Con la pandemia si è registrato un allarmante aumento di accessi al pronto soccorso e di ricoveri di ragazzi e ragazze in stato di sofferenza psicologica acuta. Fra le cause di tali accessi una particolare rilevanza ha l’“attacco al corpo”.
Da quando la COVID-19, lo scorso 11 marzo 2020, è stata classificata dall’OMS come pandemia, almeno 139 milioni di bambini e adolescenti nel mondo hanno vissuto per almeno 9 mesi un regime restrittivo obbligatorio di permanenza a casa, e per poco meno di 200 milioni, per lo stesso periodo di tempo, la permanenza a casa è stata raccomandata.
Questi i dati diffusi da una recente analisi dell’UNICEF, provenienti dall’Oxford COVID-19 Government Response Tracker (OxCGRT), che raccoglie sistematicamente informazioni riguardanti le risposte nazionali alla pandemia di almeno 180 paesi, utilizzando 20 indicatori, uno dei quali è la chiusura delle scuole.
Ognuno di questi bambini e ragazzi ha vissuto un’esperienza inedita che ha sovvertito, senza concedere tempi utili a orientarsi rispetto a ciò che stava accadendo, abitudini e regole di vita appartenenti a un patrimonio personale, familiare, sociale che, seppur in continua evoluzione, attraverso una trasmissione transgenerazionale, rappresenta il terreno solido su cui le nuove generazioni possono costruire le loro esistenze.
Già a marzo 2020 il New York Times pubblicava un interessante articolo: Quaranteenagers: Strategies for Parentig in Close Quarters, in cui la psicologa clinica Lisa Damour proponeva ai genitori suggerimenti a sostegno dei figli adolescenti relegati nell’angusto spazio domestico – quaranteenagers – sottolineando il particolare significato, per questi ultimi, della perdita dei riti di passaggio fondamentali per procedere nel cammino verso l’indipendenza[1].
A commento dei dati pubblicati, la direttrice Generale UNICEF Henrietta H. Fore ha dichiarato che “con i lockdown nazionali e le restrizioni di movimento legate alla pandemia, è stato un anno lungo per tutti noi, ma soprattutto per i bambini… Molti bambini hanno paura si sentono soli, in ansia e preoccupati per il loro futuro. Dobbiamo uscire da questa pandemia con un migliore approccio alla salute mentale di bambini e adolescenti e dobbiamo cominciare dando a questa tematica l’attenzione che merita”.
A novembre 2020 l’agenzia federale degli Stati Uniti Centers for Disease and Prevention (CDC) ha analizzato i dati provenienti dai Dipartimenti di Emergenza (Eds) all’interno del National Syndromic Surveillance Program (NSSP) con l’intento di stimare variazioni negli accessi ai Dipartimenti di Emergenza di bambini e giovani < 18 anni per problemi legati alla salute mentale nel periodo gennaio-ottobre 2020 , confrontandoli con gli analoghi dati nello stesso periodo del 2019[2].
Ne è emerso che: nel periodo gennaio-marzo 2020 il numero di accessi per motivi di sofferenza psicologica è stato maggiore che nel 2019, mentre la proporzione di visite mental health-related era simile. A partire dalla metà di marzo 2020, in coincidenza con l’inizio della pandemia, e delle misure di mitigazione, si è verificato un notevole decremento di tali accessi ai Eds, ma contemporaneamente si è assistito a un netto incremento della proporzione di accessi mental health-related rispetto al 2019 (dell’ordine del 31% per la fascia di età 12-17 anni).
Per quanto riguarda la realtà italiana, ormai da alcuni mesi diverse strutture ospedaliere con posti letto dedicati alla gestione dell’emergenza-urgenza psichiatrica in età adolescenziale hanno segnalato un allarmante aumento di accessi al pronto soccorso e di ricoveri di ragazzi e ragazze in stato di sofferenza psicologica acuta, con pressochè costante saturazione dei posti letto dedicati.
Fra le cause di tali accessi una particolare rilevanza ha l’“attacco al corpo”, nelle diverse espressioni attraverso le quali il malessere adolescenziale si manifesta, dall’autolesionismo, ai disturbi alimentari, al consumo di sostanze d’abuso, sino ai gravi attentati alla vita (tentati e mancati suicidi), a cui si affiancano disturbi di panico e d’ansia acuti, stati fobici con marcato ritiro sociale, stati dissociativi con alterazioni senso-percettive, crisi di dirompenza spesso intrafamiliare.
La Regione Toscana è una delle regioni italiane che dispone di linee di indirizzo per la qualificazione dell’emergenza-urgenza psichiatrica nell’infanzia e nell’adolescenza e dei percorsi di cura residenziali e semiresidenziali (Delibera Regionale n. 1063 del 9/11/2015) e offre una risposta specifica e qualificata all’emergenza psichiatrica in età evolutiva attraverso posti letto dedicati presso l’Ospedale Pediatrico Anna Meyer di Firenze e la Fondazione Stella Maris di Pisa.
In questa realtà si colloca da dieci anni il Servizio Territoriale per lo Scompenso Psichico in Adolescenza, articolazione della Unità Funzionale Complessa di Salute Mentale dell’Infanzia e Adolescenza di Firenze, che costituisce una struttura ponte fra ospedale e territorio e opera in rete con le altre agenzie socio-sanitarie territoriali per l’accoglienza e la gestione di adolescenti nella fascia 12-17 anni che manifestano stati di sofferenza psichica acuta e richiedono una presa in carico tempestiva e articolata[3].
Accesi con carattere di urgenza
Dal 2011 ad oggi il servizio si è occupato di 916 ragazzi e ragazze di età compresa fra gli 11 anni e 8 mesi e 17 anni e 10 mesi.
Il servizio ha continuato a garantire la risposta alle urgenze (invii dal pronto soccorso ospedaliero, dimissioni da ricoveri, invii urgenti – entro 72 ore – dei curanti) anche dopo l’inizio della pandemia.
Nel periodo marzo – dicembre 2020 sono pervenuti al servizio 79 nuovi pazienti, contro i 100 dello stesso periodo del 2019 (con una flessione del 21%).
Nel periodo successivo gennaio-febbraio 2021 le nuove richieste sono state 26 contro le 22 dello stesso periodo del 2020 e le 23 del 2019. I dati dei primi 2 mesi del 2021 si sono quindi sostanzialmente allineati a quelli del periodo pre-pandemico, tendenza già visibile nei mesi di novembre e dicembre 2020. L’analisi di questi dati è comunque complessa, soggetta a limitazioni di vario tipo, e richiede cautela nell’interpretazione.
Un dato che, per quanto assai limitato temporalmente, merita di essere evidenziato, è quello relativo al mese di marzo 2021, che ha segnato più del doppio delle nuove richieste rispetto a marzo 2019.
Un’ipotesi relativa a questo repentino incremento, che andrà verificata nei prossimi mesi, è che esso esprima l’onda lunga degli effetti della pandemia che si sono pesantemente abbattuti sulle condizioni di vita, e quindi di salute psico-fisica, dei bambini e degli adolescenti già a partire dal primo duro lockdown di marzo e aprile 2020.
In realtà da tempo si andava segnalando, all’interno della Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile, un aumento di disagio nella fascia evolutiva e nello specifico in quella adolescenziale. Si può senz’altro affermare che la pandemia ha accelerato i tempi di slatentizzazione di quadri psicopatologici finora contenuti, anche se su equilibri precari, grazie alle risorse familiari e alla rete sociale supportiva .
Le difficoltà dei genitori
Nello studio condotto da Benedetto Vitiello (NPI Ospedale R. Margherita, Torino) su 800 minori frequentanti la scuola media circa il 30,9% presentava sintomi da stress post traumatico. È noto il fattore protettivo svolto dai caregivers a fronte di eventi stressanti[4]. La crisi economica strettamente correlata alla pandemia ha determinato un peggioramento delle condizioni di salute mentale nei genitori stessi con vissuti di precarietà rispetto alla possibilità di accedere ai beni primari e di provvisorietà rispetto alle prospettive future. Questo dato, da rivalutare nel tempo in relazione alle conseguenze economiche della pandemia, diventa fattore di rischio in famiglie specificamente fragili e vulnerabili.
Misure intraprese e da intraprendere
L’attuale situazione ha determinato un’inevitabile riflessione all’interno dei servizi socio-sanitari per l’età evolutiva della AUSL Toscana Centro su strumenti e metodologie d’intervento per l’attivazione di politiche e programmi “community based” tarati sui bisogni specifici di bambini e adolescenti. Nello specifico:
- è risultato essenziale rafforzare la continuità nella filiera delle risposte al disagio (servizi territoriali – strutture di accoglienza – ospedale): un disfunzionamento in uno qualsiasi di questi punti si riverbera in modo drammatico sugli altri, determinando fenomeni di espulsione, “revolving doors” , cronicizzazione dello scompenso.
- Sono emerse criticità nella “tenuta” della risposta a situazioni complesse delle strutture operanti sul territorio con la necessità di prevedere nuovi modelli ad alta intensità riabilitativa che, posti nell’interfaccia tra il territorio e l’ospedale, svolgano una efficace funzione di supporto e contenimento, in particolare nella delicata fase di dimissione ospedaliera.
- Un lavoro specifico di supporto alle figure genitoriali risulta sempre più elemento imprescindibile dei processi di presa in carico . È risultato importante rafforzare il collegamento scuola – famiglia nella gestione corretta della DAD anche attivando percorsi dedicati Scuola – Ospedale (all’interno del nostro Centro Diurno “Percorso Verde”) per gestire i soggetti più vulnerabili in situazione di isolamento a casa e impossibilità di accedere ad una programmazione curriculare.
- Sono state attivate risorse in rete per sostenere le risposte territoriali a fronte dei nuovi fenomeni come l’aggregazione in bande, l’uso massiccio di sostanze, le nuove dipendenze dalle tecnologie, la dilagante dispersione scolastica. Sul territorio di Firenze Centro si è costituito un gruppo permanente di operatori che ha coinvolto, accanto alle figure dei Servizi Sociali del Comune e dei Servizi Sanitari per la Salute Mentale in età evolutiva, le FFOO, la Polizia Municipale, il SER.D e gli educatori di strada. La connessione creata tra Istituzioni a diversi livelli di intervento ha lo scopo di intercettare le espressioni antisociali del malessere giovanile intervenendo nella fase di aggregazione e fornendo alternative efficaci di impegno e coinvolgimento.
Conclusioni
Quest’anno l’UNICEF dedicherà il rapporto biennale State of The World’s Children alla salute mentale dei bambini e degli adolescenti.
Con l’auspicio che le parole non restino tali, concludiamo citando ancora la Direttrice UNICEF che, riferendosi al tema della salute mentale dei bambini e degli adolescenti, ha dichiarato: “Se non abbiamo compreso pienamente l’urgenza prima della pandemia da COVID-19, sicuramente lo faremo adesso”.
Figura 1. Unità Funzionale Complessa Salute Mentale Infanzia Adolescenza Firenze. Dati del Front Office
Totali richieste di prima visita 2021 | Fascia adolescenziale 12/18 anni | |
Richieste totali gennaio-marzo | 775 | 318 |
Totali urgenze | 27 | 20 |
Totali richieste di visita entro 10 giorni | 32 | 20 |
Per la fascia 12/18 queste le principali tipologie di richiesta | Totali 2021 | Di cui U-B |
Disagio adolescenziale | 18 | U 1 , B 3 |
Disagio familiare | 7 | U 0 , B 0 |
Disagio psicologico | 21 | U 0 , B 1 |
Disturbo comportamentale | 31 | U 2 , B 3 |
Emergenza adolescenziale | 26 | U 12 , B 3 |
Disturbo d’ansia | 88 | U 5 , B 8 |
Grave ADHD (disturbo da deficit d’attenzione con iperattività) | 18 | U 0 , B 2 |
U: entro 72 h ; B: entro 10 gg.
Riccardo Lo Parrino, Mario Landi, Roberto Leonetti. Neuropsichiatri Infantili Azienda USL Toscana Centro – Unità Funzionale Complessa Salute Mentale Infanzia e Adolescenza Firenze
Bibliografia
- Damour Lisa. Quaranteenegers: Strategies for parenting in close quarters. The New York Times, 19.03.2020.
- Harnett KP, Kite-Powell A, DeVies J, et al. National Syndromic Surveillance Program Community of Practice. Impact of the COVID-19 pandemic on emergency department visits -United States, January 1, 2019-May 30, 2020. MMWR Morb Mortal Wkly Rep 2020;69:699-704. PMID:3252856 https://doi.org/10.15585/mmwr.mm6923e1
- Leonetti R, Landi M, Lo Parrino R. Complessità del’adolescente nella società attuale: necessità di risposte multiple e integratenell’organizzazione dei servizi (pg 181-191) In: Diavoletto A, Rigon G (a cura di) Psichiatria dell’adolescente. Aspetti clinici e metodologici della transizione. Aracne Editrice (Canterano-RM), 2017.
- Cerniglia L, Cimino S, Ammaniti M. L’impatto del periodo di isolamento legato al Covid – 19 sullo sviluppo psicologico infantile. Psicologia dello sviluppo 2020:187-190.
fonte: saluteinternazionale.info