Dopo gli Appelli di Associazioni e Sindacati che reclamano nel PNRR più risorse per il welfare socio sanitario territoriale (e la non autosufficienza), il Network Non Autosufficienza presenta le sue proposte.
Il Network Non Autosufficienza (NNA) propone l’introduzione di una sezione dedicata all’assistenza agli anziani non autosufficienti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNNR). La proposta risponde alla domanda che manca nel Piano: “quale progetto potrebbe essere utile per gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie?”. A tal fine si definisce un quadro progettuale unitario e si collocano al suo interno le azioni già stabilite dal PNRR, modificandole e integrandole con altre.
I contenuti della proposta
Un investimento straordinario nei servizi domiciliari per accompagnarne la riforma complessiva. È prioritario puntare sulla domiciliarità e – a tal fine – l’ampliamento dell’offerta deve andare di pari passo con il miglioramento degli interventi, lungo tre direttici. Primo, semplificazione: unificazione dei passaggi da svolgere per accedere alle misure pubbliche, superando l’attuale frammentazione tra enti, sedi e percorsi differenti, e collocazione in un sistema unico delle prestazioni oggi fornite separatamente da Asl, Comuni e Inps. Secondo, articolazione delle risposte: erogazione non solo degli interventi di natura medico-infermieristica, ma anche di quelli – oggi marginali – di sostegno nelle attività fondamentali della vita quotidiana, che la non autosufficienza impedisce all’anziano di compiere. Terzo, sostegno alle famiglie: presenza di operatori che rappresentino per loro un punto di riferimento certo nel tempo, e interventi di affiancamento e sostegno dedicati a caregiver familiari e badanti.
Un piano nazionale di riqualificazione delle strutture residenziali, per assicurarne il necessario ammodernamento. È un’esigenza nota da tempo e confermata, con tutta evidenza, dalle vicende della pandemia. Tale azione consentirebbe di migliorare la qualità della vita degli anziani residenti.
Azioni trasversali per favorire la progettazione e la realizzazione d’interventi adeguati. Si prevede l’introduzione di un’attività di monitoraggio dedicata al settore, oggi inesistente, e la riforma della governance, per superare l’attuale frammentazione delle filiere istituzionali interessate e collocarle in un sistema unitario.
Le ragioni
La proposta permetterebbe di cogliere l’occasione offerta dal PNRR per avviare quel percorso di riforma del settore atteso dalla fine degli anni ’90, che la pericolosa combinazione tra le criticità esistenti e l’invecchiamento della popolazione suggerisce di non rimandare oltre.
L’elemento riformatore ne costituisce, infatti, l’asse portante. La proposta è così coerente con la richiesta della Commissione Europea di rafforzare il PNRR sul lato delle riforme, mentre la versione attuale è ritenuta troppo focalizzata sui soli investimenti una tantum.
I contenuti della proposta non sono originali: si tratta di un nucleo di azioni sulla cui necessità esiste ampia condivisione nel mondo della non autosufficienza, nella ricerca così come nella pratica.
Sarebbe paradossale che un Piano nato per rispondere alla tragedia della pandemia dimenticasse proprio coloro i quali ne sono stati le principali vittime, cioè gli anziani non autosufficienti.
Da domani
È un documento aperto a idee che lo migliorino, lo correggano e lo sviluppino. L’auspicio è che possa concorrere – nelle prossime settimane – ad avviare un vasto confronto pubblico sul contributo che il PNRR può fornire alla costruzione del futuro dell’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia. (fonte: I luoghi della cura)
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