È sotto gli occhi di tutti lo “strano caso di Israele”: il Paese spicca come primato a livello mondiale nella lotta contro il Covid-19.
Israele vanta infatti il tasso di vaccinazione più alto al mondo: ha somministrato la prima dose del vaccino a oltre la metà della popolazione (Cfr. Fig. 1), e entrambe le dosi a un terzo della popolazione (Cfr. Fig. 2).
Fig. 1- Israele. Percentuale di persone che hanno ricevuto la prima dose del vaccino (22/02/2021).
Fonte: ourworldindata.org (24/2/2021).
Fig. 2- Israele. Percentuale di persone che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino (22/02/2021).
Fonte: ourworldindata.org (24/2/2021).
Ma cosa c’è dietro questa sorprendente campagna vaccinale? Indubbiamente un’efficiente organizzazione, l’aver ricevuto dosi massicce di vaccini Pfizer e Moderna (ci torneremo più avanti nel corso di questo articolo), ma soprattutto una sanità completamente digitale.
Lo stesso responsabile della task-force anti-Covid di Gerusalemme, il dottor Arnon Shahar, spiega così: «Il nostro punto di forza è la digitalizzazione e la rapidità di esecuzione». Continua ancora: «Non ci siamo inventati niente, perché usiamo gli stessi sistemi elettronici che usavamo prima. Non tocchiamo carta e penna in tutto il piano vaccinale, è tutto in via elettronica. I vaccini partono da un grande hub centrale gestito dallo Stato, e le dosi vengono distribuite su scala locale».
I cittadini devono accedere, utilizzando il proprio account, sul sito del proprio HMO (Health Maintenance Organizations, ossia i fornitori di servizi sanitari non-profit a cui tutti i cittadini hanno l’obbligo di aderire) dove verificano quando è il proprio turno sulla base del gruppo demografico di appartenenza. Di lì possono scegliere il centro di vaccinazione in base alla propria posizione e fissare un appuntamento. Nel giro di poco tempo i cittadini ricevono un messaggio sul proprio cellulare con data, ora e luogo dell’appuntamento, e già un secondo appuntamento per il richiamo.
Gli HMO a loro volta attingono informazioni dalle cartelle cliniche digitali dell’intera popolazione del paese per determinare l’ordine con cui i segmenti di popolazione devono essere vaccinati, istituendo nel contempo centinaia di centri di vaccinazione sul territorio.
Un altro punto a favore del successo della campagna vaccinale è stata anche l’ingente disponibilità di dosi di vaccino. Anche in questo caso, la digitalizzazione del paese ha fatto da leva trainante: Israele ha potuto infatti contrattare con Pfizer e Moderna massicce dosi di vaccino in cambio della trasmissione di “dati” sanitari (ovviamente in forma anonima).
Il New York Times a riguardo scrive:
“Come paese relativamente piccolo con un sistema sanitario universale altamente digitalizzato, Israele diviene un interessante terreno di prova per Pfizer. Di conseguenza, Israele ha fatto un accordo con l’azienda, offrendo dati in cambio di una fornitura costante di vaccini”( Israel’s Covid Vaccination Results Point a Way Out of Pandemic – The New York Times (nytimes.com)).
Per Pfizer e Moderna, il sistema sanitario digitalizzato di Israele vale molto di più dei vaccini: i dati in forma anonima trasmessi da Israele alle case farmaceutiche costituiscono per quest’ultime un patrimonio immenso di informazioni, che gli hanno permesso non solo di studiare in modo approfondito gli effetti dei vaccini sulla popolazione, ma anche di costituire un patrimonio futuro per la creazione di nuovi farmaci.
Dopo aver appurato quanto sia importante avere una sanità digitale nella società attuale, facciamo un passo indietro. Come funziona la sanità in Israele e cosa vuol dire “sanità digitale”?
L’assistenza sanitaria in Israele è universale e la partecipazione a un piano di assicurazione medica è obbligatoria. Il sistema sanitario israeliano si basa sulla National Health Insurance che impone a tutti i cittadini residenti nel paese di aderire a una delle quattro organizzazioni ufficiali di assicurazione sanitaria, gestite come organizzazioni senza scopo di lucro (le HMO). Quest’ultime condividono un unico sistema di cartelle cliniche elettroniche, gestite in modo centralizzato.
Per fare alcuni esempi: il cittadino che ha bisogno del proprio medico di medicina generale può prenotare via web; tutti i referti sono trasmessi per via elettronica; i medici inviano le ricette di eventuali farmaci direttamente in farmacia e il sistema invia in automatico un messaggio al paziente informandolo in quale farmacia recarsi sulla base della disponibilità del farmaco.
Tutti questi dati alimentano un database nazionale, con funzionalità anche di “supporto” nella diagnostica: sulla base delle patologie dei pazienti, vengono generati indicatori a supporto del personale medico in merito ai controlli necessari da attuare.
Anche i sistemi informatici utilizzati negli ospedali effettuano analisi in tempo reale dei dati e li presentano ai medici in una modalità tale da essere facilmente utilizzabili dai decision makers, facilitando l’eccellenza operativa e clinica.
In conclusione, “il caso Israele” fa riflettere su come la digitalizzazione in sanità non possa più essere ritenuta un optional. Israele ci ha dimostrato che una sanità tutta digitale fa la differenza durante eventi sanitari improvvisi e devastanti come una pandemia, e che diventa vero cuore pulsante di una società civile.
E’ incomprensibile come, nei paesi cosiddetti “occidentali” ove la tecnologia ha raggiunto livelli mai visti prima, sia ancora prassi comune il dover raccontare la propria storia clinica “a voce” in occasione di visite mediche, ricoveri ospedalieri, approfondimenti diagnostici particolarmente invasivi, con tutti i rischi connessi a eventuali dimenticanze da parte del singolo cittadino. Per ultimo in ordine cronologico, non per importanza, il fatto che l’anamnesi per il vaccino covid-19 sia cartaceo e sotto forma di autodichiarazione da parte del cittadino.
Bibliografia
GOVERNO DI ISRAELE – https://www.gov.il/en;
GOVERNO DI ISRAELE-SANITA’: https://www.gov.il/en/subjects/health_and_wellness ;
ISRAELTRADE: http://www.israeltrade.it/
NEW YORK TIMES: https://www.nytimes.com/2021/02/05/world/middleeast/israel-virus-vaccination.html
ACCORDO ISRAELE-PFIZER: https://govextra.gov.il/media/30806/11221-moh-pfizer-collaboration-agreement-redacted.pdf
NdR: sullo stesso argomento vedi anche “Israele da record per la somministrazione dei vaccini. Ma consegnarli in Cisgiordania e Gaza è una questione politica“