L’emendamento della sinistra passa nella notte con 293 voti a favore: oltre al gruppo Gue, S&D e Verdi. 284 i contrari e 119 le astensioni. Il risultato non è vincolante, l’appuntamento cruciale è a giugno per una proposta da presentare al Wto.
Qualcosa si muove sul fronte della sospensione dei brevetti dei vaccini anti-Covid. L’Europarlamento voterà solo a giugno su una posizione definitiva, nella discussione in plenaria i gruppi politici hanno mostrato divisioni profonde, ma nella notte tra mercoledì e giovedì, a sorpresa, è passato a Bruxelles un emendamento della Gue (sinistra) che invita la Ue a “sostenere l’iniziativa presentata da India e Sudafrica al Wto per la sospensione temporanea dei diritti di proprietà intellettuale sui vaccini, le attrezzature e le terapie per far fronte al Covid-19”.
Il risultato non è vincolante, l’appuntamento cruciale è a giugno, ma ci sono stati 293 voti a favore (con il gruppo Gue hanno votato S&D e Verdi), 284 contrari e 119 astensioni. Pd e M5s si sono espressi a favore, Fratelli d’Italia e Forza Italia contro, la Lega si è astenuta. Con una maggioranza molto più ampia (468 a favore) è passata anche la proposta di garantire un “accesso equo, tempestivo e a prezzi contenuti al vaccino per i paesi in via di sviluppo, in particolare per quanti appartengono a gruppi vulnerabili e a alto rischio”, come i malati di Aids. L’Europarlamento chiede a Big Pharma di “condividere le proprie conoscenze e i propri dati” seguendo le indicazioni dell’Oms.
“Abbiamo vinto una battaglia culturale” afferma Manon Aubry, eurodeputata francese (France Insoumise), alla punta di questa battaglia. “Ma eravamo ben soli” aggiunge. Adesso la Ue deve “riconoscere l’errore” e prendere posizione per l’accesso di tutti ai vaccini, in modo “immediato, senza condizioni, integrale, durevole”, la Ue e i suoi dirigenti devono “vergognarsi” per essere stati gli “idioti utili” di Big Pharma, avendo permesso che i vaccini fossero “beni privati mentre sono stati finanziati da soldi pubblici”, commenta Aubry. Per la presidente del gruppo S&D, Iratxe Garcia Perez, il mantenimento dei “monopoli dei laboratori farmaceutici durante la pandemia” ha causato “inevitabilmente milioni di morti che avrebbero potuto essere evitati”.
Il Comitato del parlamento europeo sul commercio ieri ha incontrato la direttrice generale della Wto, Nogozi Okonjo-Iweala, che ha affermato che “ottenere la sospensione dei diritti di proprietà intellettuale non sarà sufficiente”. “È un argomento scottante”, ha detto Okonjo-Iweala che non prende posizione, ma afferma: “Abbiamo bisogno di più flessibilità, di un accesso automatico ai vaccini per i paesi emergenti e contemporaneamente dobbiamo proteggere ricerca e sviluppo”. Limitare il più possibile le restrizioni all’export e aumentare la capacità produttiva, anche nei paesi emergenti, sono due dei tre punti della proposta che la Commissione ha preparato per presentarla alla Wto a luglio.
Il terzo punto è usare la leva degli accordi Trips (Agreements on Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights) sulle licenze obbligatorie, “strumento assolutamente legittimo” secondo il vice-presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.
Il ricorso al meccanismo delle licenze obbligatorie è criticato dal movimento a favore della sospensione dei brevetti, perché è complesso e prevede anche compensi finanziari per il “prestito” del brevetto. La Commissione spiega però che il voto alla Wto è più semplice, perché non richiede l’unanimità, prevista invece per la revoca dei brevetti (con esito incerto, visto che finora non solo la Ue, ma anche Usa, Giappone e altri si sono opposti).
Per Augusto Santos Silva, ministro degli Esteri del Portogallo, paese che ha fino a fine giugno la presidenza a rotazione del Consiglio Ue, “è nel nostro interesse adoperarci senza attendere per garantire l’universalità di accesso ai vaccini e la vaccinazione dell’insieme della popolazione mondiale”. Per Silva, “tutte le proposte sono le benvenute e dovranno essere esaminate”. L’invito è agli Usa, di “precisare” l’affermazione di Joe Biden a favore della sospensione dei brevetti. Per quanto riguarda la Ue, “prima di tutto ampliare e rafforzare la capacità produttiva”, poi “garantire l’accesso al vaccino per i paesi che non producono, grazie all’export”.
L’Ue ha esportato 200 milioni di dosi, quasi il 50% di quelle prodotte, verso 45 paesi, è il primo contributore del meccanismo Covax, mentre Usa e Gran Bretagna hanno bloccato le esportazioni. “Siamo aperti a tutte le possibilità che mirano a garantire il vaccino universale – ha aggiunto Silva – ma adesso lasciateci fare quello che possiamo fare: aumentare la capacità produttiva e invitare i paesi produttori a impegnarsi, a fianco della Ue, a esportare per assicurare l’accesso ai vaccini nel mondo intero”.
fonte: Il Manifesto, 21 maggio 2021