Il parlamento di New York ha approvato ieri, in un blitz durato poche ore, il provvedimento per la legalizzazione della cannabis, presentato ufficialmente solo sabato scorso. Il testo consta di ben 128 pagine, ma è stato approvato martedì 30 marzo letteralmente dalla mattina alla sera da Camera e Senato ed è rimasto pochissime ore sul tavolo del Governatore per la firma, arrivata nella mattinata di mercoledì.
I punti salienti della legalizzazione a New York
Cambia poco rispetto alle anticipazioni della scorsa settimana. La legalizzazione del mercato di cannabis dovrebbe partire nel 2022, ma la decriminalizzazione del possesso sarà efficace immediatamente: si potranno detenere in pubblico sino a 85 grammi (o 24gr di concentrati), mentre in casa si potranno conservare circa 2,2 kg di cannabis. La coltivazione domestica sarà possibile solo dopo che il neonato Office of Cannabis Management (tre membri nominati dal Governatore ed uno a testa da Camera e Senato) avrà fissato un apposito regolamento. Dovrà farlo però entro 6 mesi dall’approvazione per quanto riguarda i pazienti che hanno accesso al programma di marijuana medica, ed entro 18 dall’avvio delle vendite al pubblico per l’uso non terapeutico. Saranno cancellate automaticamente dalle fedine penali le condanne legate alle attività rese legali con la nuova legge, mentre coloro che consumano cannabis, o lavorano nell’industria saranno protetti contro le discriminazioni in materia di alloggi, accesso all’istruzione e diritti genitoriali. La polizia inoltre non potrà più usare l’odore della cannabis come giustificazione per le perquisizioni. Il sistema di licenze prevede una distinzione fra quelle per coltivatori, trasformatori, distributori, rivenditori, cooperative e vivai. Vi sarà, onde evitare concentrazioni e per favorire i piccoli produttori locali, un divieto di integrazione verticale, ad eccezione delle microimprese e degli operatori esistenti già nel programma della cannabis medica.
New York torna New Amsterdam
Saranno consentiti luoghi di consumo sociale della cannabis, per ora presenti solo in Alaska: una norma, che oltre a far rivivere il nome di New Amsterdam, potrebbe avere un impatto deflagrante sul turismo. Sarà inoltre possibile il servizio di consegna a domicilio. Entro quest’anno, contee e municipalità potranno decidere di vietare dispensari o luoghi di consumo sociale anche se i cittadini avranno il diritto, tramite referendum, di annullare i divieti. Per quel che riguardi invece l’equità sociale e la riparazione dei danni del proibizionismo, la legge stabilisce l’obiettivo di avere almeno il 50% delle licenze commerciali rilasciate a richiedenti provenienti da “comunità colpite in modo sproporzionato dall’applicazione del divieto della cannabis“, nonché imprese di proprietà di minoranze e donne, veterani disabili e agricoltori in difficoltà finanziaria. Le norme fiscali prevedono che i prodotti a base di cannabis siano soggetti a una tassa statale del 9%, più un’ulteriore tassa locale del 4% che sarebbe divisa tra contee e municipalità, 75% ai comuni e il 25% alle contee. I distributori di marijuana dovranno anche versare una tassa sul THC in base al tipo di prodotto, parametrata in questo modo: 0,5 centesimi di dollaro per milligrammo di fiori, 0,8 centesimi per milligrammo di concentrati di cannabis e 3 centesimi per milligrammo nei prodotti edibili. Le entrate fiscali andranno a coprire in primis i costi di amministrazione del programma. Quelli rimanenti saranno ripartiti in questo modo: il 40% ad un fondo di reinvestimento sulle comunità, il 40% a sostegno delle scuole pubbliche statali e il restante 20% alle strutture per il trattamento degli usi problematici di droghe e per campagne e programmi di educazione pubblica. Guidare sotto effetto di cannabis rimane un reato, mentre di Dipartimento della Salute statale avrà l’incarico di supervisionare uno studio sulle tecnologie utili a rilevare la guida in stato alterato, al fine ultimo di certificare un test. Vengono introdotte anche alcune modifiche sul programma di cannabis terapeutica: sarà allargato il novero delle condizioni qualificanti per l’accesso, sarà raddoppiato il limite di fornitura, oggi fissato a 30 giorni, e sarà consentito ai pazienti di consumare la cannabis anche attraverso il fumo.
Le reazioni della società civile USA
“Questi voto è storico perché segna l’inizio della fine delle politiche discriminatorie e razziali che hanno a lungo reso l’Empire State la capitale degli arresti di marijuana degli Stati Uniti, se non del mondo”, ha dichiarato il direttore esecutivo di NORML Erik Altieri. “Una volta promulgata, questa legge metterà fine alla pratica di arrestare ogni anno decine di migliaia di newyorkesi per piccoli reati connessi alla marijuana, la stragrande maggioranza giovani, poveri e persone di colore”. Il vicedirettore di NORML Paul Armentano ha aggiunto: “L’approvazione della legge che legalizza il mercato della marijuana per uso adulto nello Stato di New York non solo avrà importanti risultati economici e di giustizia sociale per i suoi quasi 20 milioni di residenti, ma senza dubbio avrà effetti a catena in tutto la nazione e probabilmente anche all’interno delle sale del Congresso – fornendo ulteriore pressione sui legislatori di Washington per modificare la legge federale in un modo che elimini le incongruenze esistenti tra le politiche sulla cannabis statali e federali “.
Per Melissa Moore, direttrice della Drug Policy Alliance dello Stato di New York, il voto di ieri è storico: “state certi, New York oggi ha fatto la storia assicurandosi che la riforma delle politiche sulla cannabis sia sulla buona strada per diventare la legge dell’intero paese. Attraverso il duro lavoro delle persone colpite dal proibizionismo, attivisti e legislatori, come il leader della maggioranza dell’Assemblea Crystal Peoples-Stokes e la senatrice Liz Krueger, New York ha intrapreso un’azione coraggiosa per mettere un chiodo nella bara della guerra alla droga. Questa legge affronta in modo completo i danni dell’eccessiva criminalizzazione e stabilisce uno dei programmi di legalizzazione della marijuana più ambiziosi nella nazione. Attraverso questa legislazione radicale, New York sta attuando riforme che pongono il reinvestimento nella comunità, l’equità sociale e la giustizia al centro della legge. Continueremo a lavorare con i legislatori per garantire che l’attuazione sia un successo per tutte le comunità di New York e attendiamo con impazienza la firma del Governatore su questa riforma storica il prima possibile. Finalmente, la vittoria è qui.”
Kassandra Frederique, oggi direttore esecutivo della Drug Policy Alliance, ma che in precedenza ha guidato la campagna sulla marijuana di New York, ha infine dichiarato: “Abbiamo aspettato questo giorno per molto tempo. Quando abbiamo iniziato a lavorare per la riforma della marijuana 11 anni fa, sapevamo di avere il nostro bel da fare. A causa della vastità del danno che era stato inflitto alle comunità Black and Brown nel corso degli anni, qualsiasi riforma sulla marijuana che fosse stata portata avanti doveva essere altrettanto completa per iniziare a ripararlo. E posso dire con certezza che il risultato – grazie al lavoro instancabile della DPA, dei nostri partner legislativi e di altri sostenitori – è qualcosa di completamente reinventato. Siamo passati da New York City capitale degli arresti di marijuana del paese allo Stato di New York che si presenta come un faro di speranza, mostrando al resto del paese come può essere una riforma globale sulla marijuana incentrata su equità, giustizia e reinvestimento sulle comunità. Esortiamo il Governatore a non aspettare un momento in più per garantire giustizia alle comunità che sono state più danneggiate dal divieto firmando queste riforme storiche e iniziandone rapidamente l’attuazione“.
La firma del governatore Cuomo
Cuomo ha firmato il provvedimento licenziato dal Parlamento nella mattinata del 31 marzo, annunciandolo con un tweet
fonte: Fuoriluogo