GARANTE NAZIONALE DEI DIRITTI DELLE PERSONE PRIVATE DELLA LIBERTÀ PERSONALE: Relazione al Parlamento 2021

Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ha presentato la Relazione al Parlamento 2021, il 21 giugno alle ore 11,00 nella Sala della Regina della Camera dei Deputati.

E’ intervenuto con un indirizzo di saluto il Presidente della Camera, Roberto Fico.

Ha chiuso i lavori con un intervento la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia.

fonte: https://www.garantenazionaleprivatiliberta.it/gnpl/it/dettaglio_contenuto.page?contentId=CNG9035&modelId=10021

Dalla Presentazione:

“… Nella Relazione vengono indicate alcune tracce urgenti, a partire dalla volontà di iniziare a costruire un nuovo paradigma per la risposta alla commissione di un reato: effettivamente centrato sul concetto di percorso che chi ne è stato responsabile dovrà compiere, certamente con una sua parte più dura, sanzionatoria, ma sempre nell’ottica della riparazione possibile di quella lacerazione del tessuto sociale che ogni reato porta con sé. A partire altresì dalla riaffermazione che il concetto di vita, a cui spesso giustamente ci riferiamo come valore intangibile non può essere scisso dall’aggettivo ‘dignitosa’ e che tale intrinseca dignità ha un fondamento in quella dimensione relazionale e non individualistica che la nostra Costituzione assegna alla persona.

Il Legislatore odierno si trova di fronte a scelte difficili, ricostruttive. Noi abbiamo accennato ad alcuni auspici e relative richieste per temi che ci sembrano ineludibili, uno per ogni ambito dell’azione del Garante.

Innanzitutto, per l’ambito penale, il necessario confronto per la costruzione di una norma non timorosa che effettivamente risponda allo spirito e alla lettera della pronuncia della Corte costituzionale rispetto all’ostatività per il ‘fine pena mai’.

Per l’ambito delle persone tuttora non italiane, il necessario riconoscimento del loro percorso di vita, di studi, di appartenenza al nostro Paese, che diminuisca la frammentarietà del loro sentirsi parte alla nostra comunità nazionale.

Per l’ambito della tutela della salute mentale di persone che hanno commesso reati, il pieno riconoscimento anche nel codice penale di pari possibilità per l’infermità fisica e per quella psichica, unite a un concetto di presa in carico di tali persone che non neghi quanto il dibattito in ambito psichiatrico ha positivamente prodotto nel nostro Paese.

Per la tutela dei minori la piena applicazione della legge che il Parlamento ha approvato nel 2017 e che tuttora stenta a essere applicata, anche in mancanza di alcuni decreti attuativi. Per coloro che sono ristretti in Centri in funzione del loro rimpatrio, l’adozione almeno di nuove regole omogenee che superino l’impersonalità di spazi vuoti ove spendere tempi altrettanto vuoti.

Per chi è in strutture di residenzialità variamente assistita, un ripensamento complessivo del sistema che ponga al centro la massima possibilità di espressione vitale di ogni persona, valorizzando ogni residuo di autonomia. …”

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