PANDEMIA, RAFFORZARE LE COMPETENZE PER LA SALUTE: il dossier di Dors per una ripresa sostenibile

Siamo al centro di una transizione/trasformazione profonda

La pandemia infatti ha messo in evidenza come la salute, l’ambiente, l’economia e la società siano strettamente connesse tra di loro con una complessità che l’approccio istituzionale tradizionale non è più o in grado di affrontare in maniera adeguata. L’emergenza sanitaria legata al COVID-19 ha stravolto le vite delle persone e sovraccaricato i sistemi sanitari con conseguenze sociali ed economiche destinate a perdurare: si sono accentuate le disuguaglianze sociali rispetto alla salute già esistenti anche in conseguenza delle pesanti ripercussioni sul mondo del lavoro e sull’economia globale.

Le disuguaglianze di genere, la difficile stabilità delle famiglie monoparentali, la tutela dei bambini e degli adolescenti, le criticità del mondo della scuola sono alcuni dei temi che sono stati presi in considerazione da differenti punti di vista durante il webinar. Sicuramente, siamo al centro di una trasformazione profonda sia dell’economia e sia della società e l’occupazione è un elemento centrale che deve essere affrontato per ricostruire e trasformare l’economia mondiale: i cambiamenti tecnologici, la globalizzazione, le questioni ambientali e l’andamento demografico stanno modificando il mondo del lavoro e alcune persone potrebbero avere bisogno di acquisire nuove competenze per conservare il loro lavoro o per trovarne uno nuovo. Per realizzare questa transizione bisogna quindi investire nelle competenze delle persone.

Le competenze di health e digital literacy dentro processi partecipativi

La Commissione Europea sta lavorando per innovare e aggiornare l’educazione e la formazione: le competenze promosse dall’European Skills Agenda vanno oltre le competenze per l’occupazione e includono le competenze per la vita (skills for life) per vivere meglio e comprendere ciò che accade nella società. Occorre promuovere una cultura dell’apprendimento “permanente” che accompagni le persone lungo tutto l’arco della vita e faciliti l’approccio alle nuove tecnologie e a comportamenti responsabili in termini di salute e ambiente.

L’assumere come priorità la costruzione e il rafforzamento delle competenze può costituire una “chiave di volta” in questo momento di grande transizione. Come abbiamo appreso durante la crisi finanziaria del 2008, sviluppare competenze nuove, trasversali e imparare a utilizzarle al meglio permette di promuovere e proteggere la salute. Partendo dalle iniziative nazionali ed europee, come fa la Eutopean Skills Agenda, possiamo aiutare le persone a migliorare la loro digital health literacy, le competenze per la vita, l’educazione e la formazione del 21° secolo.

Gli ambiti presi in considerazione durante il webinar sono stati:

  • I cambiamenti nel mondo del lavoro e le implicazioni per il benessere
  • Le competenze per la salute e il benessere
  • Le competenze per la salute futura e la relativa formazione degli operatori della cura e della salute del sistema sanitario e sociale

Durante il webinar  sono state discusse e analizzate le potenzialità dell’health literacy e della digital literacy non solo per migliorare la salute, ridurre i costi sanitari e crescere professionalmente, ma anche per lavorare, studiare e soddisfare il bisogno di beni e servizi. Per quanto riguarda la salute digitale, questa ha il grande potenziale di permettere un approccio reattivo, centrato sulla persona e economicamente vantaggioso, ma rischia di aumentare il divario nelle disuguaglianze di salute tra coloro che hanno un alto livello di health/digital literacy e coloro con competenze più limitate. Per colmare queste divario, è necessario integrare l’health e la digital literacy nei programmi formativi scolastici, investire nelle competenze per la vita delle persone, rendere le informazioni più accessibili e i sistemi e i servizi più partecipativi, migliorare le capacità comunicative della forza lavoro, in particolare per le popolazioni vulnerabili e spesso escluse.

Il coinvolgimento informato e attivo della popolazione

Sono state discusse le sfide che i decisori politici devono affrontare: la sovrabbondanza di informazioni (infodemia) e la disinformazione, l’incremento delle malattie croniche-degenerative, la rilevanza della salute mentale, l’emergere prorompente delle nuove tecnologie e delle questioni sanitarie globali, come ad esempio la pandemia da Covid-19. I policy maker non possono affrontare nessuna di queste sfide senza l’attivo e informato coinvolgimento della popolazione. Anche per quanto riguarda la gestione della pandemia, il modello di empowerment per la società e la salute (Laverack 2020) mostra come differenti livelli di empowerment garantiscano delle opportunità per proteggere meglio noi stessi, e gli altri, dal COVID-19. L’empowerment individuale fa crescere i sentimenti di valore e di controllo proattivo, favorendo sicurezza di sé, conoscenze e competenze, mentre l’empowerment collettivo coinvolge individui, famiglie, i gruppi e le associazioni della comunità locale per potenziare la loro capacità ed essere meglio organizzati nell’acquisire influenza sociale e politica.

La pandemia ha messo in rilievo il ruolo fondamentale della promozione della salute. È importante riconoscere che molti determinanti di salute sono al di fuori del sistema sanitario, quindi l’approccio “Salute in tutte le politiche” è più importante che mai e in questo momento è fondamentale un approccio intersettoriale e collaborativo tra sanità (servizi ospedalieri e di cure primarie), educazione  e settore sociale.

E’ evidente la necessità di sistemi sanitari resilienti, cioè in grado di  affrontare eventi “catastrofici” essendo pronti a rispondere, eventualmente anticipando,  e gestendo gli eventi inattesi; lavorando in interdipendenza e cooperazione con altri attori rilevanti; investendo nella formazione e nella valorizzazione delle risorse umane.

Raccomandazioni e prospettive future per la salute pubblica

In sintesi nel webinar sono state individuate alcune priorità:

1)  necessità di maggiori investimenti nelle cure primarie (circa il 14%-30% della spesa totale per la sanità), con collegamenti  efficaci tra il sistema di cure primarie con le politiche di sanità pubblica, i servizi sociali e servizi ospedalieri e una“una diagnosi di comunità”  che integri la documentazione sanitaria elettronica con i sistemi di salute pubblica.

2) nuovo modo di vedere la salute e il rapporto tra cure primarie e ospedali con il ribaltamento della piramide classica (figura 1)

Figura 1. Skills for health. Up- and re-skilling for a sustainable recovery – Conference Report pag. 12

3) Nuove competenze e abilità per i professionisti della salute (ospedale, cure primarie e sanità pubblica): sono una componente fondamentale da rafforzare per migliorare la resilienza dei sistemi sanitari e questa pandemia ha mostrato il bisogno di competenze sia hard e sia soft: competenze scientifiche e analitiche abbinate e integrate a competenze sociali, quali

  • collaborazione e condivisione delle competenze tra i professionisti sanitari: un modello di competenze generali comune a tutti gli operatori che integra competenze scientifiche e analitiche con le competenze socialinuove competenze per i medici di Medicina Generale: formazione sulla comunicazione, la formazione interprofessionale, la conoscenza delle risorse del proprio quartiere o zona territoriale e approcci strutturati per pazienti complessi. E’ stato presentato e discusso il “Modello delle competenze per la forza lavoro della sanità pubblica APSHER” (OMS) elaborato a partire da una revisione sistematica con l’obiettivo di identificare competenze comuni per gli operatori della salute pubblica. Un professionista sanitario che possiede e pratica le competenze presentate nel modello avrà una conoscenza di base più forte per gli interventi di salute pubblica, comprenderà le relazioni sistemiche, le interazioni e le risposte, e potrà ottenere maggiori risultati di salute pubblica.
  • nuovo possibile ruolo per i Medici di Medicina Generale che, tramite un approccio olistico alla salute e il benessere, potrebbe  avere una funzione di link worker connettendo i pazienti con vari professionisti, gruppi e/o associazioni della comunità o servizi che affrontano diverse tematiche secondo le necessità. Un modello che si sta dimostrando promettente e interessante è quello della Prescrizione Sociale (Social Prescribing) di pratiche di benessere e salute offerte dalla comunità all’interno di servizi di cura e assistenza di prossimità, community-oriented.

4) Per ‘ricostruire meglio’, i decisori politici e gli attori nel settore sanitario e sociale dovrebbero coordinare gli sforzi, adottando nuovi modelli per i sistemi sanitari e sociali di prossimità, community-oriented, con un impatto positivo sulla salute e il benessere al di fuori dei servizi di cura tradizionali.  È inoltre tempo di investire in infrastrutture che abbiano un grande impatto sull’occupazione, l’ambiente e la salute, tenendo sempre a mente gli Obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Il webinar è stata una stimolante occasione per riflettere su questo periodo di transizione – già in atto, ma accelerato e perturbato dalla pandemia da Covid 19 – e per discutere su politiche, ricerca e pratiche europee che stanno investendo nel capitale umano, cioè nelle persone (European Skills Agenda). La “chiave di volta” per trasformare questo periodo di transizione in una ripresa sostenibile (sustainable recovery) sono le nuove competenze per la vita (skills for life) che riguardano tutti i settori delle politiche e della società. Per la sanità e il sociale sono centrali le competenze sulla comunicazione e il coinvolgimento dei cittadini e sulla health e digital literacy dentro una ri-organizzazione dei servizi sanitari e sociali orientati alla prossimità e  al lavoro di rete nella comunità locale.

BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA

 


DOWNLOAD & LINK

a cura di Mara Grasso, Paola Ragazzoni e Claudio Tortone, DoRS

fonte: DORS

Print Friendly, PDF & Email