E’ più che mai urgente difendere e garantire la continuità dei servizi di salute mentale di comunità nella regione Friuli Venezia Giulia, oggi fortemente sotto attacco. Per continuare a dire no alla coercizione e alla contenzione, per il rispetto dei diritti umani delle persone che vivono la condizione della sofferenza mentale e per una loro reale ripresa, per il benessere delle famiglie e della comunità, per garantire concorsi giusti e trasparenti per chi deve operare nei servizi della salute mentale.
Un certo numero di atti amministrativi posti in essere ormai da tempo minaccia di smantellare l’esperienza di salute mentale di comunità di Trieste e della Regione Friuli Venezia Giulia, che ha aperto la strada alla legge di riforma psichiatrica e alla chiusura dei manicomi in Italia e nel mondo. Tale modello è punto di riferimento fondamentale per servizi basati sui diritti e incentrati sulle persone, come riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. E costituisce per le Associazioni dei Familiari dell’UNASAM un punto di riferimento culturale e pratico da difendere. Ciò nonostante oggi esso è a rischio per l’impoverimento delle risorse umane e materiali e per scelte che riguardano la continuità nella direzione dei servizi.
Si vuole ridurre il numero dei Centri, il loro orario di apertura, la loro dotazione di posti letto che permette alle persone di affrontare e superare la crisi in un ambiente accogliente e non ospedaliero. Ciò porterebbe ad un grave arretramento della qualità dei servizi, con grave danno per l’utenza e per i loro diritti, non solo in questa regione ma in tutto il paese. Attraverso l’impoverimento del servizio pubblico si aprono sempre più spazi al privato.
A conferma di ciò, recenti vicende concorsuali su cui andrebbe fatta piena luce, hanno penalizzato dirigenti formatisi nelle esperienze originali della Regione, a vantaggio di persone del tutto avulse dai valori, dai principi e dalle caratteristiche organizzative che rappresentano l’identità, la storia e l’attualità dei servizi di salute mentale del Friuli Venezia Giulia. Preoccupa l’affidamento di questi servizi a psichiatri che vengono da situazioni decisamente meno avanzate culturalmente, da reparti chiusi che usano la contenzione, o da modelli semplicistici, basati principalmente sul binomio trattamento ambulatoriale-ricovero, invece di centri di salute mentale aperti sulle 24 ore e di programmi di cura e di reinserimento che rispondano all’intero arco dei bisogni delle persone.
Come indicato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è necessario oggi più che mai affermare procedure coerenti e corrette di nomina della dirigenza nei servizi sanitari. In questa situazione è peraltro opportuno che sia valutata la competenza e l’impegno di quanti si sono spesi in questi anni nel lavoro concreto e nello sviluppo di questi servizi, in modo da garantire la continuità necessaria e le risorse adeguate per la tutela della salute mentale e la qualità della vita delle persone con disagio psichico.
Occorre ripartire da una forte alleanza di utenti, famiglie, altri cittadini, professionisti, servizi, prima che i guasti siano irreparabili e si disperda il grandissimo patrimonio accumulato in 50 anni di esperienze. La libertà è terapeutica.
Ti chiediamo di firmare e di sostenere questa petizione, promossa da UNASAM
SOS Sanità ha aderito: è questione nazionale e internazionale