La pandemia attualmente in atto e le restrizioni applicate dal governo nel tentativo di contenere la diffusione del virus hanno stravolto le dinamiche sociali e private, lavorative o di studio, portando a disagi economici e psicologici sia a livello individuale che a livello di comunità. L’incertezza legata al virus e alla situazione in generale, ha portato alla proliferazione di notizie false e/o contraddittorie che non hanno aiutato le persone a dare un significato e il giusto peso alla situazione.
Proprio questi aspetti sociali, relazionali e comunicativi risultano essere fondamentali nel comprendere le dinamiche sociali e nel rinforzare i valori comuni che possono sostenere l’assunzione critica dei comportamenti individuali e sociali che possono contrastare l’epidemia di Covid 19. Questo processo di maturazione di una responsabilità individuale e sociale trova nella scuola un contesto educativo “naturale”, facendola diventare un’esperienza di apprendimento e di educazione alla cittadinanza. ‘Sono le scienze sociali e comportamentali che ci permettono di comprendere meglio il contesto, come le persone diffondono il virus, come coinvolgere i gruppi più difficili da raggiungere e come intervenire nei setting ad alto rischio. L’adozione delle scienze sociali e comportamentali è mancata nella risposta alla pandemia e ci avrebbe aiutato a comprendere le modalità di diffusione trasversale dell’infezione nelle famiglie in cui convivono più generazioni e tra gli adolescenti. Si devono mettere in discussione le decisioni delle politiche di salute pubblica che non si basano su una comprensione integrata sia dei dati epidemiologici che i dati delle scienze sociali. È possibile prevedere l’analisi delle scienze sociali anche in un contesto pandemico che cambia velocemente, a patto di essere pronti a imparare la lezione dalle precedenti pandemie’ (Laverack 2020). Nel contesto scolastico, questo vale per i docenti, per i genitori e per gli studenti. Proprio a loro sono indirizzati i tre progetti ideati dalla Struttura Semplice Promozione della Salute dell’ASL TO3 della Regione Piemonte, che ha raccolto le domande e le sollecitazioni che arrivavano dalla scuola e ha coinvolto le persone. Questa modalità di lavoro sta permettendo lo sviluppo di una cultura nuova, partendo dall’idea che l’essere informati in maniera critica e dialogica sia la prima mossa per difendersi e mettere in atto comportamenti protettivi.
I tre progetti, descritti di seguito, sono stati avviati nel periodo ottobre-dicembre 2020 usando le metodologie e gli strumenti della ricerca sociale e si stanno estendendo a tutte le scuole che vorranno aderire anche nel 2021.
1. “Essere genitori al tempo del Covid-19” – Incontri online per genitori
I genitori sono il punto di riferimento dei figli, che ad essi si rivolgono per porre domande sul virus e sulla pandemia. La famiglia è un valido ambiente di discussione e presa di decisioni, all’interno della quale la diffusione di conoscenze e buone pratiche (anche utilizzando la moral suasion) potrebbe favorire il cambiamento di comportamenti non adeguati secondo il modello di empowerment per la salute e la società adattato alle necessità di risposta all’epidemia di Covid 19 (Laverack, 2020). Tuttavia le famiglie si sono trovate anch’esse impreparate nel dover gestire le informazioni sulla pandemia e il rientro scolastico a settembre scorso. All’esigenza espressa da una scuola del territorio, l’Istituto Maria Ausiliatrice di Giaveno (TO), è stata offerta una risposta, individuata come un’ottima possibilità di coinvolgimento delle famiglie. La scuola in questione ha chiesto l’intervento degli operatori della dell’ASL per offrire ai genitori risposte chiare alle numerose domande sul tema Covid-19. Le domande sono state raccolte dalla stessa scuola, tramite un form online: spaziavano dal tema dei tamponi, all’impatto psicologico e all’utilizzo delle mascherine. La SS Promozione della Salute ha coinvolto altri esperti sanitari dell’ASL e ha lavorato per progettare un intervento che rispondesse alle domande e ai bisogni conoscitivi dei genitori e della scuola.
Il progetto nasce dall’obiettivo da sempre perseguito di incrementare il livello di partecipazione dei genitori all’interno dei programmi d’intervento per la promozione della salute, ora percepiti più urgenti e necessari per via della diffusione degli effetti psico-sociali dell’epidemia e per i livelli di Infodemia disorientanti. L’intento è lavorare sulla motivazione e favorire un processo di empowerment individuale così che i genitori possano rendersi maggiormente autonomi acquisendo informazioni corrette e capacità di ricercare criticamente le fonti informative attendibili, incrementando così il senso di autoefficacia e il grado di controllo al fine di poter vivere in modo più sereno e sicuro. Il genitore diviene un individuo empowered da cui trae beneficio sia la famiglia che, potenzialmente, la comunità in cui questa è inserita.
Sono stati quindi organizzati due incontri in remoto con i genitori della scuola: uno per quelli della scuola secondaria di primo grado e uno per quelli della scuola primaria, ai quali hanno partecipato quasi 150 famiglie. Sono intervenuti esperti dalla Farmacia Ospedaliera e della Farmaceutica Territoriale, dalla SS Promozione della Salute dell’ASL TO3 e dal Centro di Documentazione per la Promozione della Salute, DoRS Regione Piemonte. Sono state fornite informazioni sull’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale, sulle procedure Covid-19 e si è cercato di portare i genitori a riflettere sul loro modo di reagire a questa situazione di convivenza con la pandemia, per poter dare ai loro figli una prospettiva funzionale sia per il presente che per il futuro. Inoltre è stato affrontato in breve il tema delle fake news. Nello specifico, si è discusso su come individuare i siti con informazioni attendibili e sul porre attenzione alle fonti delle notizie. Dopo questa prima sperimentazione si intende estendere il progetto alle altre scuole del territorio dell’ASL TO3, organizzando incontri settimanali di un’ora on-line, dedicati ai genitori al fine di fornire gli strumenti necessari per l’empowerment individuale e di comunità, fondamentali per fronteggiare questo periodo storico. La volontà è quella di mettere a disposizione uno spazio all’interno del quale i genitori possano sentirsi ascoltati e compresi e possano ottenere le corrette informazioni. Questo sarà possibile lasciando aperta la possibilità di scrivere nella chat durante l’incontro le loro domande e riflessioni: nei due incontri già svolti questa pratica è stata apprezzata dai partecipanti ed ha fornito all’esperienza, nel suo insieme, un taglio più coinvolgente e meno simile ad una lezione frontale.
Si sta inoltre riflettendo sulla possibilità di adibire un canale diretto tra la SS Promozione della Salute e la cittadinanza attraverso uno o più social media allo scopo di fornire una presenza costante per la diffusione di corrette informazioni proprio per contrastare il dilagare delle fake news, che è risultato un tema di alto interesse tra i genitori.
2. “Covid e Scuola” – Incontri dedicati a Dirigenti e Insegnanti.
Con questo progetto si vuole offrire uno spazio di confronto e ascolto ai Dirigenti scolastici, ai Referenti Covid19 delle scuole e a tutti gli insegnanti, al fine di contribuire all’incremento della loro autoefficacia nella relazione con studenti e colleghi in tempo di pandemia e per valorizzare la rete con gli esperti dell’ASL. Quest’iniziativa è mossa dall’esigenza dei colleghi del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) di migliorare le comunicazioni tra la scuola e la loro attività di contact tracing. È organizzata dalla SS Promozione della Salute, che ha raccolto dal SISP alcune criticità provenienti dalle scuole, trasmesse attraverso le mail raccolte in questi mesi. L’obiettivo degli incontri per insegnanti e dirigenti è quello di mettere in connessione le Scuole e i Servizi e aiutare i Servizi sanitari a fornire informazioni utili per gestire il contagio a scuola, ma anche per reperire informazioni attendibili. Inoltre il momento di incontro permette di accogliere dai partecipanti, ulteriori necessità e dubbi presenti. Sono in programma almeno due incontri nei quali interverranno medici del SISP, del Dors e operatori della Promozione della Salute. I temi trattati riguarderanno le procedure Covid 19 nelle scuole e come instaurare una comunicazione efficace con il servizio SISP per aumentare l’efficienza di fronte alla pandemia. In questi incontri si darà anche spazio agli insegnanti per esprimere i loro pensieri e i vissuti, per raccogliere aspetti e bisogni ancora eventualmente inesplorati, proprio per consentire un miglior supporto e sostegno. A dimostrazione della grande necessità di confronto si evidenzia come molto significativo il fatto che al primo incontro previsto per l’11 dicembre ci siano state più di 130 iscrizioni in soli tre giorni provenienti da 41 istituti sul totale dei 73 presenti nel territorio dell’ASL. Il secondo incontro, che si è tenuto il 17 dicembre ha visto la partecipazione di 35 persone provenienti dalle 83 Scuole private, parificate e regionali del territorio.
3. “Tu puoi fare la differenza” – I Peer Educator e la comunicazione tra pari
Il progetto ha l’obiettivo di promuovere comportamenti funzionali in tempo di coronavirus negli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, tramite la metodologia educativa della Peer Education.
Gli adolescenti non hanno pagato un prezzo alto in termini di vite umane, rispetto ad altre fasce di popolazione ma, a causa del lockdown e delle misure restrittive, sono stati privati della dimensione relazionale, centrale per il passaggio dal mondo infantile a quello adulto. La sensazione di invincibilità, caratteristica dell’età adolescenziale, si lega al proliferare di informazioni fuorvianti e contraddittorie che favoriscono una scarsa percezione del rischio e a cui seguono condotte inappropriate che disattendono le indicazioni imposte. La mancanza di preoccupazione di fronte al rischio di contagio è legata alla presenza di convinzioni e credenze, che spesso sono alimentate anche dalla mancanza di informazioni e influiscono sull’adesione alle procedure chiave per ridurre la pandemia, come il contact tracing. I comportamenti disfunzionali adottati dai giovani costituiscono un rischio per la collettività nel suo insieme, perché rischiano di favorire il contagio piuttosto che contrastarlo. Informare gli adolescenti, aumentare la loro percezione relativa ai rischi che si corrono in tempo di pandemia e coinvolgerli come parte attiva nella “lotta” al virus, sono tre strade cruciali da percorrere per creare e curare un senso di responsabilità individuale e sociale rispetto alla convivenza con l’epidemia e per valorizzare la scuola come contesto educativo aperto ad un apprendimento che tiene conto dei fenomeni sociali nella didattica e nella vita scolastica. Raggiungere gli adolescenti in questo senso è un compito complicato e spesso le informazioni non arrivano al destinatario perché percepite troppo lontane. In questo senso, la Peer Education costituisce una modalità collaudata e appropriata per colmare la distanza e per fare sì che una maggiore consapevolezza e senso critico arrivi ai giovani, rendendoli attivi e partecipi. Molti studi sono stati in grado di dimostrare l’efficacia dell’intervento tra pari. Si è deciso pertanto di coinvolgere i Peer Educator, già formati negli anni scorsi e presenti nelle Scuole, perché considerati influenti nei confronti di altri adolescenti e, attraverso i social, con molta probabilità, sono influenti anche in altri gruppi di pari, al di fuori della scuola.
Il progetto prevede tre laboratori tematici, dedicati ai peer educator, per un totale di 3 ore di formazione e lavoro di gruppo. Successivamente, i Peer incontreranno gli studenti della loro scuola.
Il percorso si realizzerà con molta probabilità, completamente online e si sviluppa in un intervallo di tempo di tre-cinque mesi. All’interno dei laboratori, gli operatori della Promozione della Salute lavoreranno insieme ai Peer sul consolidamento di conoscenze sulla pandemia e sulla ricerca di fonti informative attendibili, sulle procedure e sui comportamenti preventivi; verrà approfondito il tema della percezione del rischio per aumentare la consapevolezza sui propri comportamenti, cercando di coinvolgere il più possibile i giovani sulle loro idee, opinioni e conoscenze.
Il file rouge che accompagnerà il percorso sarà un caso studio: “La storia di Marco”, tratto da una storia realmente accaduta e debitamente adattata per rispettare la privacy dei protagonisti. La narrazione del caso e la riflessione guidata da alcune domande, serviranno ad incoraggiare la riflessione e progressivamente favorire l’approfondimento su alcune tematiche chiave. Date le attuali restrizioni alle interazioni faccia a faccia, è probabile che i social media siano il modo più efficace per promuovere comportamenti di distanziamento tra gli adolescenti, per ridurre il contagio. La proposta ai Peer e di conseguenza a tutti gli studenti, è quindi quella di usare i social media per condividere atteggiamenti e comportamenti protettivi, influenzando così altri adolescenti. Il format è stato predisposto dalla Promozione della Salute della ASL TO3 sulla base di un caso reale presentato dal SISP della ASL di Vercelli e discusso in una riunione regionale. La difficoltà nel contatto con il soggetto e l’estensione di contagi ha sottolineato la necessità di un lavoro con gli adolescenti.
La prima riunione è stata rivolta agli Insegnanti referenti per i progetti di Peer Education ai quali è stato presentato il format e con i quali sono stati affrontati i problemi organizzativi per gestire tutto online. La settimana successiva una scuola di Rivoli, ha confermato la disponibilità di un gruppo di 20 Peer e il progetto ha avuto inizio. Il primo Laboratorio ha visto una presenza ridotta di studenti, ma i 5 presenti erano molto motivati, preparati al ruolo di Peer e molto riflessivi sul tema Covid. Loro stessi si sono candidati a trasmettere agli assenti le nozioni apprese e a caldeggiarne la presenza nei successivi incontri.
L’obiettivo ultimo è creare una cultura condivisa da trasmettere ai compagni di scuola, in modo che ciascuno possa adottare comportamenti creativi, ma efficaci e tutti insieme possano ‘fare la differenza’.
Riflessioni per la ripartenza
Questi tre progetti sono nati perché ci siamo dati uno spazio di ascolto e di confronto con il mondo della scuola, consapevoli delle difficoltà e del disorientamento di molti insegnanti e dirigenti dopo molti mesi di didattica a distanza, ma anche delle loro capacità resilienti di rispondere e organizzarsi in maniera efficace per riconquistare una vicinanza con gli studenti e i genitori. Ha richiesto anche a noi di rivoluzionare il nostro modo abituale di lavorare con la scuola, consapevoli che le proposte inviate con il Catalogo delle offerte formative e educative di promozione della salute non potevano essere più adatte in gran parte.
Questa esperienza ci ha fatto anche riflette e prendere maggiore consapevolezza che, in promozione della salute, bisogna sempre essere pronti e flessibili a cogliere le novità e i bisogni emergenti, usando gli strumenti delle scienze sociali per saper essere vicini alle persone e alle organizzazioni, effettuando analisi dei bisogni “rapide” per cogliere il bisogno, ma anche le risorse delle persone e delle organizzazioni, valorizzando la motivazione delle persone nel momento “giusto” ed estendendo le opportunità a tutti per non creare ulteriori disuguaglianze.
Bibliografia
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Laverack G. (a cura di, Visiting Professor, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università di Trento) (2020), Comunità e COVID-19: la prospettiva di Glenn Laverack, esperto di epidemie. Glenn Laverack aggiorna il suo diario sull’epidemia con il settimo contributo.
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Contatti email acosola@aslto3.piemonte.it e promozione.salute@aslto3.piemonte.it
fonte: DORS articolo a cura di Alda Cosola, Responsabile SS Promozione della Salute ASL TO3 e Alexandra Albertelli, Paolo Nosenzo, Jacopo Raniolo, Dottori in Psicologia in tirocinio post-Laurea presso la stessa Struttura