Il 12 marzo 2021 si è svolta la seconda sessione del workshop europeo “L’alcol e la sua relazione con il cancro, le disuguaglianze socioeconomiche, l’alimentazione e l’obesità”. Secondo evento programmato di sette incontri, il dibattito si è concentrato sulle disuguaglianze economiche causate dall’uso di alcol in Europa e negli Stati membri coinvolgendo un competente panel di rappresentanti istituzionali europei e internazionali esperti nazionali, policy maker, ricercatori e professionisti della salute.
I punti chiave privilegiati dal workshop sono stati:
- i modelli di consumo di alcol e le differenze socioeconomiche nel danno alcol-correlato all’interno e fra gli Stati dell’UE, tipi di alcol consumato, contesti di consumo e aspetti culturali.
- le politiche sui prezzi e la disponibilità degli alcolici all’interno e fra gli Stati
- le politiche relative alla riduzione della disuguaglianza complessiva e del consumo di alcol danno-correlato all’interno e fra degli Stati membri
- le politiche che pongono il contrasto al consumo di l’alcol come parte di una strategia più ampia (disuguaglianze, malattie non trasmissibili, lesioni, violenza, accesso all’assistenza sanitaria) all’interno e fra gli Stati
- il concetto di “salute in tutte le politiche” (dall’inglese Health in All Policies) e le disuguaglianze nei danni alcol-correlati
- lo stigma come barriera all’assistenza sanitaria e alle cure specialistiche.
Background sulla relazione consumo di bevande alcoliche e disuguaglianze socioeconomiche
L’Europa ha il più alto livello di consumo di alcol e danni alcol correlati al mondo. I rischi per la salute associati al consumo di alcol dipendono in gran parte dal volume e dal modello di consumo di alcol e spesso seguono una relazione dose-risposta. La relazione tra consumo di alcol e la mortalità è influenzata da fattori di vulnerabilità, sia sociali che individuali: i primi includono aspetti come il livello di sviluppo della società stessa, la cultura e il contesto in cui si beve alcol, mentre i fattori di vulnerabilità individuale includono l’età, il sesso e lo stato socioeconomico (SSE).
Numerose evidenze scientifiche suggeriscono che per tutti gli aspetti che riguardano la salute c’è un gradiente socioeconomico, ovvero che la salute migliora progressivamente con l’aumentare della posizione socioeconomica delle persone. Le differenze socioeconomiche sono alla base delle disuguaglianze sanitarie, sia fra gli Stati dell’UE che all’interno di ciascuno Paese.
I determinanti sociali della salute sono le condizioni in cui le persone nascono, crescono, lavorano, vivono e invecchiano e l’insieme più ampio di forze e sistemi che modellano le condizioni di vita quotidiana. Fra questi vi sono le politiche e sistemi economici, i programmi di sviluppo, le norme sociali, le politiche sociali e i sistemi politici.
L’SSE si riferisce alla posizione di una persona o di un gruppo nella società. Viene spesso misurato come uno o una combinazione di istruzione, reddito e occupazione. La riduzione delle disuguaglianze sanitarie è un obiettivo strategico chiave di Health 2020, il piano politico europeo a sostegno di azioni per la salute e il benessere attraverso il governo e la società. Sono state emanate le linee guida per assistere i responsabili politici europei nel raggiungimento di questo obiettivo, perché affrontare il consumo di alcol e la mortalità alcol attribuibile è necessario per ridurre le disuguaglianze di salute tra i diversi gruppi socioeconomici.
Il paradosso del danno alcol-correlato
Uno dei temi discussi durante il workshop è stato il “paradosso del danno alcol-correlato”: sebbene le persone con un SSE basso bevano meno alcol di quelle con un SSE alto, le persone con SSE basso hanno da due a cinque volte il rischio di morire per una causa attribuibile all’alcol rispetto alle persone con SSE alto. Questo divario è due volte più ampio rispetto alla mortalità per tutte le cause. Le differenze nella mortalità non sono giustificate del tutto dalle differenze nel consumo di alcol, e le persone nei gruppi socioeconomici più bassi soffrono di livelli più elevati di danni alcol-correlati rispetto a quelli dei gruppi socioeconomici più alti con lo stesso livello di consumo. Questo fenomeno suggerisce che ci siano relazioni più complesse tra fattori socioeconomici, consumo di alcol e danno alcol-correlato.
Nel complesso, le ricerche scientifiche indicano che gli individui con un basso SSE sono più vulnerabili agli effetti dannosi dell’alcol. Questa maggiore vulnerabilità, e l’associazione di altri fattori di rischio comportamentale, come il fumo, possono spiegare una parte del paradosso del danno alcol-correlato. Tuttavia, altri fattori che aumentano la vulnerabilità (come ambienti in cui bere più precari o esposizione cumulativa allo stress per tutta la vita) o che influenzano le possibilità di recupero (come l’accesso all’assistenza sanitaria o alle reti sociali che possono mitigare gli effetti negativi del consumo di alcol) probabilmente hanno un ruolo importante nel mettere gli individui con basso SSE a rischio elevato di danni attribuibili all’alcol.
Politiche per la riduzione del danno alcol-correlato
Una serie di azioni politiche attuate a livello europeo, nazionale e regionale si sono dimostrate efficaci nel ridurre il consumo di alcol e i danni attribuibili all’alcol. Sia i “best buys” dell’OMS che l’intervento SAFER includono politiche sui prezzi e sulla tassazione, la limitazione della disponibilità di alcol e la limitazione del marketing e della pubblicità di alcolici: interventi efficaci anche in termini di rapporto costi-benefici. Tuttavia, solo alcune di queste politiche sono state valutate esaminando specificamente il loro impatto su diversi gruppi socioeconomici.
Le politiche che si sono dimostrate più efficaci nel ridurre le differenze socioeconomiche nei danni alcol-correlati sono quelle che hanno un impatto sull’accessibilità economica (come le politiche sul prezzo minimo). È stato anche dimostrato che le politiche che riducono il prezzo dell’alcol – per esempio mirando a proteggere i produttori locali da importazioni più economiche – o che regolano le normative commerciali, possono essere contro producenti, come è stato dimostrato dall’aumento dei consumi in seguito all’attuazione di tali politiche.
Principi per la pianificazione delle politiche e degli interventi atti a ridurre le differenze socioeconomiche in termini di salute e danno alcol-correlato, devono innanzitutto garantire che gli interventi stessi non aumentino ulteriormente le disuguaglianze, e considerare più livelli di azione, ovvero sia fattori a monte (le cause) che a valle (le conseguenze).
Le azioni discusse durante il workshop che potranno avere un impatto sulle disuguaglianze socioeconomiche e il danno alcol-correlato includono:
- una revisione della legislazione dell’UE sulla tassazione degli alcolici
- la mappatura delle misure fiscali e delle politiche di prezzo su zuccheri, bevande analcoliche e bevande alcoliche
- la proposta di rende visibili, nell’etichetta, gli ingredienti e il contenuto di nutrienti, insieme alle avvertenze per la salute sulle bevande alcoliche.
Le aree d’azione prioritarie del piano d’azione europeo dell’OMS per l’attuazione della strategia europea per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili 2012-2016 che riguardano l’alcol e la disuguaglianza includono:
- riorientare i servizi sanitari verso la prevenzione e la cura delle malattie croniche, compresa la revisione dell’accessibilità economica. In particolare, migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria di base andrebbe a vantaggio delle persone con un basso SSE e migliorerebbe il loro accesso allo screening e al trattamento dei problemi alcol correlati
- promuovere un consumo sano attraverso politiche fiscali e di marketing mirate a influenzare la domanda dei prodotti a base di tabacco, dell’alcol e dei cibi ad alto contenuto di grassi saturi, grassi trans, sale e zucchero. Per le bevande alcoliche, le misure includono aumenti delle tasse, imposizione di divieti di pubblicità e accesso limitato all’alcol al dettaglio.
- Consulta la pagina dedicata ai workshop DEEP SEAS – FAR SEAS e ALHAMBRA
- Leggi il resoconto sull’incontro del 9 marzo 2021
- World Health Organization Regional Office for Europe. Health 2020: the European policy for health and well-being. Copenhagen; 2013.
- World Health Organization Regional Office for Europe. Action plan for implementation of the European Strategy for the Prevention and Control of Noncommunicable Diseases 2012−2016. Copenhagen; 2012.
fonte: EpiCentro