazione caratterizzati da elevati bisogni socio-assistenziali e meno facilmente raggiungibili dai servizi sanitari convenzionali. In questa ottica, l’implementazione di modelli decentralizzati per la vaccinazione, seppure determinata dalla situazione contingente, costituisce una opportunità per l’integrazione di queste strutture nelle attività di prevenzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Per approfondire consulta il documento completo Rapporto ISS COVID-19 n. 16/2021 “Vaccinazione contro COVID-19 nelle comunità residenziali in Italia: priorità e modalità di implementazione ad interim. Versione dell’8 luglio 2021”.

Fonti: EpiCentro    –    ISS

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